Voleva farla finita, disperato perché senza lavoro e quindi non in grado di mantenere i due figlioletti e la moglie affetta da una grave malattia, e con uno sfratto in corso.
Nel pomeriggio di mercoledì 10 ottobre 2018 un Agente della Questura di Ragusa ha tratto in salvo un uomo che aveva deciso di porre fine alla sua vita, lanciandosi dal ponte San Vito. L’Agente, verso le ore 15.00 circa, percorrendo con l’auto di servizio la via San Vito, notava sotto la pioggia battente, un uomo messo a cavalcioni sull’inferriata di sicurezza del ponte con il chiaro intento a lanciarsi nel vuoto. Senza un attimo di esitazione il poliziotto accostava la propria auto e raggiungendolo di corsa riusciva a bloccarlo impedendogli di lanciarsi nel vuoto, combattendo con la sua resistenza e con il suo fermo proposito di lanciarsi nel vuoto.
La professionalità posta in essere dal personale della Polizia intervenuto, consentiva di instaurare un dialogo con N.G. e questi spontaneamente spiegava le motivazioni che lo avevano indotto a prendere quella grave decisione ovvero la mancanza di lavoro che non gli consentiva di poter mantenere i due figlioletti e la moglie, la grave malattia che aveva colpito quest’ultima ed uno sfratto in corso.
I toni rassicuranti dell’Agente e l’impegno che quest’ultimo si assumeva nel promettergli un incontro con un Funzionario della Prefettura, come gli era stato chiesto dallo stesso N.G., riuscivano a riportare alla calma quest’ultimo, che accettava l’aiuto dell’Agente scendendo dall’inferriata. Come promesso dal poliziotto l’uomo, ancora sotto shock per quanto stava per succedergli, veniva accompagnato in Prefettura dove, dopo aver ricevuto le prime cure dal personale sanitario del 118, incontrava un Funzionario della Prefettura e personale dei Servizi Sociali.
L’intervento del poliziotto che con prontezza e alta competenza professionale è intervenuto senza esitazione, ha consentito di salvare una vita umana, riuscendo in extremis ad impedire il compimento di un insano gesto ad un giovane padre e marito disperato.
N.G., rendendosi successivamente conto del grave errore che stava per commettere rinsavendo dal suo proposito, ha ringraziato il suo “Angelo Custode” in divisa.