’Ndrangheta, vogliono uccidere Gratteri: rafforzata la scorta

Da un Paese straniero è arrivata un’informativa ai nostri servizi secondo cui le Ndrine sarebbero pronte a far saltare in aria Nicola Gratteri, è stata quindi rinforzata la sua scorta e quella della sua famiglia.

A dare la notizia è stato il Fatto Quotidiano e l’allarme arriva dal Sudamerica: i servizi segreti di un Paese straniero avrebbero intercettato una comunicazione sospetta – ovviamente secretata – secondo cui è in atto un piano per eliminare il Magistrato Calabrese Gratteri nel tragitto tra casa e la Procura di Catanzaro. I clan starebbero preparando un ordigno collegato a un telecomando, una modalità che ricorda da vicino Falcone e Borsellino. Secondo quanto riferito il piano è in fase avanzata.

Non è un caso che a scoprire il piano si sia arrivati attraverso una triangolazione con l’estero: le famiglie che l’hanno organizzato vedrebbero i propri affari messi in pericolo dalle inchieste della Procura di Catanzaro sulle propaggini ‘ndranghetistiche in Sudamerica e negli Stati Uniti.

Secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano, i servizi hanno informato il ministero dell’Interno e la scorta a Gratteri è stata rinforzata con l’aggiunta di altre tre autovetture blindate. Una di esse è munita di “bomb jammer”, meccanismo che serve per inibire le frequenze gsm e tutte le altre utilizzate per le trasmissioni radio e cellulari. Un modo per disturbare l’eventuale attuazione di ordigni.

È lungo l’elenco delle minacce rivolte a Gratteri nel corso degli anni, che non sono mancate neanche dopo il blitz “Rinascita Scott”: in quel caso fu segnalato un piano omicida mediante un fucile ad alto potenziale, orchestrato dalle cosche che, per portarlo a termine, avrebbero anche assoldato un killer.

Solo due giorni fa Nicola Gratteri era candidato come Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, bocciato dal plenum del Csm con 7 voti contro i 13 indirizzati a Giovanni Melillo.

Nino Di Matteo ha lanciato un allarme rispetto all’isolamento dei magistrati in prima linea: una situazione tristemente già vissuta dal nostro Paese, che tra pochi giorni commemorerà il trentennale delle stragi del ’92 che videro vittime Falcone con la moglie, Borsellino e gli agenti della scorta.

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