Vittoria, operazione antimafia: ristorante di Scoglitti “liberato” dalla Stidda

Questa mattina, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale Carabinieri di Ragusa ha dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa lo scorso 27 dicembre dal G.I.P. del Tribunale di Catania nei confronti di cinque persone facenti parte di un sodalizio criminale operante a Vittoria, nel Ragusano, gravemente indiziati del reato di estorsione continuata in concorso, aggravata anche dal metodo e dalla finalità di agevolazione mafiose, ai danni del titolare di un’attività di ristorazione della frazione di Scoglitti.

La complessa attività investigativa, svolta avvalendosi sia di metodi tradizionali che di supporti tecnici, ha consentito di documentare come i cinque indagati, tutti pregiudicati, tre dei quali appartenenti alla famiglia Ventura inserita nel clan mafioso Dominante Carbonaro della Stidda vittoriese, avrebbero richiesto, in più occasioni, ai titolari del ristorante il pagamento di alcune somme di denaro minacciando, in caso di diniego, di arrecare danni all’esercizio commerciale sino a paventarne l’incendio.

Le indagini, coordinate dalla DDA etnea e condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ragusa, sono state avviate nel mese di agosto del 2020 a seguito di una denuncia effettuata da due coniugi proprietari dell’attività di ristorazione, e hanno permesso di accertare, in attesa degli ulteriori sviluppi processuali, come gli indagati, a decorrere dal 2014 e fino al 2020 in più occasioni avrebbero minacciato i due commercianti sfruttando la capacità di intimidazione derivante dalla loro appartenenza al clan mafioso Ventura, circostanza ben nota alle vittime, inducendole a versare ripetutamente somme di denaro, di importo variabile, prospettandone la destinazione al sostentamento degli appartenenti al clan mafioso.

Le indagini svolte, hanno consentito, inoltre, di verificare come il valore del denaro estorto nel tempo ai due ristoratori, abbia superato la somma complessiva di 4mila euro. L’ipotesi accusatoria, allo stato condivise dal GIP in sede, dovranno trovare conferma in esito al procedimento penale che verrà instaurato nel contradditorio fra le parti, come previsto dalla legge.

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