Intervista a Canfailla Giovanni: la fotografia? “Scrivere con la luce” catturando le emozioni

In via Madonna della Via, a Caltagirone, si trova lo studio fotografico gestito dal fotografo Canfailla Giovanni.
Quest’ultimo in particolare ha una importante storia professionale. Ma lasciamo che sia lui stesso a raccontarsi attraverso la sua intervista.
Potrebbe parlarci meglio della sua storia professionale?
Il 14 di febbraio di quest’anno compio 30 anni di attività. La mia formazione fotografica nasce circa 35 anni fa con vari maestri della fotografia, con diversi workshop sulla fotografia di moda, cerimonia e still life. La mia voglia di fotografia nasce però da una eredità lasciata da mio padre, anche lui fotografo, che mi ha passato questa passione che è diventata poi un lavoro. Nonostante una pausa di 15 anni prima della riapertura dello studio da parte mia, la tradizione di famiglia è ancora portata avanti, e questa professione oggi mi dà tante soddisfazioni, sentendomi affermato professionalmente in una continua ricerca ed evoluzione. Diverse sono state le mie mostre fotografiche, sia in Italia che all’estero. Tra queste una esposizione di due immagini alla biennale di Venezia, circa 6 anni fa, un’occasione importante dove ci sono artisti internazionali. Sono stato anche al festival di San Remo, incaricato dall’agenzia Ital press, e ho avuto occasione di conoscere diversi artisti e di fotografarli. Ho curato anche diverse mostre fotografiche di artisti locali caltagironesi e ho realizzato anche una collettiva fotografica con installazione sulla scala di Santa Maria del Monte di immagini di fotografi importanti collocate in maniera aerea su tutta la scalinata, in occasione del 700centesimo anniversario della morte di Dante Alighieri. Infine, l’ultima mostra personale importante che ho realizzato è stata Monaxìa, presso il museo Diocesano di Caltagirone nel 2021.


Negli anni ha organizzato molti altri eventi legati al mondo dell’arte e della fotografia. Quali quelli più recenti?
Oltre al mio lavoro di fotografo mi occupo anche di eventi e spettacoli, curando la direzione artistica e la fotografia di diversi cortometraggi. Ho partecipato anche a vari spot televisivi, a film importanti come L’attesa, e ho organizzato vari eventi e spettacoli, non ultimo quello di Da Lucio a Lucio, spettacolo musicale e teatrale dove viene raccontata la storia di Lucio Dalla e Lucio Battisti, con un riscontro favorevole di pubblico. Infine, mi occupo ormai da 26 anni dell’organizzazione della Passione di Cristo, la sacra rappresentazione vivente che si svolge ogni Pasqua qui a Caltagirone, in qualità di presidente dell’associazione La Scala, portando avanti questo progetto.
Di sé stesso, cosa c’è in uno scatto?
Di me stesso c’è tutto quello che ho visto, ho letto, ho guardato, ho ascoltato, e la sensibilità e l’arte mi portano in maniera spontanea a dare una luce diversa a quello che è la mia fotografia. Profondamente c’è sempre all’interno di un mio scatto una ricerca della luce, perché fotografia è appunto “scrivere con la luce”, una ricerca che è ormai spontanea e che caratterizza la mia fotografia e il mio modo di guardare, attraverso la luce e le ombre.

 

Cosa significa per lei scattare una fotografia?
La fotografia per me è congelare un attimo dandogli una mia interpretazione. Più delle volte c’è sicuramente un qualcosa, un particolare, che altri non hanno avuto modo di vedere, ed è proprio questa secondo me la funzione primaria del fotografo artista: bloccare un istante per regalarlo al mondo. Personalmente faccio tutto in maniera spontanea, anche perché la mia fotografia è molto istintiva, non studiata, e la mia velocità nel fotografare sta proprio in questo istinto: nell’attimo in cui io vedo, guardo e osservo un momento, è in quell’istante che nasce praticamente la mia arte, la mia fotografia.


Quale è l’aspetto più gratificante del suo lavoro?
In generale le mie gratificazioni sono giornaliere, soprattutto grazie ai clienti che rimangono soddisfatti dei miei lavori. Io vivo di questo lavoro, ed è una continua soddisfazione, soprattutto nell’ambito della moda e dello still life. Qui nel meridione poi mi occupo di eventi sociali, in particolare di matrimoni, e lo faccio con immenso piacere anche perché mi piace stare in mezzo alla gente e fotografare eventi importanti come può esserlo un matrimonio.

Cosa è che differenzia la sua fotografia dalle altre, rendendola unica?
È lo stile che ognuno di noi porta avanti a fare la differenza. Personalmente, ad esempio, mi piace agire come un reporter, quindi raccontare l’evento della giornata cogliendo tutte le sfumature che possono sfuggire magari a un occhio poco attento. Di fatto, è la ricerca del particolare che poi fa la differenza all’interno di un servizio, e la mia ricerca è quella di trovare sempre spunti nuovi ed emozioni, tanto che il mio slogan è appunto Emozioni raccontate.


Cosa augura alla sua attività?
Alla mia attività lavorativa auguro tanto successo e scoperte nuove, perché insomma, per me ogni giorno è una scoperta, una mia immersione su quella che è la sensazione dell’arte a 360 gradi.

A cura di Veronica Gambino

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