Catania, denunciati due giovani per possesso d’armi

Gli agenti del Commissariato di Nesima hanno denunciato due giovani per possesso di una pistola a salve, carica e senza tappo rosso.

La Polizia di Stato di Catania ha formalmente denunciato due giovani del luogo, entrambi di 19 anni, per il possesso di una pistola a salve priva di tappo rosso fuori da un istituto bancario della città etnea.

Gli agenti del commissariato di Polizia di Nesima, all’interno dell’ambito dei servizi di controllo del territorio, ulteriormente resi più intensi dato l’approssimarsi delle festività natalizie – e con occhio particolari agli sportelli bancari e postali -, avevano osservato dei movimenti sospetti nei pressi di un istituto di credito ubicato in viale Mario Rapisardi: questi erano da parte di due giovani, in sella ad uno scooter posteggiato sul marciapiede accanto alla banca, che stavano controllando gli utenti intenti a prelevare denaro contante dagli sportelli ATM della banca.

Il comportamento insolito dei due giovani non è passato inosservato agli agenti di polizia che, intenzionati a fermarli e sottoporli a controllo, li hanno bloccati, nonostante quest’ultimi avessero accennato un tentativo di fuga con il mezzo a due ruote a loro disposizione.

Il controllo degli agenti del commissariato etneo ha portato al sequestro del motociclo e di una pistola a salve calibro 9, priva di tappo rosso e con caricatore inserito, esatta riproduzione di quelle in dotazione alle forze di polizia, che è stata rinvenuta all’interno del baule del mezzo a motore.

I due diciannovenni, entrambi incensurati, non hanno fornito agli agenti delle spiegazioni che potessero giustificare il legittimo possesso dell’arma e del perché stazionassero nei pressi della banca in orario serale. Per questo motivo, sono stati denunciati per reato di possesso di armi o oggetti atti ad offendere.

On.Roggiani (PD): ‘Non possiamo permettere che l’Italia perda il suo talento’

La deputata del Partito Democratico denuncia le cause dello spopolamento giovanile e propone un piano per rilanciare le aree interne, investendo in lavoro, istruzione e infrastrutture.

Onorevole Roggiani, quali sono le cause principali che spingono i giovani ad abbandonare la loro terra d’origine?

“Lasciare la propria terra è spesso una scelta sofferta, ma purtroppo obbligata dalla mancanza di prospettive. I giovani si trovano di fronte a un territorio che non offre opportunità né un progetto di sviluppo credibile. Questo li spinge verso le grandi città o addirittura all’estero, in cerca di un futuro migliore.

Le cause sono molteplici. Da un lato c’è la carenza di opportunità lavorative; dall’altro, salari insufficienti per una vita dignitosa. A tutto ciò si sommano problemi strutturali: scuole, ospedali e infrastrutture pubbliche carenti o del tutto assenti in molte aree del Paese, oltre a una cronica mancanza di investimenti.”

Quali sono le conseguenze di questo fenomeno per il nostro Paese?

“Lo spopolamento delle aree interne e svantaggiate non riguarda solo i territori di partenza, che perdono le loro risorse più preziose: giovani, energie e competenze. È una perdita per tutta l’Italia.

Abbiamo un immenso potenziale, grazie al nostro patrimonio culturale, alle risorse naturali e alle eccellenze industriali, ma rischiamo di non valorizzarlo. È necessario invertire la rotta e farlo subito, altrimenti continueremo a scontare decenni di ritardi che penalizzano il nostro sviluppo.”

Come giudica le politiche attuali in questo ambito, sia a livello regionale che nazionale?

“A livello nazionale, la situazione è preoccupante. Nella legge di bilancio, il governo ha tagliato pesantemente i finanziamenti agli enti locali e stanziato risorse del tutto insufficienti per sanità e trasporto pubblico. Questo non è il modo per affrontare il problema. Noi del Partito Democratico abbiamo presentato un pacchetto di emendamenti che propone agevolazioni fiscali per chi investe nelle aree interne, un potenziamento del trasporto pubblico locale e misure per tutelare scuole e ospedali nei piccoli comuni.

In Lombardia, invece, la giunta Fontana ha fatto troppo poco. Mancano politiche strutturali per migliorare l’accesso alla casa, ridurre il precariato e potenziare i servizi nelle aree svantaggiate. Le criticità sono sotto gli occhi di tutti e richiedono interventi concreti.”

Cosa propone concretamente il Partito Democratico per affrontare questa emergenza?

“Abbiamo presentato una mozione congiunta per il rilancio delle aree interne, che impegna il governo su diversi fronti: rafforzare i servizi scolastici, attrarre investimenti con incentivi mirati e favorire il ricambio generazionale.

Per i giovani, dobbiamo garantire un diritto fondamentale: la possibilità di scegliere. È giusto che abbiano l’opportunità di fare esperienze altrove, magari all’estero, ma questa scelta non deve mai diventare un obbligo. Per farlo, dobbiamo investire in istruzione, innovazione, lavoro di qualità e infrastrutture. Solo così potremo rendere attrattive le comunità locali, non solo per chi già vi abita ma anche per chi potrebbe decidere di tornare.”

Che ruolo devono giocare le istituzioni in questo processo?

“Le istituzioni hanno il compito di creare le condizioni per un futuro migliore. Chi parte deve sempre avere la possibilità di tornare, portando con sé nuove competenze e idee. Questo significa lavorare per una crescita economica, sociale e culturale che renda l’Italia un Paese in cui valga la pena vivere e lavorare. È una sfida complessa, ma necessaria per il nostro futuro.”

 

Nasce “Catania per il Bellini”, associazione culturale di giovani per il teatro

Riceviamo e pubblichiamo:

Sicilia, Nuove Generazioni e Teatro: l’inaugurazione della giovanissima associazione “Catania per il Bellini”
Domenica 17 Novembre, presso i locali di Villa Ardizzone a Catania, si sono tenuti i lavori di inaugurazione dell’Associazione Culturale “Catania per il Bellini”.
Tanti i temi affrontati dal direttivo neo-insediato durante i brevi lavori. “Sentivamo la necessità di creare un legame aperto e collaborativo tra il mondo teatrale e la cittadinanza” – ha detto Carlo Di Bella, Presidente e Promotore dell’Associazione di soli 20 anni – “l’immensa fiducia riposta in noi, da tutti i soci e dalle istituzioni, è la chiara dimostrazione di una comunità rinnovata e pronta per impegnarsi nello sviluppo della Nostra Città, della sua cultura e delle sue tradizioni”.
Moltissimi i giovani presenti in sala, cuore pulsante del progetto e protagonisti delle iniziative di Catania per il Bellini. “Non servono grandi statistiche per rilevare il netto calo d’interesse delle nuove generazioni in merito alle attività culturali e teatrali” – ha evidenziato Francesco Pezzillo, Vice Presidente 19enne – “L’incontro di oggi è stato la prima dimostrazione di un cambio di rotta. Un nuovo coinvolgimento che, con la reinterpretazione del teatro e della cultura in un’inedita chiave innovativa, potrà incuriosire e guidare i giovani catanesi alla riscoperta della nostra tradizione culturale”.
“Il nostro obiettivo è fare di Catania non solo la città di Bellini, ma la città per Bellini, in grado di dialogare col mondo attraverso la musica” – ha aggiunto il giovane 21enne Lorenzo Gennaro, Vice Presidente dell’Associazione – “La nostra missione non si esaurisce nel preservare una tradizione, ma ci guida l’ambiziosa visione di creare uno spazio in cui l’arte teatrale possa coinvolgere attivamente l’intera società civile catanese”.
A concludere i lavori, alcuni ospiti d’eccezione per il panorama teatrale catanese, come il Mº Giovanni Cultrera di Montesano (Sovrintendente del Teatro Massimo Bellini), il Mº Fabrizio Maria Carminati (Direttore artistico dell’Ente lirico) e l’Avv. Carmelo Galati (Presidente del Conservatorio V. Bellini di Catania).
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In foto (da sinistra verso destra): Lorenzo Gennaro, Fabrizio Maria Carminati, Giovanni Cultrera di Montesano, Carlo Di Bella e Francesco Pezzillo.

Da Ragusa al Parlamento Europeo: Youth Elected Parliament, un progetto per i giovani

Dal nostro inviato a Bruxelles, Paolo Buda:

A Bruxelles si è vissuta una settimana relativamente tranquilla, poiché il Parlamento Europeo si era trasferito a Strasburgo per la plenaria. La Direzione Generale politica Regionale e Urbana (DG REGIO) ha quindi dedicato questi giorni alle Regional Weeks e alla RegioStars Awards 2024 , premio per i progetti europei realizzati con fondi comunitari a maggior impatto locale.

Martedi scorso, durante alcune sessioni informative con la Direzione Regionale, aggregato alla delegazione siciliana di giornalisti vincitori di un premio bandito dall’ordine dei giornalisti e, appunto, dalla Regione Siciliana, ho colto l’occasione per incontrare un giovane consigliere comunale di Ragusa, Federico Bennardo.

Da poco più di un mese partecipa come componente YEP in seno al comitato europeo dell regioni, selezionato tri giovani politici eletti. Lo Youth Elected Politicians Program (YEPs) è un programma di valorizzazione giovanile messo in piedi dalla Commissione Europea.

Unico siciliano tra i 17 eletti in Italia, Federico è entrato in questo programma che crea una rete di giovani eletti a livello locale o regionale in un Paese membro dell’UE, con meno di 35 anni, con l’obiettivo di condividere e promuovere le best practices, avvicinare alle realtà locali le opportunità offerte dall’Europa e partecipare a sessioni plenarie o incontri tematici a scopo formativo.

Nonostante la giovane età, Federico ha già imparato a muoversi con disinvoltura nei corridoi della politica italiana ed europea, come dimostra anche il fatto che svolge l’attività di assistente parlamentare per Davide Faraone, noto politico siciliano e parlamentare.

Federico tiene a sottolineare come, grazie al programma YEPs, abbia anche la possibilità di presentare istanze durante i lavori del Parlamento Europeo. In particolare, durante l’ultima sessione plenaria, un suo speech è stato portato all’attenzione dei parlamentari:
Se guardiamo ai membri del Parlamento Europeo, i giovani rappresentanti sono pochi, quasi il 6%, mentre questa fascia d’età rappresenta circa il 20% della popolazione europea.” Tenendo conto dell’attenzione dell’UE su questo tema, attraverso il progetto Youth Check, che valuta l’impatto delle politiche europee sui giovani, Federico ha voluto porre l’accento sul fatto che:
Considerando che molti dei problemi che l’Europa sta affrontando riguardano soprattutto i giovani, come il declino demografico o la mancanza di opportunità lavorative, ci aspettiamo di vedere una maggiore rappresentanza giovanile.

Alla domanda su quale obiettivo intenda raggiungere dopo il suo intervento in plenaria, Federico ha risposto:
L’obiettivo è quello di sensibilizzare la politica europea sulle tematiche che più impattano i giovani e che l’Europa si trova a fronteggiare. In primis, la scarsa rappresentanza giovanile in politica. Nel concreto, ho chiesto che vengano poste specifiche domande ai commissari designati su come intendano colmare questo gap.

Ha poi spiegato perché, dal suo punto di vista di giovane politico, è importante partecipare a questi eventi:
È importante partecipare a queste iniziative perché i problemi vissuti dai giovani sono comuni a molti Stati membri. Queste occasioni aiutano, attraverso il continuo confronto tra i partecipanti, a trovare soluzioni condivise. L’Europa, troppo spesso, è percepita come distante dai cittadini, e questa opportunità aiuta sicuramente a colmare tale distanza.

Grazie a Federico diventa evidente quanto sia importante che i giovani si interessino alla politica e possano gettare le basi per una nuova classe dirigente in grado di affrontare le sfide future attraverso le relazioni internazionali e il confronto con altre regioni europee. Lo scambio di idee e l’esperienza sul campo diventano elementi determinanti per discernere ciò che è giusto fare o non fare per il bene della società.

Democrazia partecipativa col web, la proposta di un’associazione

A Mirabella l’associazione ‘Piazza 3.0’ ha organizzato un incontro nelle piazze Vespri e Aldo Moro per parlare di una nuova forma di democrazia partecipativa attraverso l’uso delle nuove tecnologie. Per saperne di più abbiamo incontrato il portavoce che ci ha parlato della sua proposta.

Sono Egidio Romano, informatico di 36 anni di Piazza Armerina e mi occupo di sicurezza informatica. Un pò per deformazione professionale, un pò perchè sono un sognatore, sono estremamente convinto che la rete internet e le nuove tecnologie che si stanno sviluppando negli ultimi anni possano essere utilizzate come strumento di emancipazione per ‘liberare’ l’uomo e ridargli la parola, il vero potere al popolo.

Perchè il nome Piazza 3.0 ?

Perchè ci piacerebbe utilizzare le tecnologie web 3.0 per implementare un sistema di voto online a prova di manomissione (oggi se propongo di votare usando le vecchie tecnologie nessuno può garantire la sicurezza).

C’è un riferimento a Casaleggio e alla vecchia piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle ?

A livello nazionale sì, noi vorremmo fare vagamente la stessa cosa ma a livello locale, una piattaforma che si occupa di cercare di raccogliere queste comunità online suddivise per ogni comune, quindi Piazza Armerina, Mirabella e altri del territorio propongono argomenti da discutere…

Ma non esistono già i siti istituzionali dei comuni ?

I cittadini possono consultarli ma partecipare attivamente è un’altro paio di maniche…parlo di una forma di democrazia condivisiva, una democrazia a prova di click (click democracy) dove ognuno è libero di proporre un argomento, soprattutto votare argomenti proposti…ci piace vederlo come una specie di canale di collegamento, una piazza virtuale a tutti gli effetti, ispirandoci all’agora degli antichi greci.

Da dove viene questa esigenza ?

Credo che ci sia qualcosa di profondamente marcio in questa società e in questo sistema politico, non mi sta bene il fatto che qualcuno che io non abbia neanche vagamente eletto o votato debba prendere decisioni al posto mio…io da solo non sono nessuno ma se ci uniamo…

Ma qualcuno potrebbe obiettare che esistono i partiti politici per fare questo percorso di cittadinanza attiva all’interno delle pubbliche istituzioni…voi pensate che tutta la riflessione sulla gestione della cosa pubblica debba nascere da un confronto anche virtuale tra i cittadini ? Come si crea questa condizione ?

Noi non vogliamo cadere proprio in quella trappola, non vogliamo diventare nè partito nè movimento ma attivare un dibattito pubblico tra cittadini eguali.  Non è detto che si debba fare attraverso un sito internet, noi lo definiamo esperimento sociale perchè non si può sapere come finisce. Ci piace sperimentare quest’idea per vedere se può funzionare da qualche parte.

Quando siete nati, quanti siete e cosa avete fatto ?

Esattamente un anno fa, siamo una quarantina di persone di varie età (dai 20 ai 60) riunite in un’associazione. Durante l’inverno siamo stati in standby ma in estate siamo più attivi…abbiamo cercato un dialogo con l’amministrazione comunale locale ma senza risultati…non miriamo a rimpiazzare l’attuale sistema politico ma desideriamo integrarlo con un nuovo sistema di partecipazione, noi non ci arrendiamo e siamo pronti a dialogare con altre amministrazioni.

Per sensibilizzare i cittadini al vostro messaggio pensate che si debba partire dalla democrazia elettronica ? Dal punto di vista pratico come potrebbe esplicitarsi ?

La base elettronica diventa indispensabile per abbattere certi limiti che la democrazia fisica e reale non ammette. Per esempio supponiamo tanti referendum continui per interpellare l’opinione popolare, un dialogo e una messa ai voti continuo, perchè un voto a portata di click non ha nessun costo rispetto all’attuale sistema, un modo anche per andare incontro all’esigenza espressa dai rappresentanti istituzionali…abbiamo contattato diversi sindaci dei comuni visitati in questi giorni (Piazza Armerina, Valguarnera, Aidone, Raddusa, Mirabella).

Anche a livello di norme ci sono degli strumenti che potrebbero permettere ai cittadini di raggiungere forme di autogoverno ma non si conoscono e ci si rassegna al fatto di qualcuno che ci deve rappresentare e prende le decisioni per noi e fanno tutto di testa loro (sino a 25 anni i partiti mi sembravano squadre di calcio che si combattono sul campo)…giovani e meno giovani non vengono ascoltati, la considerazione dipende da chi sei e non da quanti anni hai. A noi questa cosa non sta bene, anche i primi due articoli della Costituzione dicono che tutti devono essere uguali di fronte alla legge, ma è davvero così ?

Avete trovato dei riscontri ?

Sì e no, la gente si incuriosisce e ad Aidone abbiamo trovato un bell’ambiente con ragazzi molto giovani che si sono avvicinati e si sono iscritti. L’iscrizione costa un euro l’anno e questa quota minima serve a finanziare l’associazione (https://piazzatrepuntozero.it/) che ha una sede virtuale e stiamo pensando a un’applicazione mobile. Vorremmo coinvolgere tutti i cittadini senza escludere nessuno.

Questa idea nasce da tue esperienze ?

Dopo la laurea ho vissuto per un anno a Copenaghen occupandomi per un’azienda danese di sicurezza informatica e lì ho visto un mondo un pò più civico, più evoluto e più aperto rispetto al nostro, dal punto di vista dei rapporti umani, del rispetto dell’ambiente. Mi sembrava un altro mondo e ritornando in Sicilia mi sono chiesto perchè abbiamo una mentalità così radicata che non si può cambiare ? Feci un’esperienza lavorativa anche a Londra e ciò ha rafforzato la mia idea di mettere radici nel mio paese e cambiarlo in positivo, portando qualcosa di innovativo.

Hai dei riferimenti a livello nazionale ? Qual è il vostro scopo ?

In Italia esperimenti simili sono stati fatti … lo scopo finale è quello di raggiungere una forma di autogoverno dei cittadini, cosa che non può succedere dall’oggi al domani. Qualcosa si può cambiare cercando di infiltrare questa mentalità nel tessuto culturale dei giovani, in futuro si potrebbe anche pensare di eliminare il concetto di mestiere da politico, non è giusto che il politico venga retribuito perchè partecipare è un dovere/diritto per i cittadini.

Pensate di fare delle tappe nel Calatino ?

Perchè no, vorremmo ascoltare le idee dei cittadini dando loro carta bianca perchè crediamo nel loro buonsenso.

La Polizia denuncia otto giovani, tra cui minorenni, responsabili di una violenta aggressione ai danni di due uomini

Nei giorni scorsi il personale della Polizia di Stato del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Piazza Armerina, a seguito di approfondite indagini, ha deferito alla Procura della Repubblica di Enna e alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Caltanissetta, otto giovani, alcuni dei quali minorenni, resisi responsabili di una violenta aggressione ai danni di due uomini che viaggiavano a bordo di una autovettura in transito nel centro armerino. In particolare, a seguito di una meticolosa attività avviata dal personale del Commissariato, è stata ricostruita una violenta aggressione  consumata nel corso della tarda serata del primo giugno u.s. nella zona della movida piazzese, ai danni di un automobilista e del passeggero che lo accompagnava, da parte di un gruppo di giovani, i quali, agendo in “branco” e per futili motivi (la mancata precedenza pedonale) con inaudita violenza si sono avventati contro il conducente dell’autovettura colpendolo al volto, quando ancora era alla guida della propria autovettura.

A causa dei colpi subiti il malcapitato era costretto ad arrestare la marcia e gli aggressori, non ancora paghi, lo raggiugevano per continuare nella loro azione delittuosa che proseguiva anche all’esterno del veicolo. In tale ulteriore fase gli otto aggressori hanno accerchiato la vittima colpendola con calci e pugni, nonché con un manganello telescopico che uno di loro portava al seguito. Il passeggero dell’autovettura, intervenuto per aiutare l’amico, a sua volta è stato raggiunto da alcuni pugni e grazie all’intervento di un passante l’aggressione ha avuto fine.

I due malcapitati, a causa delle lesioni riportate, dovevano ricorrere alle cure dei sanitari del locale Pronto Soccorso. Sono in corso le procedure per applicare nei confronti dei responsabili i provvedimenti monitori e preventivi del Questore. Si evidenzia che il procedimento penale pende in fase di indagini e che le persone sottoposte ad indagine non possono definirsi colpevoli fino a sentenza o decreto penale di condanna irrevocabili.

Formazione per i giovani, il ruolo del volontariato

La pandemia di Covid-19 ha creato la consapevolezza di quanto sia importante parlare di benessere e cura all’interno della società, soprattutto per i ragazzi che non hanno avuto gli strumenti giusti per affrontare un periodo molto difficile della loro vita. C’è una forte richiesta da parte dei giovani di saperne di più e il mondo del volontariato ha capito questa necessità, così la branca polacca del Servizio Civile Internazionale ha organizzato un corso di formazione sul tema ‘Motivare i giovani lavoratori: costruire la resilienza e gestire lo stress’.
Il SCI è un’associazione pacifista creata 103 anni fa e storicamente fu la prima a ideare i campi di volontariato (in Italia attiva dal 1948 – https://sci-italia.it).

Il corso ha visto la partecipazione di 30 partecipanti da Bulgaria, Catalogna, Germania, Irlanda, Italia, Nord Macedonia, Polonia, Portogallo, Slovenia e Ungheria, 3 partecipanti per ogni Paese che nella città di Poznan sono stati impegnati per una settimana (22-29 febbraio) in attività coordinate dalle formatrici Natalie Jivkova e Gośka Tur.

Lo scopo generale del progetto era quello di sostenere il benessere di giovani lavoratori, coordinatori e attivisti per la pace, sviluppando ulteriormente competenze e capacità dei partecipanti che sono impegnati in attività educative e di volontariato all’interno delle varie associazioni del mondo SCI. E’ stata una settimana densa di laboratori, esercizi e valutazioni che sono state utili per una riflessione comune sull’argomento, con proposte e suggerimenti utili ad affrontare quelle situazioni personali di disagio che riguardano ciascuno di noi nella vita quotidiana, sia da soli che nei rapporti con gli altri.

Il gruppo dei 3 volontari italiani era costituito da Rosario Scollo di Mirabella Imbaccari (“ho 56 anni e da lungo tempo sono un attivista di SCI Italia, ho apprezzato la formazione ma avrei preferito un’indagine più approfondita sul ruolo importante che giocano emozioni e sentimenti nelle relazioni affettive e sociali”), Elena Almonte (“ho 22 anni e vengo da Casalincontrada, un paesino della provincia di Chieti in Abruzzo. Per questo training course le mie aspettative erano quelle di semplicemente parlare del tema che era quello del benestare, in maniera non necessariamente solo superficiale, perché già delle e-mail questa associazione si presentava come un’associazione ben preparata, quando poi ho partecipato effettivamente è stato così e anche di più. Le trainers amavano il loro lavoro, lo sapevano fare molto bene, cosa che tutte le persone che hanno partecipato hanno visto ed io anche, perché il loro metodo di educazione non formale era molto semplice da seguire, coinvolgeva tutte le persone e quindi molto d’impatto. Tutto mi ha soddisfatto, per me è stato un piacere partecipare ad ogni workshop da loro guidato, dove ho effettivamente imparato nuove tecniche per canalizzare il mio stress in altro, e dove ho ottenuto molte idee per la mia vita personale e lavorativa. Questa è un’esperienza che augurerei di fare a tutte le persone che ne hanno la possibilità, perché è stata veramente bellissima”) e Fatma Buyukcoskun (“ho 27 anni, vengo dalla Turchia, Istanbul, ma la mia famiglia è originaria della città curda di Adiyaman. Lavoro a Roma per Sci Italia come volontaria Esc a lungo termine perché i valori della Sci si allineano molto bene con la mia visione del mondo come antimilitarismo, pace, attivismo, quindi voglio dedicare il mio tempo per dare un contributo e imparare da una delle più vecchie organizzazioni pacifiste. Per quanto riguarda la nostra formazione sono molto soddisfatta, mi aspettavo metodi più consueti ma c’erano parti molto creative come il pomeriggio silenzioso che mi hanno permesso momenti profondi e ho acquisito alcuni strumenti da utilizzare nella vita quotidiana. La formazione è stata molto intensa perché tutti gli argomenti erano molto importanti ed estesi, così sono in fase di interiorizzazione”).

Naturalmente sono consigliabili queste opportunità di educazione non formale che vengono finanziate dal programma Erasmus+ dell’Unione Europea (in questo caso la formazione faceva parte del progetto “Fermati, rifletti e fai meglio!”) perchè consentono interessanti momenti di confronto tra varie generazioni che vivono in realtà differenti: chi fa volontariato ha bisogno di nuovi stimoli per agire di più e meglio!

Fede, quando tuo figlio ti interrogherà…cosa gli risponderai?

Fede, quando tuo figlio ti interrogherà…cosa gli risponderai? Ecco il significato della Santa Pasqua ai nostri figli.

Fede. Ormai ci avviciniamo a grandi passi alla Santa Pasqua, al passaggio dalla morte alla vita, che come sappiamo non è solo il ricordo di quello che nostro Signore ha vissuto, bensì la nostra speranza: “Date ragione della vostra Speranza!”.

Oggi assistiamo allo svuotamento delle nostre chiese dai nostri figli, e uno dei motivi principali sembra essere che i giovani hanno bisogno di testimoni veri, di vedere con i propri occhi una testimonianza di vita concreta.

La Pasqua ci viene in aiuto perchè se noi per primi abbiamo visto la mano di Dio, il Passaggio di Dio in noi, allora è nostro piacevole dovere farlo conoscere ai nostri figli. Se noi abbiamo dentro il memoriale di questo immenso amore come possiamo manifestarlo in famiglia?

L’ascolto comune della Parola, la preghiera e la condivisione della propria esperienza aiutano a maturare una fede autentica, fatta di concretezza, di comunione e di testimonianza di chiesa domestica.

Quando tuo figlio ti chiederà “chi è Dio ?” tu dirai che è Colui che ti ha fatto uscire dall’Egitto, cioè dalla condizione di schiavitù che il peccato ti porta a vivere quotidianamente, che ha aperto i tuoi orecchi all’ ascolto, il tuo cuore al perdono e la tua bocca per poter testimoniare tutto questo.

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Fede. Ormai ci avviciniamo a grandi passi alla Santa Pasqua, al passaggio dalla morte alla vita, che come sappiamo non è solo il ricordo di quello che nostro Signore ha vissuto, bensì la nostra speranza: “Date ragione della vostra Speranza!”.

Oggi assistiamo allo svuotamento delle nostre chiese dai nostri figli, e uno dei motivi principali sembra essere che i giovani hanno bisogno di testimoni veri, di vedere con i propri occhi una testimonianza di vita concreta.

La Pasqua ci viene in aiuto perchè se noi per primi abbiamo visto la mano di Dio, il Passaggio di Dio in noi, allora è nostro piacevole dovere farlo conoscere ai nostri figli. Se noi abbiamo dentro il memoriale di questo immenso amore come possiamo manifestarlo in famiglia?

L’ascolto comune della Parola, la preghiera e la condivisione della propria esperienza aiutano a maturare una fede autentica, fatta di concretezza, di comunione e di testimonianza di chiesa domestica.

Quando tuo figlio ti chiederà “chi è Dio ?” tu dirai che è Colui che ti ha fatto uscire dall’Egitto, cioè dalla condizione di schiavitù che il peccato ti porta a vivere quotidianamente, che ha aperto i tuoi orecchi all’ ascolto, il tuo cuore al perdono e la tua bocca per poter testimoniare tutto questo.

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Fede. Ormai ci avviciniamo a grandi passi alla Santa Pasqua, al passaggio dalla morte alla vita, che come sappiamo non è solo il ricordo di quello che nostro Signore ha vissuto, bensì la nostra speranza: “Date ragione della vostra Speranza!”.

Oggi assistiamo allo svuotamento delle nostre chiese dai nostri figli, e uno dei motivi principali sembra essere che i giovani hanno bisogno di testimoni veri, di vedere con i propri occhi una testimonianza di vita concreta.

La Pasqua ci viene in aiuto perchè se noi per primi abbiamo visto la mano di Dio, il Passaggio di Dio in noi, allora è nostro piacevole dovere farlo conoscere ai nostri figli. Se noi abbiamo dentro il memoriale di questo immenso amore come possiamo manifestarlo in famiglia?

L’ascolto comune della Parola, la preghiera e la condivisione della propria esperienza aiutano a maturare una fede autentica, fatta di concretezza, di comunione e di testimonianza di chiesa domestica.

Quando tuo figlio ti chiederà “chi è Dio ?” tu dirai che è Colui che ti ha fatto uscire dall’Egitto, cioè dalla condizione di schiavitù che il peccato ti porta a vivere quotidianamente, che ha aperto i tuoi orecchi all’ ascolto, il tuo cuore al perdono e la tua bocca per poter testimoniare tutto questo.

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