Comiso, restano senza lavoro 30 dipendenti della residenza sanitaria per anziani

Oggi sara’ l’ultimo giorno di lavoro, come riporta nuovosud.it, per trenta dipendenti della Residenza sanitaria per anziani di Comiso dell’Asp di Ragusa.

A sottolinearlo e’ il segretario territoriale della Fisascat Cisl di Ragusa, Salvatore Scannavino, il quale sottolinea come, da domani, domenica 1 luglio, sara’ da considerarsi interrotto il contratto in regime di proroga con la Medicare che gestiva la struttura. E la cooperativa, stando cosi’ le cose, non ha potuto fare altro se non interrompere il rapporto di lavoro con i dipendenti che, adesso, sono senza occupazione. “Una vicenda davvero stonata e, se vogliamo, paradossale – dice Scannavino – visto che e’ accaduto a qualche ora di distanza dalla firma dei contratti per stabilizzare 53 dirigenti medici. E tutto cio’ da parte della stessa Asp che, da una parte, celebra il lavoro, com’e’ giusto che sia, con l’attivazione di nuovi rapporti a tempo indeterminato, e dall’altro, invece, ha creato una sorta di funerale dell’occupazione, togliendo speranza e possibilita’ di futuro a trenta persone, che con le loro competenze e professionalita’ hanno reso questo servizio un vero fiore all’occhiello della sanita’ ragusana. Abbiamo cercato di trovare le strade che potessero scongiurare tutto cio’. Ma non e’ stato possibile.

Al momento, non ci sentiamo di lanciare accuse nei confronti di chicchessia. Prendiamo solo atto di quanto accaduto e del fatto che a farne le spese saranno trenta persone che, da domani, dovranno cercare di individuare un nuovo percorso occupazionale. E sappiamo quanto cio’ non sara’ affatto semplice. L’Asp di Ragusa – conclude il sindacalista- ha ufficializzato il fatto che intende garantire il servizio di gestione della Rsa di Comiso con risorse interne. Una scelta che non abbiamo condiviso sin dall’inizio e che, pero’, e’ risultata, alla luce dei fatti, per come riferito dall’Asp piu’ volte, inevitabile. Esprimiamo la nostra solidarieta’ ai lavoratori e cercheremo di far si’ che possano essere avviati percorsi di ricollocazione occupazionale il piu’ possibile negli ambiti di competenza”.

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