Tradizioni culinarie, legate proprio all’uva e al suo mosto. I sapori di una volta

Mostarda siciliana

Oggi forse meno, ma negli anni scorsi, all’epoca dei nonni e dei bisnonni, la vendemmia era una vera e propria festa che coinvolgeva tutta la famiglia, spesso anche tutto il paese: parenti, amici, vicini di casa, tutti uniti nel lavoro della raccolta, un tempo la vendemmia era l’occasione per ritrovarsi e stare insieme, i proprietari delle vigne organizzavano grandi pranzi a cui erano invitati tutti i raccoglitori che, oggi come allora, lavorano insieme tagliando i grappoli e riempiendo i cesti che vengono poi portati con il trattore in cantina dove inizia la lavorazione.
Si tratta di una preparazione che fa subito venire in mente l’autunno, con i suoi colori e i suoi sapori. Protagonista è il mosto cotto, che incontra il sapore delle mandorle e la Cannella. In Sicilia c’è una grande tradizione in questo senso.

Per realizzarla si utilizza mosto di uva addolcito con la cenere e mescolato all’amido. Un procedimento che crea una specie di budino, dal sapore dolce e genuino.
Nella prima fase si realizza il mosto cotto, che si può conservare poi anche per diversi mesi in freezer.
La seconda fase è la creazione del “budino o mousse”, mescolandolo ad altri ingredienti semplici come amido, cenere, cannella, mandorle tostate.
L’ingrediente principale è il mosto, a cui si mescola un po’ di cenere bianca di legno d’ulivo, di vite o di carrube per contrastare l’acidità e mantenerlo dolce.
Il succo così mescolato si lascia riposare per 24 ore, dopodiché va filtrato con dei panni di lino o canovacci di cotone.

Ingredienti

-1 litro di mosto
-100 gr di amido
-200 gr di mandorle tostate
-Cannella q.b

Preparazione

All’ebbolizione si aggiunge in pentola una manciata di mandorle tostate
Quando il liquido si addensa a sufficienza è pronto per essere versato negli
stampi o anche semplicemente in piattini di plastica, aggiungendo cannella e mandorle

La CESI (Conferenza episcopale siciliana) sceglie due calatini

Due calatini  hanno ricevuto importanti riconoscimenti dalla Cesi (Conferenza episcopale siciliana). Si tratta dell’architetto Luigi Belvedere, nominato rappresentante della Cesi al Consiglio regionale per i Beni culturali, e di don Davide Paglia, nominato assistente regionale del settore Adulti di Azione Cattolica.

  1. Il sindaco di Caltagirone ha espresso sentite felicitazioni ai due calatini:

“Mi congratulo con entrambi – sottolinea Roccuzzo – Sono certo che sapranno meritarsi sino in fondo la fiducia dei vescovi siciliani, dimostrandosi all’altezza dei compiti loro affidati e svolgendo al meglio il proprio ruolo”.

Nonnino centenario a Caltagirone

 

Il segreto della sua longevità? Un’alimentazione sana (va da sempre matto per le insalate, che divora ogni giorno) e la presenza costante, nella sua esistenza, degli affetti più cari.

Angelo Riso raggiunge oggi un traguardo importante: 100 anni. Ad attorniarlo i suoi due figli, Giacomo e Alda (che sottolinea “la sua modernità e la sua capacità di affrontare con serenità le situazioni più difficili”) e altri familiari, prima fra tutti la nuora Mirella. Vedovo da 5 anni, è in pensione dal 1977, l’anno in cui si congedò, dopo 35 anni di servizio, dal Corpo di polizia penitenziaria.

“Ringrazio il Padreterno per avermi regalato una così lunga vita – sottolinea il fresco centenario, che è autosufficiente, non assume farmaci e ha solo qualche fisiologico problema all’udito – Mi piace leggere un po’ di tutto, dai quotidiani, ai settimanali, ai libri, soprattutto quelli di Camilleri”.

Angelo Riso ha ricevuto stamani la visita del vicesindaco Paolo Crispino, che si è congratulato con lui “per il significativo traguardo raggiunto”.