Il Giro d’Italia non si ferma mai

Che fine hanno fatto i ciclisti dopo la disavventura siciliana in Abruzzo?
Gli inizi della 107^ edizione del Giro d’Italia di ciclismo, sono stati strabilianti e hanno fatto emozionare anche i non appassionati, nella maestosità dei paesaggi che ci hanno regalato e che ci hanno fatto ammirare.
Oggi 11 maggio l’ottava tappa Spoleto-Prati di
Tivo di 152 km, dislivello 3.850 m, con la classifica rimasta invariata.
In testa alla classifica generale lo sloveno Tadej Pogacar che ha mantenuto la maglia rosa di leader al termine della settima tappa, dominando la cronometro Foligno-Perugia davanti a un ottimo Filippo Ganna, battuto solo dalla prova di forza del Leader sulla salita finale. Lo Sloveno aveva già vinto la quinta tappa del Giro di 178 km da Genova a Lucca.
La Città del due Mondi, patrimonio mondiale dell’Unesco, è in festa con ombrelli rosa sospesi in aria, che varcano il bellissimo borgo monumentale, a dimostrare che in Umbria il cambiamento climatico della siccitá non esiste.
Chi si ferma è perduto, ma non si ha memoria negli ultimi vent’anni di partenze dal centro storico sventrato dal sisma del 2016, ma che adesso è visitabile in tutta la sua bellezza da turisti e villeggianti.
Il Paese di Don Matteo si trova nella parte meridionale della Valle Umbra, racchiuso all’interno di una grandissima pianura dove un tempo sorgeva anche un lago,
Nella gastronomia primeggiano gli Strangozzi, un tipico primo piatto di origine umile e antica di forma simile alle stringhe di cuoio delle scarpe, con un impasto a base di farina e senza uova. che si abbinano a condimenti semplici, come l’olio spoletino e i prodotti del bosco, quali asparagi selvatici, funghi, tartufi.
Tra i tanti dolci tradizionali senza dubbio quello più tipico è la Crescionda, sconosciuto nel resto dell’Umbria, a 3 strati, formati da farina, amaretti, latte, uova e cioccolata.
Ma il dolce è tipico del Natale è l’Attorta, un serpentone che altrove si chiama “Rocciata” e ricorda il più nordico “Strudel”.
Altra delizia per i palati più raffinati sono le Castagnole, un l’impasto di uova, zucchero, farina e strutto, ai quali si aggiungono miele, mistrà e una spruzzatina di alchermes.
Tra i punti d’interesse primeggia il tracciato dell’ex ferrovia Spoleto-Norcia di 51 km inaugurato nel 1926 e operativo fino al 1968, considerato un capolavoro di ingegneria ferroviaria e di inserimento ambientale, immerso in un incantevole scenario naturale, in una greenway fruibile a piedi o in bicicletta, che è stato premiato come migliore via green d’Italia. Altra meraviglia la Rocca Albornoz costruita intorno al 1360 dall’omonimo Cardinale in vista del rientro definitivo della sede papale da Avignone a Roma che ospita il Museo Nazionale del Ducato di Spoleto.
Al di sotto della Rocca si erge il maestoso Ponte delle Torri, ammirato anche dallo scrittore francese Stendhal, un tempo acquedotto, con un camminamento di 230 metri che consente di raggiungere in pochi minuti il Monteluco, montagna cara a San Francesco e agli spoletini.
Dall’alto della scalinata di via dell’Arringo si apre la splendida vista sulla scenografica Piazza Duomo, dove si svolge ogni anno il concerto finale del famoso Festival che dal 1958 trasforma la città in un grande palcoscenico attraendo artisti e appassionati di musica, teatro, danza, con la Cattedrale di Santa Maria Assunta, fulcro spirituale della città, risalente al XII secolo, e il Teatro Caio Melisso, uno dei più antichi teatri italiani a palchetti.
Altra delizia architettonica sono il Palazzo Collicola, un imponente edificio gentilizio costruito tra il 1717 e il 1730 con centodieci stanze ordinate su quattro livelli, che ospita la Galleria d’Arte e la Biblioteca Carandente, notevolissima raccolta d’arte contemporanea con oltre trentamila volumi e il Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti che fu costruito tra il 1854 e il 1864 su progetto dell’ingegnere marchigiano Ireneo Aleandri.
Il percorso inizia in salita e si inerspica nella salitona di Gavelli di 28 Km, dopo aver attraversato la ridente cittadina di Sant’Anatolia di Narco e accarezzato il Comune di Monteleone di Spoleto, terra di Farro DOP e confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie.
Il bellissimo borgo medievale il 21 ottobre 2020 ha ospitato la Prima Corsa Campestre del Cammino di San Benedetto, in occasione della collocazione al bivio per Roccaporena, cittá natale delle virtù degli impossibili, della statua di Santa Rita donata dal devoto Sarkis e realizzata dall’Artista Nayef Alwan in pietra del Libano.
Il traguardo a 1450 metri di altezza, nel massiccio del Gran Sasso, sulle cime degli Appennini può contribuire a nuovi scossoni.
Un’ascesa per il secondo GPM di 1^ categoria dopo quello al Santuario di Oropa, con una pendenza media tra il 6 e l’8%.
La tappa però non sarà impegnativa solo alla fine, e con il GPM di 2^categoria di Rocca Capistrello al chilometro 37, si pedalerà sempre tra i 700 e i 1000 metri di altitudine , fino a Croce Appio, GPM di 3^ categoria.
Ci sono anche i traguardi volanti a Leonessa e a Pietracamela, con il traguardo dell’Intero Giro al km 104 a Capitignano.
Probabile una numerosa fuga di giornata, con gli uomini di classifica che potrebbero accontentarsi di entrare in ballo nella salita conclusiva. Da non escludere però che qualcuno possa tentare subito la sorpresa, movimentando una corsa che sembra già saldamente nelle mani di Pogacar.
Lo stesso Capitano della UAE-Emiratess è in gran forma e può già pensare di dare la spallata definitiva agli avversari, con l’ennesimo segnale della sua superiorità, senza aspettare di essere attaccato per dare spettacolo.
L’orario di partenza è fissato alle 12,45, mentre quello di arrivo è stimato tra le 17 e le 17,30.

 

Angelo Vincenzo Grasso

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