Rischio idrogeologico, stabiliti i ruoli degli enti coinvolti per il contrasto

Una direttiva per la salvaguardia del territorio che stabilisce le azioni di previsione, prevenzione e protezione nel contrasto al dissesto idrogeologico. È il provvedimento emanato dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, per regolamentare le azioni di tutti i soggetti coinvolti nella gestione della mitigazione del rischio e fare chiarezza su compiti e ruoli.

Secondo la direttiva, alla Protezione civile saranno affidate la fase della gestione delle criticità e la programmazione dei necessari interventi di messa in sicurezza; all’Autorità di bacino, la pianificazione dei livelli di rischio attraverso il Piano per l’assetto idrogeologico (Pai) e l’individuazione delle priorità di intervento; all’Ufficio commissariale per il contrasto al dissesto idrogeologico la programmazione e l’attuazione degli interventi.

«Abbiamo posto le basi per avviare un più efficace coordinamento delle forze e delle risorse impiegate nella tutela del territorio – afferma Schifani –. Ci impegniamo a garantire una maggiore tempestività degli interventi, puntando principalmente sulla prevenzione. La mitigazione del rischio idrogeologico è uno degli obiettivi prioritari del mio governo perché legata non solo alla sicurezza ma anche alla vivibilità di gran parte della Sicilia».

La direttiva, redatta dall’Autorità di bacino della Presidenza, è stata condivisa dal dipartimento regionale di Protezione civile e dalla Struttura commissariale per il contrasto al dissesto idrogeologico. “Per l’attuazione dei vari aspetti, i soggetti deputati alle diverse attività – si legge nel documento – in coordinamento tra loro, costituiranno specifici accordi istituzionali attraverso i quali regolamentare le attività tecniche da porre in essere”.

Gli enti territoriali, in considerazione della loro presenza capillare, avranno il compito di stilare mappe integrate degli scenari di rischio che serviranno a definire il Documento di indirizzo alla progettazione (Dip), in cui sono indicate le soluzioni progettuali che verranno sviluppate con gli studi tecnici necessari. La direttiva prevede, inoltre, attività di monitoraggio e manutenzione delle opere, realizzate dai vari enti coinvolti, e la revisione e l’aggiornamento del Pai da parte dell’Autorità di bacino.

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