“Sicilia. Anno 1992. Una ragazza di 17 anni sparisce nel nulla. Una storia intricatissima che si lascia dietro un mucchio di punti interrogativi. Stiamo scavando… muovendoci con delicatezza e tentando di rispettare quel mare di dolore che ancora avvolge questa storia. Bellissimo questo territorio… orribili i segreti che sicuramente nasconde. Tutto questo, presto, alle iene.”
Scrive così nei suoi social media Matteo Viviani, che si è recato ieri nel territorio calatino per raccontare la vicenda di Simona Floridia, una ragazza 17enne scomparsa nel 1992. Una storia travolta dal mistero, dato che il corpo non è mai stato trovato. La sentenza del processo di primo grado, istruito su indagini dei carabinieri coordinate dalla Procura di Caltagirone, è arrivata trent’anni dopo la scomparsa della ragazza. La prima sezione della Corte d’assise di Catania ha condannato a 21 anni di reclusione Andrea Bellia, 49 anni. Secondo l’accusa, l’uomo l’avrebbe uccisa, probabilmente al culmine di una lite.
A palazzo Biscari si è svolto un incontro del Partito Democratico sul tema ‘Aree interne e autonomia differenziata: le nuove frontiere per la lotta alle diseguaglianze’, iniziativa dell’agenda dei circoli Pd denominata ‘Territori militanti’ che sino a ottobre toccherà diverse località della provincia catanese.
Il sindaco Giovanni Ferro ha ringraziato il Pd per aver organizzato il momento di confronto: “le aree interne hanno bisogno di sostegno e devono essere rilanciate. Abbiamo il triste primato dello spopolamento e il Calatino in un decennio ha perso 10.000 abitanti…ho raccontato l’esperienza della mia giunta e i progetti per migliorare la qualità di vita degli abitanti (efficientamento energetico e mobilità intelligente). Ci sono state difficoltà nei rapporti con la Regione ma abbiamo messo in salvaguardia la maggior parte dei progetti, con la nuova Unione dei Comuni dobbiamo definire meglio e velocizzare l’azione di nuove stategie. Abbiamo tutti gli strumenti per rendere più attraente il nostro territorio, meno burocrazia e più attenzione per creare sviluppo. Mi adopererò per avviare un confronto costruttivo con tutti i sindaci del comprensorio”.
“Abbiamo denunciato la grave situazione in cui versa la programmazione Snai 2014-20 – dice Salvatore Branciforte, componente segreteria provinciale Pd con delega alle aree interne – e i fondi non spesi non hanno fermato lo spopolamento e non hanno ridotto il divario territoriale. Ammetto che anche il mio partito non si è impegnato sull’argomento e questo incontro è servito a capire come affrontare la nuova programmazione 2021-27”.
Gaetano Giunta e Simona Fiscella, segretario e consigliere della Fondazione MeSSInA, hanno presentato l’azione e il piano strategico della fondazione che intende promuovere giustizia sociale, svluppo economico, umano e sostenibile attraverso interconnessioni tra sistemi di welfare, cultura e programmi di ricerca per contrastare i processi di cambiamento climatico e le diseguaglianze economiche.
Maria Grazia Leone, segretaria provinciale Pd, ha sottolineato che “il partito sta avviando dei confronti all’interno dei circoli per tornare all’attivismo e disegnare l’idea del Paese in cui crediamo. Si parte dalla lotta alle diseguaglianze e da una critica costruttiva al governo Meloni che propone politiche non adeguate al ceto povero, senza dimenticare l’autonomia differenziata che sarebbe un disastro per l’Italia”.
Infine il prof. Fabrizio Barca, ex ministro per il sud e la coesione territoriale in videconferenza da Torino, alla fine della sua analisi critica ha lanciato l’idea di una conferenza programmatica sulle aree interne e un confronto all’interno della federazione nazionale aree interne a livello regionale e nazionale perchè si capisca l’importanza di una buona progettazione per alzare la qualità della vita degli abitanti di un territorio, senza pensare che la semplice spesa di fondi pubblici sia sufficiente a migliorare la difficile situazione esistente.
Prosegue l’attività di contrasto ai reati contro il patrimonio del Comando Provinciale dei Carabinieri di Ragusa, intensificando i controlli del territorio a tutale del bene pubblico e della proprietà privata.
In particolare, nei giorni scorsi, militari della Stazione di Acate, durante l’attività di controllo del territorio, sulla scorta di attività informativa, venivano insospettiti da un contatore di un’abitazione in quel Comune presumibilmente manomesso. Immediatamente i militari dapprima individuavano l’abitazione segnalata per poi identificare l’occupante in G.F., trentaquattrenne italiano, già sottoposto a misura di prevenzione, procedendo in seguito ad una verifica del contatore segnalato.
L’accertamento ha fatto emergere anomalie sull’impianto di allaccio al contatore dell’energia elettrica pertanto si è ritenuto necessario interessare anche personale tecnico dell’Enel che, con propri misuratori, ha operato approfonditi controlli tecnici comprovando l’esistenza di una manomissione ed alterazione dell’impianto di fornitura di energia elettrica mediante un illecito cablaggio di cavi che realizzava un “ponte” abusivo tale da bypassare il misuratore di energia.
Il danno economico causato dall’illecita fruizione alla rete elettrica veniva stimato dai tecnici dell’Enel nell’ordine di circa 7.000 euro.
I militari hanno quindi sequestrato i cavi elettrici utilizzati per realizzare l’allaccio abusivo all’impianto elettrico, e proceduto nei confronti del G.F. all’arresto in flagranza di reato per furto aggravato di energia elettrica poiché commesso su cose destinate a pubblica utilità, ponendolo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in regime di arresti domiciliari.
A seguito di rito direttissimo per la convalida dell’arresto, l’organo giudicante ha avvalorato gli elementi investigativi e fonti di prova raccolte dai Carabinieri, confermando la misura precautelare applicata dai militari e ripristinando a carico dell’indagato gli obblighi inerenti la misura di prevenzione già in atto.
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