Vengo prima io (piacere e orgasmo femminile)

Vengo prima io (piacere e orgasmo femminile).  Esperienze e soprattutto dubbi su sessualità e affettività.

Un anno fa apparve sul sito di Fabbri Editori un questionario anonimo che si rivolgeva alle donne e chiedeva di condividere racconti, esperienze e soprattutto dubbi sul tema del piacere sessuale, tra cui: è possibile che io non abbia il clitoride ? Come mai si ha paura dell’orgasmo ? Vorrei comprare un vibratore ma mi vergogno…il clitoride si può allenare ? Quando si finge per compiacere il partner è terribile…fa bene mettere in pratica tutte le fantasie sessuali?

“Dopo un mese gli autori del questionario si ritrovano ben 16.000 risposte, confermando la bontà del progetto su un libro che affrontasse l’argomento per la prima volta in Italia” dice Roberta Rossi, autrice di “Vengo prima io – Guida al piacere e all’orgasmo femminile” (Fabbri editori 352 pag.).

Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa presso l’Istituto di Sessuologia Clinica di Roma, è presidente della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica e sull’argomento è il punto di riferimento di diverse testate cartacee e online.

Come mai c’è stato un così grande interesse su questo argomento e cos’è l’orgasmo? “Le informazioni raccolte su internet spesso non sono esaustive dal punto di vista scientifico e anche perché c’è curiosità e voglia di conoscersi meglio. Il successo del questionario nasce dalla presenza di un esperto che poteva rispondere in modo preciso e la domanda più diffusa riguardava la normalità perché l’esperienza del piacere è molto individuale. Essendo l’orgasmo un’esperienza piacevole, dal punto di vista evoluzionistico viene visto come l’incentivo, la gratificazione perché ci siano i rapporti e quindi la possibilità della prosecuzione della specie…poi noi abbiamo un po’ diviso questi due aspetti per cui lo facciamo fondamentalmente per il piacere, però sembrerebbe esserci questa spinta evoluzionistica che sostiene il discorso dell’orgasmo”.

Con precisione ed esaustività il libro spazia dall’anatomia all’educazione sessuale, dall’autoerotismo alla contraccezione, dalle malattie sessualmente trasmissibili ai sex toys e al porno, e grazie al suo linguaggio chiaro consente un’informazione puntuale sul comportamento sessuale di una donna. “E’ importante avere una maggiore consapevolezza perché ciò aiuta a gestirsi meglio e a cambiare alcuni aspetti della propria sessualità via via che si va avanti con l’età o in quelle situazioni che allontanano da un’intimità con il partner. Gli ormoni danno una spinta ma a volte essi sono bloccati in presenza di problemi”.

Ma come si fa a capire quando c’è un orgasmo? “Attraverso una raccolta di dati si indaga sulla sessualità. L’orgasmo per le donne è un’esperienza più complessa da raggiungere rispetto agli uomini…avere dei dubbi su ciò può significare che questa esperienza non sia stata vissuta. Spesso l’orgasmo è visto come obiettivo da raggiungere a tutti i costi mentre nel libro parlo di badare alla soddisfazione sessuale (a volte si può essere soddisfatte senza aver avuto un orgasmo)”.

Nel libro si parla delle varie fasi della vita della donna accompagnate da cambiamenti fisici (le prime mestruazioni, gravidanza, menopausa) e degli aspetti che possono aiutare a mantenere la sessualità. “Il libro può essere letto da quegli uomini che desiderano conoscere meglio le proprie partner. Il titolo ‘Vengo prima io’ è rivolto alle donne come un incitamento a conoscersi, venire prima come esperienza rispetto al proprio corpo, non è una gara rispetto al maschile. Il venire insieme può essere molto piacevole ma ci vuole una buona conoscenza ed intimità e non è un obiettivo. L’orgasmo è un’esperienza unica: si tratta di un riflesso e ha un punto di partenza (clitoride) che è lo stimolo e un punto d’arrivo che spesso è una risposta motoria (contrazione di tipo vaginale). Ma non solo le donne, anche gli uomini possono fingere un orgasmo (alcuni non hanno eiaculazione) mimandone l’aspetto più fisico: le cause sono il bisogno di coprire qualcosa che manca, il non deludere l’altro e il mantenere il senso della propria identità sessuale”.

Cosa ha imparato da tutti i questionari ricevuti? “Che le donne hanno bisogno di un luogo dove potersi confrontare e parlare di questi aspetti legati alla sessualità. Oggi le donne condividono meno vari aspetti legati alla sessualità ed abbiamo un po’ perso quelle tradizioni che c’erano 30 anni fa di ritrovarsi insieme per potersi raccontare le proprie vicende, non solo dal punto di vista della relazione ma anche dell’intimità. Mi ha intristito scoprire che, approfittando del questionario, molte donne hanno parlato delle situazioni di violenza vissuta perché si sentono sole e abbandonate a se stesse sulla sessualità”.

Grazie a questo libro è possibile capire di più e vivere il sesso con serenità, disponibilità e consapevolezza…ma nel Calatino quali domande ci si pone ?

Per saperne di più abbiamo ascoltato Maria Concetta Bologna, consulente per il trattamento delle dinamiche di coppia, della famiglia e degli adolescenti, mediatrice accreditata dei conflitti familiari ed esperta in educazione alla sessualita e all’affettivita’.

In base alla sua esperienza quali sono le richieste e le difficoltà di giovani e adulti su sessualità e affettività ? “In 30 anni di attività appaiono profondamente modificati i rapporti genitori/figli su come viene trattato in famiglia l’argomento sessualità. Da generazioni di genitori schivi e riluttanti, per pudore a disagio nell’affrontare l’argomento, si è passati a generazioni contemporanee di genitori che condividono con i figli le proprie emozioni, i propri sentimenti e anche le proprie preferenze sessuali. Generalmente ragazzi e ragazze preferiscono condividere con pari del proprio sesso informazioni, emozioni, sentimenti e paure riguardo la sessualità. Sempre di più entrambi i sessi ricercano le informazioni sul web o fra gli amici ed ottengono informazioni errate, sommarie, frammentarie e pericolose per la propria salute e quella degli altri. Negli adolescenti dai 13 ai 16 anni si evince principalmente la curiosità per il cambiamento psicofisico e il desiderio di provare…l’interesse è focalizzato sulle differenze di genere. Ragazzi e ragazze dai 16 ai 18 anni sperimentano le prime esperienze sessuali che sono vissute come una modalità per attraversare il confine che separa l’infanzia dall’età adulta. Nelle ragazze predomina l’ideale di innamoramento e la verginità è vissuta generalmente come un limite e come una prova difficile da superare. Per i ragazzi la sessualità è vissuta come prestazione fisica o/e come bisogno fisiologico da soddisfare. In entrambi i sessi esistono ancora forti pregiudizi sull’omosessualità e quindi la minaccia delle malattie sessualmente trasmissibili è ancora molto forte, una fonte di preoccupazione che porta ragazzi e ragazze anche a rinunciare a rapporti sessuali piuttosto che pensare responsabilmente a una qualche forma di prevenzione delle malattie sessuali e delle gravidanze indesiderate. Rispetto agli anni passati, i valori della sessualità e dell’affettività sono presenti e maggiormente sentiti, è presente il senso di responsabilità, il senso del rispetto dell’altro, mentre il concetto di condivisione dell’esperienza psicosessuale non è fortemente condiviso tra i due sessi e questo aspetto risente ancora di pesanti retaggi culturali”.

Foto articolo: Copertina libro

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1 Comment

  • Mariaconcetta

    L’educazione alla sessualita’ e all’affettivita’ presso le scuole e’ a tutt’oggi un “privilegio” dato dai dirigenti scolastici e docenti lluminati, ai bambini e alle bambine, ai ragazzi e alle ragazze di quelle scuole. Il contrasto alla violenza di genere, all’omofobia, ai comportamenti affettivi-sessuali disfunzionali, trova fondamento concreto, imprescindibile, nella corretta informazione/formazione curriculare che sia adatta all’eta’ dei discenti. Educazione all’affettivita’/sessualita’ rappresenta, un diritto/bisogno primario d’informazione degli alunni, una forma di prevenzione della violenza di genere.

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