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Dipendenti fanno timbrare cartellini da familiari: succede in un noto Comune della provincia di Catania
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Dipendenti fanno timbrare cartellini da familiari: succede in un noto Comune della provincia di Catania

In corso le indagini su alcuni dipendenti di un noto Comune della Provincia di Catania I dipendenti comunali sono indagati per aver fatto timbrare il cartellino a terzi, assentandosi sul posto di lavoro. Succede a Piedimonte Etneo dove sul posto di lavoro i dipendenti comunali sono accusati di assenteismo. Infatti, il proprio badge veniva timbrato da colleghi o da familiari. Ecco un altro caso dei furbetti del cartellino. Sono ben 48 dipendenti comunali indagati dalla Procura distrettuale. Infine, c’è chi non si accontentava anche del solito stipendio senza lavorare.
Sicilia, sentenze pilotate e mazzette. Cga Sicilia e Consiglio di Stato nel caos
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Sicilia, sentenze pilotate e mazzette. Cga Sicilia e Consiglio di Stato nel caos

Giudici amministrativi messi al servizio di privati in cambio di alcune mazzette. Soldi per comprare sentenze e ottenere cifre a sei zeri o elezioni ad un consiglio regionale. Questo è il quadro emerso dall'inchiesta della Procura di Roma. Molte le sentenze pilotate al Consiglio di Stato. Come riportato su La Sicilia, ai domiciliari sono finti: il giudice Nicola Russo, già coinvolto in altre vicende giudiziarie, l’ex presidente del Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia Raffaele Maria De Lipsis, l’ex giudice della Corte dei conti, Luigi Pietro Maria Caruso. Destinatario dell’ordinanza anche il deputato dell’assemblea regionale siciliana Giuseppe Gennuso. Il reato contestato a tutti è corruzione in atti giudiziari. Foto: La Sicilia
Catania, 48enne ai domiciliari per maltrattamento ai familiari
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Catania, 48enne ai domiciliari per maltrattamento ai familiari

A Catania un 48enne è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Librino. L'uomo è accusato di maltrattamenti contro familiari e lesioni alla moglie. E su disposizione della Procura della Repubblica si trova agli arresti domiciliari. L’uomo era ossessionato dalla gelosia e durante la convivenza familiare ha vessato la moglie, sputandole e aggredendola con schiaffi, pugni e calci. Inoltre, i gesti venivano commessi in presenza dei cinque figli.