A Caltagirone nessuno perde ‘la testa’… una mostra unica nel suo genere.

A Caltagirone, la famosa città siciliana della ceramica conosciuta in tutto il mondo, ci sono alcuni caratteristici manufatti, ovviamente in ceramica, che da sempre vengono associati alla ‘regina degli Erei’, come viene comunemente definita Caltagirone. Uno di questi è la pigna oggetto che troverete in tutti i negozi della cittadina calatina, l’altro è la testa di moro nelle due versioni, maschile e femminile.  Proprio alle teste di moro è dedicata la mostra che ha riscosso notevole successo di pubblico, è intitolata: “Teste di Caltagirone,- Vaso antropomorfo maiolicato”. Presso la sede del municipio a Palazzo dell’Aquila è stato allestito un percorso nel quale le varie opere delle teste di moro realizzate dai maestri ceramisti ‘sfilano’ in sequenza dal cortile interno, lungo le scalinate a destra e sinistra e, infine sul pianerottolo del primo piamo. Opere storiche e uniche realizzate nel corso del tempo.

La mostra è stato un successo inaspettato, ma meritato, inaugurata il 29 agosto doveva concludersi l’8 ottobre, ma l’affluenza eccezionale di visitatori, sia italiani che stranieri – si parla di circa 25.000 persone – ha determinato un prolungarsi fino all’8 di gennaio 2024.

Entusiasta il sindaco Fabio Roccuzzo che ha dichiarato come “la mostra sulle teste di Caltagirone sta andando benissimo. È una mostra che abbiamo realizzato, grazie alla collaborazione con l’ associazione dei ceramisti della nostra città, coordinata dal ceramista Nicola Parrinello, è una mostra che ha riscosso un successo straordinario che è stata visitata da migliaia e migliaia di persone che in questi giorni sta arricchendo l’offerta turistica e culturale della nostra città mostra che consideriamo in qualche modo l’offerta preziosa della città di Caltagirone a tutti coloro che la vengono a visitare.”

Anche Claudio Lo Monaco , assessore alla cultura di Caltagirone ha espresso la massima soddisfazione dichiarando che “la mostra è stata principalmente organizzata per la prima volta al Palazzo dell’Aquila ma l’aspetto  Importante era quello di affermare come esiste storicamente la ‘testa di Caltagirone’ vaso antropomorfo ceramizzato.” Lo Monaco che la scorsa settimana è divenuto vice presidente dell’associazione AICC (associazione italiana città della ceramica che raggruppa 56 città in Italia) ha raccontato che “di questo vaso le prime testimonianze si hanno già nel V secolo a.C. Proprio grazie il ritrovamento di testimonianze ceramiche. I
vasi antropomorfi erano già presenti prima del dominio arabo. I primi  ritrovamenti li abbiamo all’inizio del ‘900 grazie a Paolo Orsi, grande archeologo, che scopre nel territorio di Caltagirone testimonianze di vasi antropomorfi. La mostra – continua Lo Monaco –  oltre la produzione contemporanea testimonianza degli anni ’50 dell’ex istituto d’arte oggi liceo artistico. Sono perlopiù opere di Antonino Ragona che è stato uno dei più grandi ceramologi italiani del secolo scorso.”
Sono previsti altri eventi di rilievo a Caltagirone? Chiediamo all’assessore.
“Proprio oggi è stata inaugurata la mostra che si chiama Lumen Luminis che è dedicata a tutta la produzione dell’arte presepistica di Caltagirone ricordando che l’arte del presepe come la ceramica , oggi è patrimonio immateriale dell’umanità per riconoscimento avuto tra il 2006 e il 2008. Esattamente sono registrati al numero 22 libro dei saperi al registro delle eredità immateriali Sicilia. Come previsto dalla convenzione Unesco di Parigi del 2003.”
Lo Monaco che è sembrato davvero molto legato alla sua città ha tenuto a precisare anche che “la ceramica di Caltagirone è l’unica delle ceramiche italiane che ha ottenuto il riconoscimento di patrimonio immateriale dell’umanità. E Caltagirone città patrimonio dell’umanità dal 29 giugno 2002.”
L’assessore ha informato che dal precedente record di 11mila presenze, toccato a ottobre, si è già arrivati a oltre 25mila visitatori. Un calcolo che è stato possibile tenere grazie al registro firme presente all’ingresso della mostra.

Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente dell’associazione ceramisti, Nicolò Parrinello, ideatore, assieme ad altri colleghi dell’iniziativa.  “Per fortuna è stato un grande successo considerando che era partita come una cosa fatta in casa senza nessun onere da parte del comune, con l’aiuto di alcuni colleghi ceramisti fino ad arrivare a una ventina di partecipazioni.” ha dichiarato con soddisfazione.”  Il  comune però vi ha supportato?Chiediamo. “Il comune ci ha dato una bella opportunità perchè l’amministrazione ha concesso l’apertura del municipio, dandoci una location molto bella con una sala importante che ha dato risalto alla nostra esposizione.”
Cosa ne pensa del successo ottenuto? Preparerete altri eventi?
“Se effettivamente questa mostra che è stata pensata e realizzata senza nessun intervento da persone competenti in materia ha avuto questo grande successo, vuol dire che la gente arriva a Caltagirone ed è curiosa di vedere ciò che Caltagirone produce. Curiosa di conoscere le eccellenze e gli artigiani ceramisti. Quindi in conclusione l’idea è quella di ritornare a parlare con l’amministrazione comunale che si è dimostrata molto sensibile e attenta a questo comparto per riproporre una mostra allestita con più oggetti e permanente all’interno del Palazzo di Città.” Ha concluso Parrinello paventando la possibilità che un giorno possa esservi una mostra permanente a Caltagirone.

Soddisfazione, infine, è stata espressa anche dai vertici dell’azienda Leone AC, che cura i marchi Expert Leone e Kasanova, una delle ditte promotrici dell’evento. Un importante contributo offerto per la città e la cultura. “Siamo stati lieti di aderire alla prestigiosa mostra ‘Teste di Caltagirone-Vaso antropomorfo maiolicato’ perché questo caratteristico manufatto racconta la storia della Città di Caltagirone, nella quale la nostra Azienda opera sin dal 1951. La Mostra, visitata da oltre venticinquemila  visitatori, continuerà fino ai primi mesi del 2024, anno che vedrà una lieta sorpresa per tutti gli affezionati dei nostri negozi Expert Leone e Kasanova”.

La mostra è visitabile tutti i giorni – ingresso gratuito – dalle 9 alle 18, ed è il  frutto della collaborazione tra l’altro, con l’Istituto superiore “Bonaventura Secusio” (di cui il Liceo artistico fa parte), l’associazione “Genius Loci”, l’Associazione italiana città della ceramica, AICC e l’ACC (Associazione ceramisti di Caltagirone) con la collaborazione del Servizio turistico regionale 14 Catania e delle ditte “AZetaLuce” e “Leone AC”.

 

LA STORIA – La leggenda dietro la Testa di Moro
Per chi non lo sapesse, dietro al vaso antropomorfo circola una leggenda crudele, ma che aggiunge fascino a questo oggetto artistico.
Come accade sempre ne esistono diverse versioni. Quella ufficiale è che una giovane donna si fosse innamorata di un Moro, un arabo, che si trovava lì come soldato durante la dominazione dell’isola. Tra i due scoppiò subito l’amore e la relazione durò per qualche tempo finché l’uomo non confessò alla giovane di essere già sposato e di avere dei figli. In più, le disse che presto sarebbe tornato a casa e che quindi la relazione doveva finire. La giovane quindi si sentì immediatamente tradita dall’uomo che, per lungo tempo, non era riuscito a confessargli la verità. Presa dalla rabbia, lo uccise decapitandolo. Usò poi la testa, appunto, del Moro per costruirci un vaso in cui piantò del basilico. Questo crebbe in modo rigoglioso, tanto da attirare l’attenzione dei vicini che si domandavano quale fosse il segreto della giovane. In molti, così, iniziarono a farsi costruire dei vasi a forma di testa, sperando di ottenere un simile risultato.

Come in tutte le leggende, ne esistono molte varianti. La più comune è che la storia dei due fosse clandestina e che, una volta scoperta dalla famiglia della giovane, questa li decapitò entrambi. Insomma, non importa come questo bellissimo vaso sia nato perché oggi è presente in molti balconi e giardini italiani e riesce a dare un profondo tocco di personalità a ogni casa, raccontandoci anche la storia di questa straordinaria regione.

Francesco Digiorgio

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