Niscemi, Caltagirone e Gela diventano una cosa sola: e se vi dico…parco naturalistico?

Una riunione operativa svoltasi il 14 febbraio, nell’ufficio del sindaco Fabio Roccuzzo, ha
sancito l’avvio dell’iter per l’istituzione di un Parco naturalistico regionale che unisca il Bosco di
Santo Pietro a Caltagirone, la Sughereta di Niscemi e il Biviere di Gela, puntando sulla biodiversità
e valorizzando i luoghi specialmente nelle loro potenzialità legate al turismo eco-sostenibile. Sono
intervenuti all’incontro: per Caltagirone, oltre al primo cittadino, l’assessora alla Transizione
ecologica Lara Lodato e il delegato della frazione di Santo Pietro Giovanni Internullo; per Niscemi
il sindaco Massimiliano Conti e l’assessore all’Ambiente Aldo Allia. Condivisione del percorso
pure dal Comune di Gela, che aveva ospitato il primo incontro sull’argomento.

Le tre aree, come sottolineato dagli intervenuti stamani, appartengono allo stesso corridoio
ecologico e dispongono di un patrimonio di pregio da un punto di vista botanico, faunistico e
ornitologico. Peraltro la creazione del Parco consentirà di rispondere alla richiesta dell’Unione
europea di azioni per la crescita delle aree naturalistiche, nella misura del 30%, entro il 2030.
“Siamo impegnati a lavorare sinergicamente per un ente sovracomunale – ha sottolineato il
sindaco di Niscemi Conti – che abbia la capacità di autodeterminarsi per promuovere il territorio e
difendere le sue specificità ambientali, instaurando buone prassi e producendo ricadute positive
sotto molteplici aspetti”.

“E’ un progetto ambizioso, ma realizzabile anche perché fondato su una
comune identità storica, culturale e antropologica – hanno dichiarato il sindaco Roccuzzo e
l’assessora Lodato -, che si tradurrà in un’azione di tutela e valorizzazione con il pieno
coinvolgimento di associazioni, scuole, professionisti del settore e Università. Obiettivo la crescita
dei territori”. “Questo progetto – ha detto il sindaco di Gela Lucio Greco, collegatosi coi presenti -,
punta non solo a valorizzare queste tre splendide zone, ma anche a preservarle da azioni vandaliche
e dall’incuria. Un’azione di tutela paesaggistica necessaria per renderle sempre attraenti.
Intendiamo coinvolgere gli enti gestori, le associazioni ambientaliste, ma anche archeologi, geologi,
agronomi, etc”.

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