21 Febbraio 2025 – Giornata Mondiale della Lingua Madre: Un Patrimonio da Salvaguardare

Ogni anno, il 21 febbraio, il mondo celebra la Giornata Mondiale della Lingua Madre, un’iniziativa promossa dall’UNESCO nel 1999 e riconosciuta dall’ONU con l’obiettivo di preservare e promuovere la diversità linguistica e culturale. Questa giornata vuole sensibilizzare sull’importanza della conservazione delle lingue madri, soprattutto quelle minoritarie e a rischio di estinzione.

Le Origini della Giornata

L’idea della Giornata Mondiale della Lingua Madre nasce in Bangladesh, in memoria degli studenti uccisi a Dacca nel 1952 mentre manifestavano per il riconoscimento del bengalese come lingua ufficiale del Pakistan orientale (oggi Bangladesh). Questo tragico evento ha reso la ricorrenza un simbolo della lotta per i diritti linguistici.

Obiettivi della Giornata

  • Promuovere il multilinguismo, riconoscendo il diritto di ogni individuo a parlare e apprendere nella propria lingua madre.
  • Salvaguardare le lingue in pericolo: oltre il 40% delle lingue parlate nel mondo è a rischio di estinzione.
  • Favorire l’educazione multilingue, per garantire un accesso equo all’istruzione.
  • Valorizzare le lingue come patrimonio culturale, strumento di identità e inclusione sociale.

Come si Celebra?

Ogni anno, l’UNESCO propone un tema specifico, con celebrazioni che includono:

  • Conferenze e dibattiti sulle politiche linguistiche.
  • Attività culturali e artistiche, tra cui letture di poesie, musica e spettacoli teatrali nelle lingue madri.
  • Progetti educativi per incentivare l’apprendimento bilingue e plurilingue.

Il 16 maggio 2007, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha esortato gli Stati Membri a “promuovere la conservazione e la salvaguardia di tutte le lingue usate dalle popolazioni del mondo”. Inoltre, ha proclamato il 2008 come Anno Internazionale delle Lingue, per incentivare il poliglottismo e il multiculturalismo, elementi chiave della diversità e dell’inclusione sociale.

Le Lingue a Rischio di Estinzione

Secondo l’UNESCO, circa la metà delle 7.168 lingue esistenti potrebbero scomparire entro il 2100. Per questo motivo, l’ONU ha dichiarato il 2022-2032 come il Decennio internazionale delle lingue indigene. Ecco alcune delle lingue più rare che rischiano di estinguersi:

  • Birale – Ongota (Etiopia): parlata solo da sei persone nel villaggio di Weito River.
  • Thaushiro (Perù): l’unico parlante conosciuto è Amedeo Garcìa, nella regione di Loreto.
  • Livonian (Lettonia): conta solo 20 parlanti tra Livonia e Kurzeme.
  • Tanema (Isole Salomone): una sola persona mantiene viva questa lingua, destinata a scomparire.
  • Skolt Saami (Finlandia): parlata da circa 300 persone.
  • Arbëreshë (Italia/Albania): variante del Tosco, conta circa 250.000 parlanti, con comunità ancora presenti in Italia.

Le Iniziative per la Giornata della Lingua Madre 2025

Anche quest’anno sono previste diverse iniziative per celebrare la Giornata Mondiale della Lingua Madre, con eventi culturali, conferenze e dibattiti in varie città del mondo.

  • Roma – Onu Italia incontra gli studenti: Seminario presso la Biblioteca del Dipartimento di Lettere e Culture Moderne dell’Università La Sapienza, in collaborazione con il Centro Astalli e la Biblioteca Europea. L’incontro mira a esplorare il legame tra lingua, identità e cultura.
  • Reggio Calabria – “Radici e Voci: La Lingua Madre come Ponte tra Culture”: Evento promosso dal Progetto SAI del Comune di Reggio Calabria, che sottolinea l’importanza della lingua come strumento di integrazione. Si terrà a Palazzo San Giorgio.
  • Amburgo – Studenti e Associazioni in favore della Lingua Madre: Incontro organizzato con l’Istituto Statale per la Formazione degli Insegnanti e lo Sviluppo Scolastico. L’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo presenterà il suo programma di eventi e le opportunità di studio della lingua italiana in Germania.

Sicilia e la Giornata della Lingua Madre

Anche in Sicilia si terranno iniziative e momenti celebrativi per la Giornata Mondiale della Lingua Madre, con particolare attenzione alla lingua siciliana. In questa occasione, l’AUCLIS, l’associazione che riunisce gli enti impegnati nella tutela e promozione della lingua e cultura siciliana, ha reso pubblico un elenco di regole ortografiche utili per scrivere correttamente in siciliano.

Le Regole Ortografiche della Lingua Siciliana

Secondo quanto dichiarato dall’AUCLIS in una nota ufficiale, le dieci regole presentate sono state estrapolate dal siciliano letterario. L’associazione ha condotto un’analisi approfondita di alcune delle opere più significative in prosa e poesia, nonché di dizionari e grammatiche della lingua siciliana. Tra le fonti principali esaminate figurano i dizionari Siciliano-Italiano e Italiano-Siciliano di Pasqualino Rocca, Vincenzo Mortillaro e Salvatore Camilleri, oltre alle grammatiche di Innocenzo Fulci, Giuseppe Pitrè, Vito Lumia, Gaetano Cipolla e Salvatore Russo.

Per quanto riguarda la letteratura siciliana, sono stati considerati autori classici come Giovanni Meli, Domenico Tempio e Giuseppe Fedele Vitale, insieme a esponenti contemporanei della koinè letteraria siciliana provenienti da diverse aree dell’isola. Inoltre, le regole individuate vengono insegnate anche a livello accademico, come nel corso di Lingua e Cultura Siciliana del professor Alfonso Campisi presso l‘Università ‘La Manouba’ di Tunisi.

Le Dieci Regole Fondamentali

  1. L’alfabeto siciliano è composto da 22 lettere: A, B, C, D, E, F, G, H, I, J, L, M, N, O, P, Q, R, S, T, U, V, Z. Si aggiunge il digramma DD per rappresentare l’occlusiva retroflessa sonora, esito del nesso etimologico -LL- (es. cuteddu). Le lettere K, X, Y e la Ç sono cadute in disuso, ma possono essere utili per la lettura di testi antichi.
  2. Il rotacismo, ovvero la trasformazione della D in R nel parlato, non si riflette nella scrittura. Esempi: diri e non riri, dumanì e non rumanì.
  3. Le consonanti B e G (e in alcune zone R e D) in inizio di parola si pronunciano doppie, ma non si raddoppiano nella scrittura (es. bonu e non bbonu).
  4. I cambiamenti fonetici dovuti alla vicinanza tra parole nel parlato non vengono trascritti (es. tri cani e non tri ccani).
  5. Nello scritto formale si preferisce l’uso degli articoli determinativi interi (lu, la, li anziché ’u, ‘a, ‘i).
  6. Le abbreviazioni vanno segnalate con l’apostrofo (es. su’ per sunnu, ‘ccattari per accattari), salvo casi in cui la forma intera sia caduta in disuso.
  7. La vocalizzazione della R prima di una consonante non si riflette nella scrittura (es. portu e non pottu o puoittu).
  8. Le dittongazioni metafonetiche non trovano riscontro nello scritto (es. fora e non fuora).
  9. Tranne i monosillabi, nessuna parola siciliana termina per O o E, a meno che non siano accentate.
  10. Si usa una sola Z, tranne in rari casi, nelle parole che terminano in -zioni, -zia e -ziu (es. azioni, predicazioni, pasturizia, fattiziu).

Queste linee guida sono un punto di riferimento fondamentale per chi desidera preservare e valorizzare la lingua siciliana, mantenendone coerenza e tradizione nella scrittura. Attraverso queste iniziative, la Sicilia si conferma un territorio attento alla salvaguardia del proprio patrimonio linguistico e culturale.

La Giornata Mondiale della Lingua Madre ci ricorda che ogni lingua è un tassello fondamentale della diversità culturale globale e che la sua tutela è essenziale per preservare il patrimonio dell’umanità.