La squadra di pallavolo che nel 1968 fece conoscere questo sport a Caltagirone, la parola ad alcuni di loro

Pochi lo sanno, ma la Pallavolo a livello locale è esplosa, grazie ad un gruppo di ragazzi che nel 1968, guidati dal Professor Michele Gurrieri, ha iniziato a praticare questo sport a Caltagirone. Inizialmente per gioco poi, in molti si sono accorti del loro talento.

Una squadra di giovani ragazzi che dalla terza media in poi, hanno perseguito la passione per la pallavolo, riuscendo a far appassionare tutti gli sportivi dell’epoca. Cinquantuno anni dopo, alcuni dei protagonisti della LIBERTAS CALTAGIRONE hanno deciso di raccontarsi e raccontare la loro esperienza e i loro sogni di bambini.  Loro sono gli ex schiacciatori: Carmelo Sirna, Paolo Pezzulla e Dino Minniti, tutti con la passione della pallavolo, uno sport ancora sconosciuto in città negli anni ‘60, un incontro avvenuto tra i banchi di scuola e suggellato grazie ad una sana amicizia contornata dalle emozioni vissute in campo.

Inizia ad aprire lo scrigno dei ricordi Paolo Pezzulla: «Mi ritrovai casualmente in un campetto con una rete di pallavolo montata al centro della piazza e da quel giorno inizia a giocare, da lì partì la mia storia con il mondo del volley. Grazie al bel lavoro svolto, con i miei compagni di squadra, abbiamo raggiunto livelli importanti e risultati storici, era la stagione 1968/1969. Sicuramente ognuno di noi aveva questa passione innata, ed essa ci ha consentito di vivere a pieno questo sport. Ricordo in quegli anni un entusiasmo travolgente, tanti tifosi che ci seguivano e sostenevano, ricordo che affittarono, a spese proprie, un pulmino per seguirci nelle trasferte dei campionati, ci davano una forza incredibile per continuare nonostante le poche risorse economiche. C’è una persona che vogliamo ringraziare immensamente ed è il nostro professor Gurrieri, scomparso da qualche anno, è stato non solo un insegnante ma anche un padre e un maestro di vita che ci ha indirizzato verso una strada giusta e pulita».

«Il professor Gurrieri ci ha formati, abbiamo seguito le sue direttive e i suoi insegnamenti, ha saputo rimproverarci nei momenti giusti e consolarci quando avevamo momenti di scoramento. Un altro professor a cui dobbiamo dire grazie – afferma Minniti-  è il professor Piazza, docente di educazione fisica che in noi ha visto una luce e ci ha spronato a seguirla.  Siamo cresciuti in quegli anni non solo sotto il punto di vista professionale ma anche umano, praticavamo questo sport solo per passione, perché dietro non c’erano risvolti economici eclatanti».

«Sono stati 10 anni entusiasmanti – aggiunge Sirna – giocavamo e ci confrontavamo nei campionati provinciali, abbiamo giocato anche in C2, non avevamo completini personalizzati e andavamo in giro per la Sicilia grazie a dei pullmini affittato dai preti della diocesi di Caltagirone.  Ricordiamo con affetto tutti i nostri compagni di squadra, eravamo un bellissimo gruppo».

C’è una partita che ricordate maggiormente?

«Sicuramente giocare con squadre più blasonate rispetto a noi, ci dava quella grinta in più, quando vincevamo eravamo orgogliosi dei risultati ottenuti. Ricordiamo anche le partite giocate alla Villa Comunale, i tornei organizzati con diverse squadre siciliane, i nostri tifosi erano formidabili. Ricordiamo di aver giocato a Catania vicino allo stadio Massimino, lì, abbiamo visto la squadra “Paoletti” con cui abbiamo avuto l’onore di fare un provino, in quell’anno loro trionfarono in Serie A».

Dopo i 10 anni di carriera la vostra avventura con la pallavolo è continuata?

«Io mi sono arruolato nell’esercito ad Anzio, ho giocato in serie C – spiega Sirna-   poi ho continuato, anche da allenatore con campionati minori e tornei locali, non ho mai fatto della pallavolo un mestiere, avevo avuto alcune opportunità, ma i risvolti della vita mi hanno portato verso una direzione opposta».

«Io ho smesso dopo il militare – aggiunge Minniti – avevo ancora tanta passione ma purtroppo non seguendo più gli allenamenti non sono riuscito a portare avanti il percorso». Stesso destino per Paolo Pezzullo che poco dopo ha smesso di calcare il campo verde della pallavolo.

Cosa vi ha insegnato questo sport?

«Portare questo sport a Caltagirone ci ha fatto crescere sia come sportivi che come uomini, ci ha dato la possibilità di conoscerci e diventare amici, difatti dopo 50 anni siamo ancora qui a ricordare tante cose. Ci ha insegnato a rispettare l’avversario a prescindere da tutto, e il rispetto verso il prossimo è stato fondamentale anche nel corso della nostra vita».

«Per quanto mi riguarda continuo ad amare la pallavolo, mi ha insegnato a perseguire una strada pulita e onesta, inoltre questo sport mi ha regalato l’affetto di un grande uomo, il prof Gurrieri, io sono cresciuto senza padre e in lui ho rivisto una figura paterna che mi ha sempre supportato, adesso non è più in questa vita ma dal canto mio lo ringrazierò per sempre, per tutto quello che mi ha dato» conclude Sirna.

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