Scontro sui fondi siccità: Ministero e Sicilia parlano cifre diverse. “Alla Sicilia solo 1 milione e 200mila euro”

La questione dei fondi per contrastare l’emergenza siccità in Sicilia si trasforma in un caso. Da un lato, il Ministero dell’Agricoltura guidato da Francesco Lollobrigida parla di 180 milioni di euro stanziati per il 2022 e il 2023. Dall’altro, la Regione siciliana sostiene di aver ricevuto solo 1 milione e 200mila euro.

Mancano all’appello 178 milioni?

Al centro della polemica c’è la ripartizione dei fondi. Secondo il dipartimento dell’Agricoltura siciliana, dei 100 milioni stanziati per il 2022, alla Sicilia ne sono stati assegnati solo 1.026.913,87 euro. Stessa storia per gli 80 milioni destinati al 2023: alla Regione sono spettati appena 200mila euro.

Il sindaco di Mineo denuncia: “Non sappiamo come verranno utilizzati i soldi”

Giuseppe Mistretta, sindaco di Mineo, denuncia la mancanza di trasparenza da parte della Regione: “Non sappiamo che fine hanno fatto questi soldi né come verranno utilizzati, per quali province o per quali settori produttivi del comparto agricolo saranno destinati. Non sappiamo nulla”.

La Regione: “Stiamo lavorando per regolarizzare i pozzi e utilizzare le acque reflue”

L’assessore regionale all’Agricoltura, Dario Cartabellotta, replica alle accuse: “Stiamo lavorando per regolarizzare i pozzi non dichiarati e per utilizzare le acque reflue. La partita è ancora aperta”.

La campagna agrumaria si chiude con il crollo dei prezzi

Intanto, la campagna agrumaria si chiude con il crollo dei prezzi delle arance tardive, invendute e destinate all’industria a 20 o addirittura 15 centesimi al chilo. “Occorre un intervento immediato per aiutare le aziende agricole in difficoltà”, chiede Mistretta.

La soluzione: una nuova legge nazionale o un provvedimento transitorio?

Nella risposta del Ministero dell’Agricoltura al Comune di Mineo si ipotizza la possibilità di regolarizzare i pozzi non dichiarati con una nuova legge nazionale o un provvedimento transitorio in caso di stato di emergenza.

La partita è ancora aperta, con tanti interrogativi e incognite sul destino dei fondi e sul futuro dell’agricoltura siciliana.

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