Trent’anni di carcere per chi uccide donna incinta: in cosa consiste il ddl Ronzulli

L’omicidio di Giulia Tramontano e del suo bambino che portava in grembo è stata come una goccia che ha fatto traboccare il vaso: è l’ultimo di una serie di femminicidi in Italia che già nei primi mesi del 2023 è arrivata a quota 14.

Quello di Giulia ha scosso particolarmente non solo per l’efferatezza dell’omicidio e il modo in cui è stato trattato dopo il cadavere (il tentativo di bruciarlo e occultarlo), ma anche perché la giovane 29enne era incinta al settimo mese. E quindi si è tornati a discutere sul fatto che la legge italiana non prevede il riconoscimento del duplice omicidio in caso di assassinio di una donna in stato di gravidanza, indipendentemente dal mese di avanzamento della stessa.

Da qui il disegno di legge presentato a Palazzo Madama dalla capogruppo di Forza Italia, la senatrice Licia Ronzulli, che “riconosce il duplice omicidio quando la vittima di un delitto è una donna in gravidanza, prevedendo pene più gravi”. Il disegno di legge interviene con una modifica al codice penale, aggiungendo dopo l’articolo 575 il seguente: “Chiunque cagiona la morte di una donna in stato di gravidanza è punito con la reclusione non inferiore ad anni trenta”.

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