Palagonia, i figli dei coniugi uccisi chiedono giustizia: “Siamo rimasti soli”

“Tre anni senza giustizia”. Questo quanto dichiarato dai figli dei coniugi uccisi il 30 agosto 2015 a Palagonia.

Vincenzo Solano e Mercedes Ibanez Pomerol, di 68 e 70 anni, erano nella loro casa, quando durante la notte sono stati uccisi da un ivoriano di 20 anni residente al Cara Mineo.

La figlia Rosita Solano: “Confidiamo nella giustizia, vogliamo che quella persona non esca più dal carcere, che paghi per quello che ha fatto anche se nulla riporterà indietro i nostri genitori. Il ministero dell’Interno in quel periodo avrebbe dovuto vigilare sugli ospiti del Cara di Mineo, le autorità dell’epoca sono responsabili per quello che è successo. Nessuno si è fatto sentire, nessuno ci ha chiesto scusa. Siamo rimasti soli”.

Una tragedia indelebile per Rosita e Manuela Solano, che oggi ricorderanno i genitori a Palagonia con l’intitolazione della piazza, tre anni dopo il delitto. “La nostra vita è stata sconvolta – conclude l’insegnante – ho deciso di non chiudermi nel dolore ma di portare avanti una battaglia per la tutela delle vittime di reati violenti, per fare in modo che l’orrore non si ripeta”.

 

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