Ester Bonelli racconta il suo sguardo sul mondo

Ester Bonelli è un’insegnante di scuola primaria che ama la scrittura e vive a Caltagirone. Dopo il suo primo libro di poesie molto apprezzato, ha pubblicato un nuovo testo che si rivolge ai ragazzi.

Nel tuo secondo libro parli delle migrazioni dei bambini raccontando storie che ricordano dolorosi fatti di cronaca, da dove nasce l’esigenza di affrontare questo tema ?

“Innanzitutto voglio riallacciarmi al mio primo libro “Come un cielo di marzo”, pubblicato nel 2020, che pur essendo una silloge di poesie affrontava già, con un linguaggio ovviamente diverso, temi “sociali” quale ad esempio quello dell’immigrazione, puntando l’attenzione sull’aspetto emotivo e spesso drammatico dell’argomento.  “Camminando al buio” nasce  dunque,  un po’ in continuità  con ciò che era  già in nuce dentro di me, da una serie di stimoli esterni e di riflessioni su di essi. Innanzitutto nasce dalla cronaca che talvolta sfiora semplicemente il fenomeno vedendolo solo come notizia, omettendo che dietro alla notizia ci sono persone, con delle storie, dei sogni, delle speranze, delle paure, non molto dissimili dalle nostre. Quindi dal malessere che queste storie suscitano in me col conseguente bisogno impellente di dar loro voce, utilizzando una dimensione narrativa, nella speranza, o nell’illusione, di poterle rendere accessibili a tutti e in particolare ai più giovani. Il libro è indirizzato ai ragazzini dai 10 anni in su e ragazzini sono i suoi protagonisti: il mio intento è stato quello di sollecitare un coinvolgimento significativo  e una forte risposta emotiva, un senso di empatia nei lettori , cambiando la loro percezione di ciò che troppo distrattamente ascoltano nei tg o leggono in rete, facendo avvertire una vicinanza che travalica ogni distanza fisica e storica. Ci tengo a puntualizzare che non si tratta di un reportage: i fatti che racconto hanno una base solida sull’attualità ma sono stati rielaborati attraverso la mia fantasia poiché non m’interessava l’aspetto storico di per sé quanto i suoi risvolti umani. Dicevo, indirizzato a lettori giovani ma in realtà sta riscuotendo un certo successo anche tra gli adulti, gli educatori, i genitori che immedesimandosi e commovendosi, diventano tramite con i bambini”.

I tuoi racconti mostrano una vicina partecipazione ai destini dei bimbi migranti, questa delicata attenzione nasce anche dalla tua esperienza di insegnante di scuola primaria ?

“Indubbiamente è così: se non fossi un’insegnante di scuola primaria, probabilmente non avrei sentito l’esigenza di trarre dal limbo, dove sono rinchiusi,  i miei tre personaggi, che sono poco più che bambini: un dodicenne siriano prigioniero in un campo profughi in Bosnia, una ragazzina afghana che vive  il ritorno dei Talebani nell’estate del 2021, e un giovane che fugge dal Ciad per costruire un futuro per sé e la sua famiglia (quest’ultima, peraltro, delle tre è l’unica storia che trova il suo  substrato nel racconto di un ragazzo che ha realmente vissuto alcune delle vicende narrate). Sono dunque tra storie in un libro che apparentemente è un libro di racconti ma che in realtà ha un epilogo da romanzo. Da insegnante che conosce i libri destinati a questa fascia d’età, ho scritto cercando di inserire elementi che destassero curiosità, che creassero attesa e suspense; e infine, sempre da insegnante, ho cercato di bilanciare la drammaticità degli eventi con un senso di leggerezza nel narrare, per non causare angoscia senza dare una via d’uscita. Un bambino è un bambino, ovunque esso si trovi, ha bisogno di giocare, di sognare, di fantasticare, di essere protetto, ha dei diritti che spesso vengono ignorati e calpestati: come parlare ai più piccoli di diritti se non attraverso vicende che li coinvolgano emotivamente? Io credo fermamente nella possibilità che abbiamo noi insegnanti di cambiare la rotta delle future generazioni e sento il senso di responsabilità che ciò comporta”.

Secondo te la scuola e la società si impegnano a sufficienza per far capire quanto sia fondamentale rispettare e vivere con persone di altre culture senza pregiudizio ?

“Io farei una distinzione tra scuola e società. La scuola non ha ancora perso la sua attitudine all’accoglienza, a quella che comunemente chiamiamo “inclusione”: ho e ho avuto alunni provenienti da diverse parti del mondo martoriate da guerra e povertà e da loro ho sempre imparato qualcosa, così come l’hanno imparato gli altri alunni. Non dico che è facile, giacché non sempre siamo supportati a livello di risorse, ma certamente ci spendiamo ogni giorno affinché la scuola pubblica sia laboratorio di emozioni e cooperazione, al di là di ogni retorica. Ben diverso mi sembra l’approccio sociale alla questione, fatto, senza voler generalizzare troppo, da molte chiacchiere, da innumerevoli proclami ma, in definitiva da stereotipi e pregiudizi  restii a scomparire. Ed è qui che ancora una volta entra in gioco la mia idea di Scuola come istituzione forte e in grado di smuovere qualcosa, partendo dai bambini e “sfruttando”, oltre che la loro freschezza emotiva, anche  la preziosa inclinazione verso la lettura che ancora è presente”.

Cosa serve per un’educazione alla convivenza pacifica senza conflitti ?

“Non so dare una risposta esaustiva a questa domanda, né conosco ricette o pozioni magiche; sicuramente serve partire dai più giovani, coinvolgere le loro famiglie, quando è possibile e laddove non fanno “muro”, serve non arrendersi alla superficialità, alla mediocrità, alla banalizzazione di tutto, compresi i sentimenti, serve, magari, prendere sul serio le questioni che riguardano il dolore e la sofferenza di chi subisce le guerre. Probabilmente è un lavoro sottotraccia, silenzioso e che necessita di esempi pratici più che di parole. Se scrivere un libro che racconta ciò che è più facile tacere può dare il suo piccolo contributo, serve anche scrivere, far conoscere, far leggere; per il resto, il discorso è troppo complesso. Ciascuno faccia ciò che può nella quotidianità credendoci davvero”.

Nel 2023 Ester Bonelli ha presentato il libro a Palermo in occasione di “Una marina di libri” e ha vinto il “Gazebo d’oro” per la Letteratura, un riconoscimento che da alcuni anni viene dato a Caltagirone a chi si distingue con la pubblicazione di libri segnalati per il loro valore. Dallo scorso novembre, sia in occasione della “Giornata dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza”, sia per le giornate di #ioleggoperchè e “Libriamoci” l’autrice ha parlato del libro ai ragazzini di alcune scuole secondarie di primo grado di Caltagirone.

Ester Bonelli nasce a Caltagirone, in provincia di Catania, nel 1968. Insegnante di scuola Primaria, si dedica alla lettura prima ancora che alla scrittura; tra i suoi autori preferiti, Dino Buzzati, Antonio Tabucchi, Italo Calvino, Vasco Pratolini e molti altri scrittori del Novecento. S’innamora della poesia fin da ragazzina, attraverso le poesie di Montale, che rimane uno dei poeti a lei più cari, accanto a Sinisgalli, Gatto, Cardarelli, Luzi. Inizia a scrivere brevi racconti sin da adolescente; collabora per alcuni anni con una emittente televisiva locale, Video Mediterraneo, e il giornale ad essa legato “I Mediterranei” dove cura rubriche dedicate ai libri. Dal 2016 lavora, per alcune stagioni, per la Giunti, in particolare per la rivista “La Vita Scolastica” dapprima occupandosi di didattica della lingua italiana e poi recensendo libri per bambini in un’apposita rubrica.  Alla scrittura in versi approda in età matura: nel 2019  pubblica alcune poesie sulla rivista letteraria “Lunarionuovo”, (https://www.lunarionuovo.it/comari/) partecipa a qualche concorso, ad alcuni contest, classificandosi ai primi posti;  arriva in finale al premio “Impavidarte”, nello stesso anno, e pubblica nell’antologia dell’edizione 2018-2019 la poesia finalista,  dal titolo “L’ombra di un uomo” che si aggiudica anche una menzione speciale della critica. Molto attiva sui social, alcune sue poesie e racconti brevi, vengono pubblicati sul blog “Lettera 32-Scrittori e Poeti allo Sbaraglio”, e sulla pagina Facebook dello stesso; una sua poesia, dal titolo “Il volto della clessidra” partecipa all’omonimo contest guadagnandosi la pubblicazione ancora sul blog. A giugno 2020 pubblica, con la casa editrice Nulla Die, la sua prima raccolta di poesie dal titolo “Come un cielo di Marzo”. Nell’estate del 2022, un suo breve racconto, dal titolo “Silenzio” viene inserito nell’antologia “Estate in cento parole” della casa editrice Giulio Perrone. A dicembre 2022, quattro tra le sue poesie vengono pubblicate sul blog Neobar  (https://neobar.org/2022/12/18/come-un-cielo-di-marzo-quattro-poesie-di-ester-bonelli-cipriano-gentilino/) . Altri suoi versi sono stati pubblicati, nel 2023, sulla rivista letteraria “Cultura oltre”.

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