
Una delle nonnine più longeve della sicilia vive a Caltagirone, è la signora Rosina di 106 anni e 4 mesi, nata a Mineo il 26 ottobre 1918.
Siamo andati a casa sua. Ad aspettarci il figlio Marcello, che è stato il primo ad accoglierci, assieme alla sorella Francesca e l’altro fratello Giacomo. L’accoglienza è stata festosa ed entusiasta, subito Rosina ha iniziato a sfoderare il suo coinvlgente sorriso; poi, autonomamente, aiutandosi con il suo inseparabile carrello, ci siamo spostati nella stanza attigua. La sua, è una delle tante storie semplici, ma intense che accomunano molte persone della sua epoca e che hanno contribuito a tenere unite le famiglie attraverso mille difficoltà, crisi economiche, mancanza di lavoro e, soprattutto durante la guerra e subito dopo.
Abbiamo fatto tante domande, chiesto informazioni personali sulla sua infanzia, di parlarci di quando era giovane e quindi di come ha vissuto la guerra, in poche parole di raccontarci la sua storia.
E’ stata adottata quando aveva 6 anni, si è sposata a 18 anni, ma dopo 10 anni di matrimonio muore il marito con un incidente, rimane vedova a soli 28 anni con 2 figli e una in grembo, la sua vita è stata difficile. Ha avuto un secondo matrimonio di cui è nato Marcello. Rosina dice” i miei figli sono il mio cuore”
Quali sono stati secondo gli anni migliori e quelli peggiori nella tua vita?
“Il peggiore è stato sicuramente il periodo della seconda guerra mondiale. In particolare ricordo che una volta, durante un bombardamento, fummo costretti a scappare e ci nascondemmo insieme ai miei figli, tutti piccoli dentro una grotta. E’ stato terribile.”
Ma nella sua lunga vita, Rosina, ha incontrato anche un personaggio che ha scritto la storia, soprattutto siciliana: “Ho incontrato il bandito Giuliano – dice con la sua vocina, ma ben chiara – mi ha rubato lo scialle e poi mi ha seguito per vedere se lo denunciavo, ma io non l’ho fatto e così lui ha pensato bene di restituirmelo” uno strano episodio.
Ma ritorniamo alla sua vita: ” Di momenti belli, invece – racconta la ‘nonnina’ – ne ho vissuti tanti. Tutto sommato, sento di aver avuto una vita bella e piena, i momenti felici possono esserci sempre, anche nei periodi che ci sembrano più brutti.” Poi, ricordando gli episodi del passato prosegue: “Andavo al molino a macinare il frumento, facevo il pane di casa e lo cuocevo nel forno a legna. Solo quado c’era la guerra il pane si desiderava. Cucinavo le fave, i ceci, andavo a raccogliere le verdure selvatiche e li cucinavo. Facevo anche la pasta fatta in casa, tagliatelle a brodo e lasagne al sugo e quella che avanzava si mangiava il giorno dopo.” Forse questa alimentazione le ha permesso di avere un fisico forte.
Nella sua lunga intervista, Rosina afferma “io non mi sento di avere 106 anni, perchè sono solo le gambe che hanno difficolta a camminare, ma il cervello mi cammina ancora” dice candidamente.
Il primogenito Giacomo racconta che il padre ha fatto 7 anni di guerra, prigioniero dei tedeschi, dopo ritornato in Italia è morto con una disgrazia a soli 33 anni, ed io ho cercato di fare il padre di famiglia per mantenere la famiglia dandomi da fare per sostenerla anche economicamente. Francesca, la figlia invece è fiera che la mamma le abbia insegnato a preparare tante pietanze buone, come la pasta coni finocchietti selvatici, le collorelle, il “panareddu” e Marcello infine, molto commosso, sottolinea l’amore che la mamma ha trasmesso in famiglia, il rispettto e di non aver mai fatto mancare nulla alla famiglia, sopratutto l’amore.
La chiacchierata ci è piaciuta molto, ci ha colpito molto la lucidità della signora che è stata molto gentile e disponibile nel rispondere a tutte le nostre curiosità e anche se aveva delle difficoltà d’udito, capiva molto bene le domande. Grazie a Rosina e alla sua famiglia
Nonna Rosina 106 anni, una delle donne più anziane d’Italia nel raccontarci la sua storia ci svela una ‘sua’ ricetta… che noi chiameremo:
La marmellata di uva di nonna Rosina
Ingredienti
1,5 kg di uva senza semi
500 gr di zucchero
Preparazione
Cuocere su fuoco molto lento, girando di tanto in tanto senza far attaccare il composto per circa 1 ora.
Deve rapprendersi in una confettura morbida ma come dice nonna Rosina di colore marrone
Disporre nei vasetti sterilizzati e lasciatela raffreddare