CRONACA PALERMO – Confiscati beni a imprenditore vicino a Cosa Nostra

CRONACA PALERMO – Confiscati beni a imprenditore vicino a Cosa Nostra, nei confronti di Salvatore Vetrano, 48enne, imprenditore palermitano

CRONACA PALERMO. La DIA di Palermo ha eseguito una confisca di aziende, conto correnti e beni immobili, su proposta del Direttore della DIA, nei confronti di Salvatore Vetrano, 48enne, imprenditore palermitano. Il decreto è stato emesso dal Tribunale di Palermo, presieduto da Raffaele Malizia, al termine di un procedimento, sostenuto in dibattimento dal pubblico ministero Claudia Ferrari, coordinato dal Procuratore Aggiunto Marzia Sabella.

La carriera di Salvatore Vetrano ha in inizio nel 1999 quando con il padre è stato raggiunto da una custodia cautelare perché al fine di procurare profitto ai componenti della famiglia mafiosa palermitana di Corso Calatafimi, riceveva e occultava all’interno di una cella frigo, il carico di pesce proveniente da una rapina. Nel 2002, è stato arrestato, perché ritenuto responsabile di aver rapinato un carico di pesce congelati. Salvatore e il padre, in un’ordinanza di custodia cautelare in carcere del 2005, sono stati citati quali soggetti vicini all’organizzazione mafiosa.

Nel giugno 2012, è stato arrestato per tentato omicidio nei confronti dell’imprenditore Giuseppe Toia. La DIA di Palermo ha dimostrato come il Vetrano avesse acquisito patrimonio immobiliare e costituito numerose aziende, anche m beneficiando di finanziamenti comunitari erogati dal Fondo Europeo per la pesca in Sicilia. A seguito degli accertamenti disposti dal Direttore della DIA, inoltre ha provato la contiguità di Vetrano a elementi di spicco di Cosa Nostra e documentato come la sua scalata imprenditoriale fosse inserita all’interno di una commistione di interessi tra attività di impresa e attività mafiosa traendo, in un settore strategico del circuito dell’economia legale, sostegno, consenso ed ampia visibilità.

Parallelamente sono stati sentiti i collaboratori di giustizia Manuel Pasta, Andrea Bonaccorso, Salvatore Giordano e Sebastiano Arnone, i quali hanno confermato come le attività imprenditoriali di Vetrano fossero state realizzate grazie all’appoggio e al sostegno di Cosa Nostra. Il collaboratore di giustizia Vito Galatolo ha riferito che nell’attività imprenditoriale di Vetrano era stato investito denaro appartenente ad esponenti di Cosa Nostra.

L’odierno decreto, si fonda anche sugli accertamenti patrimoniali compiuti tra il 1988/2012  riguardanti il suo bilancio familiare, il tenore di vita e i flussi finanziari a lui riconducibili, che hanno evidenziato una significativa situazione di sperequazione, tale da indurre a ritenere che il suo nucleo familiare abbia tratto, il sostentamento da proventi illeciti.

La DIA ha quindi proceduto alla confisca dell’intero capitale sociale e del compendio aziendale di 5 società capitali: la “Veragel srl”, di 13 immobili, tra cui appartamenti, magazzini e terreni ubicati a Palermo, Carini, Trabia, Marsala e Sciacca, i corrispettivi delle vendite di 1 immobile, di 2 imbarcazioni da diporto, di 2 motori fuoribordo da 250CV e di 1 autovettura, di libretti nominativi ordinari, conti correnti bancari, depositi a risparmio, investimenti assicurativi e rapporti finanziari. Valore complessivo stimato in oltre 20milioni di euro.

Il Tribunale di Palermo ha, applicato nei riguardi di Salvatore Vetrano la misura diprevenzione della videosorveglianza di pubblica sicurezza per la durata di due anni,con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza.

Foto articolo: immagine di repertorio

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