Caltagirone, approvata mozione antimafia e riconoscimento di tre debiti fuori bilancio

Le criticità della sanità nostrana sono state, ancora una volta, oggetto di interventi in Consiglio comunale, durante l’ultima seduta (lunedì 16 giugno). Cristina Navarra è tornata a chiedere “la convocazione dell’Osservatorio sulla Sanità, che da troppo tempo non si riunisce”, mentre Simone Amato ha lamentato “l’avvenuta chiusura, in Ginecologia, dei servizi igienici in sala d’attesa, destinati ai pazienti esterni”. Sul tema – Osservatorio sanità è tornato Vincenzo Di Stefano, che ha pure stigmatizzato “un’ulteriore riduzione nel numero dei medici in Chirurgia” e proposto “la convocazione di un Consiglio straordinario sull’argomento – salute”. Roberto Gravina ha suggerito “azioni eclatanti per muovere le acque e avere dall’Asp le attese risposte”. Il vicesindaco Sergio Gruttadauria ha concordato sull’esigenza di “sollecitare le iniziative del caso su un tema strategico come la sanità”. Altre comunicazioni hanno riguardato “la necessità di interventi strutturali negli uffici comunali dell’Anagrafe e di una programmazione turistica nei giusti tempi” (Aldo Lo Bianco), “la richiesta di chiarimenti sui 16 milioni di euro residuati dall’attività dell’Organismo di liquidazione” (Mario Polizzi) e “la verifica sulla sussistenza di un consistente finanziamento regionale per interventi alla villa comunale” (Maria Di Costa).

Il Consiglio ha poi dato l’ok a maggioranza (l’opposizione si è infatti astenuta) a tre provvedimenti relativi al riconoscimento di altrettanti debiti fuori bilancio. Mentre i consiglieri di maggioranza hanno ritenuto inevitabile l’ok (intervenuta Di Costa), quelli di opposizione  – intervenuti Vincenzo Di Stefano, Cristina Navarra, Marco Failla, Aldo Lo Bianco e Mario Polizzi – hanno espresso critiche sul “sopravvenire di debiti fuori bilancio che già incombevano, ma di cui il Consiglio non è stato reso edotto – questa la loro valutazione – nei tempi dovuti dall’Amministrazione”.

L’assise ha infine approvato all’unanimità una mozione presentata dal gruppo “Per la città che vogliamo” (Mario Polizzi, Vincenzo Di Stefano, Simone Amato e Marco Failla), così come parzialmente modificata con un emendamento (prima firmataria Valentina Messina). La mozione, che riproduce appositamente un testo già presentato alcuni anni fa da Anci Giovani, impegna l’Amministrazione comunale “a costituirsi parte civile nei processi contro le attività criminose di stampo mafioso riguardanti il territorio comunale, a mettere in campo strumenti amministrativi per rafforzare la piena trasparenza delle procedure di appalto, a istituire e/o rafforzare il nucleo di polizia locale dedito in via esclusiva a perseguire lo sfruttamento illegale di manodopera nei cantieri, ad attivare percorsi di sensibilizzazione nelle scuole, a promuovere forme di partecipazione alla vita democratica locale, una campagna di informazione contro il racket e l’usura e a istituire un regolamento con misure di contrasto alla mafia, alla corruzione, al gioco d’azzardo, al racket e a sostegno delle imprese che denunciano”.

Il documento è stato oggetto di un’ampia e appassionata illustrazione da parte di Polizzi. Intervenuti a sostegno il presidente Massimo Alparone, il vicesindaco Gruttadauria e i consiglieri Andrea Bizzini, Lo Bianco, Messina, Vincenzo Di Stefano, Navarra, Sergio Domenica, Luca Distefano, Failla.

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