Cara Mineo, in tanti rischiano il posto e verso il licenziamento

Si avvicina, al Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Mineo, il momento, come riporta siciliareport.com, della “staffetta” fra la società Consorzio Nuova Cara Mineo, che ha gestito la struttura dal 1° ottobre del 2014 e che, per via di alcune proroghe, se ne occuperà sino al prossimo 30 settembre, e le società aggiudicatarie in via provvisoria dei quattro lotti in cui è stato suddiviso il nuovo appalto, con il quale il numero massimo di profughi da ospitare è stato limitato a 2400, vale a dire 600 in meno del passato, quando pure, in situazioni di particolare emergenza, si è arrivati a quota quattromila, rendendo persino necessaria l’assunzione a tempo determinato di ulteriore personale.

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Nella Prefettura di Catania, dove è stato prima elaborato il bando sulla base di precisi “paletti” e poi, attraverso un’apposita commissione, si è proceduto alla formazione delle graduatorie, si susseguono gli incontri utili a mettere a punto ogni dettaglio in modo che si arrivi nel migliore dei modi all’avvio della nuova gestione.

Intanto la società consortile uscente, in vista dell’ormai prossima cessazione della propria attività di gestione amministrativa, assistenza generica alla persona e di pulizia e igiene ambientale del Centro, ha aperto la procedura per il licenziamento collettivo delle 302 persone con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Si tratta di un passaggio inevitabile, che suscita, però, preoccupazioni fra i lavoratori e i sindacati. Aleggiano, infatti, pesanti interrogativi sulla “tenuta” occupazionale della struttura. Si teme una “cura dimagrante” per l’occupazione. E, in un territorio come il Calatino, un’area interna che, nonostante le non poche potenzialità, è caratterizzata da un alto tasso di disoccupazione e da un costante abbandono dei piccoli centri (alcuni dei quali sempre più “fantasma”), tutto ciò rischia di avere effetti devastanti.

A chiedere che si faccia chiarezza è la Cgil, con la segretaria regionale Mimma Argurio, il segretario generale Filcams Sicilia Salvo Leonardi, il segretario generale di Caltagirone Salvatore Brigadeci e il segretario della Filcams calatina, Francesco D’Amico, di recente ricevuti in Prefettura, insieme a una delegazione di lavoratori, dal vice-prefetto Tommaso Mondello. I sindacalisti, pur apprezzando «l’operato della commissione, nonché l’oculato e attento esame delle offerte», paventano «una riduzione dei livelli occupazionali, che aggraverebbe l’attuale crisi economica del Calatino, ma anche una probabile riduzione di ore di lavoro che, oltre a pregiudicare il sostentamento minimo per le lavoratrici e i lavoratori, minaccia di trasformarsi in un serio danno all’utenza per via di un fisiologico peggioramento dei servizi». Secondo la Cgil, «con il nuovo corso, nel quale non è contemplata la copresenza nei servizi alla persona, si perderanno 48mila ore all’anno. A ciò si aggiunge la mancata previsione delle figure degli autisti (13) e di addetti ai servizi vari (24), per un’ulteriore diminuzione di personale».

Insomma, secondo i calcoli del sindacato, si profilano tagli per oltre 100 unità. E la stessa clausola sociale non sembra rappresentare una scialuppa di salvataggio per tutti, perché operante «solo dopo una verifica di compatibilità fra il numero dei lavoratori e la qualifica degli stessi in quanto armonizzabili con l’organizzazione dell’impresa e con le esigenze tecnico – organizzative del servizio». Da fonti vicine alla Prefettura filtra, invece, la considerazione che è prematuro parlare di tagli al personale e che ogni sforzo sarà indirizzato a scongiurare questa ipotesi.

I numeri

Al Cara in alcuni anni sono stati ospitati sino 4.000 migranti. Il centro negli anni ha creati centinaia di posti di lavoro dando un sollievo alla perenne crisi economica nel comprensorio grazie a 397 contratti sottoscritti a tempo parziale. L’indotto stimato per la sola Mineo è di 140 mila euro spesi in acquisti ogni anno. Attualmente sono presenti circa 2.200 ospiti, gli operatori sotto contratto ( part-time) sono circa 300.

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