Con la deposizione di una corona d’alloro da parte del sindaco, Ignazio Abbate, alla lapide che ricorda l’alluvione del 26 settembre 1902* posta nell’atrio di Palazzo San Domenico, sede del Comune, si è conclusa ieri sera la cerimonia del 116° anniversario di quel tragico evento che colpì la Città di Modica.
Una Santa Messa nella Chiesa di Santa Maria di Betlem officiata dai parroci Don Antonio Forgione e Don Ernesto Scarso ha preceduto la posa della corona.
Presenti alla ricorrenza oltre il primo cittadino, esponenti della giunta, il presidente del consiglio comunale,Minioto, alcuni consiglieri e i rappresentanti della forze dell’ordine della città.
* Nella notte tra il 25 e il 26 settembre del 1902 gli abitanti di Modica furono svegliati da una catastrofe.
Pioveva ormai da più di 24 ore e la quantità di acqua precipitata a terra era ormai pari alla metà di quella che, di solito nella zona, cade in un anno.
Le strade del centro abitato si erano trasformate in veri e propri fiumi, le campagne erano ormai devastate, con raccolti distrutti e campi allagati. Ma durante la notte, intorno alle quattro, il volume della pioggia aumentò improvvisamente a dismisura. La terra non era più in grado di contenerla e la devastazione era imminente; nel giro di venti minuti si consumò la tragedia.
La furia dell’acqua imperversò per 20 lunghi minuti durante i quali l’inondazione, senza alcuna tregua, distrusse e devastò tutta la città. Sotto piazza San Domenico il letto coperto del fiume scoppiò e l’acqua arrivò fino a dieci metri di altezza. Poco prima delle cinque la devastazione e la furia delle acque erano finite.
L’allarme era rientrato, ma il bilancio era tra i peggiori mai visti: 112 morti, abitazioni ed edifici pubblici devastati, danni inestimabili nelle campagne. Una piccola apocalisse si era consumata.