Casa di riposo per anziani Maria Santissima delle Grazie: “per dire addio alla solitudine”

Giovanni Cavalluccio è uno dei responsabili della casa di riposo per anziani di Mirabella Maria Santissima delle Grazie, situata in Via Alessandro Volta, 4 . Le parole chiave per descriverla sono numerose, ma quella che le racchiude tutte è l’amore.

Ma andiamo ad approfondire meglio la sua storia con una breve intervista a riguardo concessaci proprio da Giovanni stesso.

Potresti parlarci meglio di questa struttura?

La nostra struttura è nata nel 2009, dopo anni di peripezie burocratiche.
Precisamente ha 15 anni, e il creatore è stato proprio mio padre, Cavalluccio Angelo. Da lì siamo arrivati poi ad aprire anche una struttura a Piazza Armerina, nel 2019, di cui si occupa mio padre assieme a mio zio Lorenzo Puglisi. In sostanza, tutta la famiglia lavora e si occupa di queste strutture sia in senso lavorativo e sia per l’organizzazione di eventi, ma se siamo dove siamo non è solo grazie alla famiglia ma anche al lavoro dei dipendenti.
I posti sono circa 45, 44 e l’età media è 90. La più giovane è di 68 anni, mentre la più grande ne ha 108.


Attraverso i social si può essere testimoni delle varie attività che svolgete. E la felicità sprizza da tutti i pori…quale è il vostro segreto e come vi organizzate?
Il nostro segreto è la passione. Partiamo dal presupposto che accogliamo gli anziani con il motto “per dire addio alla solitudine”. Di fatto il personale di cui mi avvalgo cerca sempre di mantenere vivo questo motto, mostrandosi molto valido e dimostrando sempre grande dedizione nel lavoro, nonostante i momenti di frustrazione che sono normali essendo esseri umani. Loro svolgono questo lavoro con dedizione, con passione, con gioia. Qui una persona si sente come se fosse in famiglia. Ognuno di noi ha i propri compiti, però ci aiutiamo tutti se c’è bisogno.


Durante l’anno voi siete molto sensibili agli eventi…?
Gli anziani sono la tradizione fatta persona. Quindi le tradizioni qui sono molto sentite, in particolare la festa di San Giuseppe, durante la quale i devoti al santo costruiscono degli altari davvero originali. Gli anziani sono molto coinvolti in questa festa, e partecipano ad alcune fasi di preparazione degli altari ma soprattutto ai momenti di preghiera.

Cosa ti lascia questo lavoro?
Personalmente, questo lavoro mi lascia una grande soddisfazione dal punto di vista umano. Vedere anche solo degli anziani che ti sorridono ti fa sentire bene. Sono delle piccole gioie della vita, quelle cose che ti fanno andare avanti, perché a livello imprenditoriale, organizzativo ed economico è molto  pesante.

 

Un sorriso, un semplice sorriso…eppure una grande gioia!

Quando si ha un cuore semplice anche un gesto come questo diventa un grande dono, un dono che è in grado di allietare la vita di tutti, pur nelle difficoltà.

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