Il cambiamento climatico in corso ci impone scelte strutturali che promuovono un uso sostenibile e prolungato dell’acqua, per questo motivo la Sicilia è stata tra le prime regioni in Italia a recepire la direttiva Ue per il riutilizzo delle acque depurate.
L’acqua che usiamo quotidianamente, dopo il suo utilizzo viene considerata contaminata perché i suoi parametri chimico-fisico non la rendono più utilizzabile. Queste acque reflue vengono allontanate tramite il sistema fognario ed è necessario mettere in atto un processo di regimentazione di questi liquidi di scarto. L’obiettivo è quello di trasformare le acque inquinate per re-immetterle in ambiente attraverso gli impianti di depurazione.
SANZIONI
Paghiamo all’Europa 50 milioni di euro all’anno per le infrazioni contestate in materia di depurazione che in nove anni fanno 450 milioni. Immaginate con questa somma le infrastrutture che si sarebbero potute realizzare. Le procedure di infrazione sulle acque reflue aperte a carico dell’Italia ad oggi sono quattro. La Sicilia è interessata da tutte e quattro le procedure ed è la prima regione come numero di agglomerati coinvolti. Il commissario straordinario unico per la depurazione, Fabio Fatuzzo, il 30 agosto scorso, nel corso di una conferenza stampa ha fatto il punto sullo stato e sulle prospettive della depurazione in Sicilia. Fatuzzo sta attuando 67 interventi di realizzazione di reti fognarie ad adeguamento di depuratori in tutte le province siciliane esclusa quella di Enna. Ma l’obiettivo è soprattutto quello di riutilizzare le acque depurate.
COSA BISOGNA FARE
L’acqua che si depura va riutilizzata evitando di sprecarla scaricando a mare. Dobbiamo far sì che si utilizzi per uso agricolo e industriale, purché sia raffinata secondo le norme. Il presidente della Regione Renato Schifani ha condiviso quanto sia fondamentale ed indifferibile avviare questa strategia.
Ci sono tantissime cose da fare, servono nuove politiche e un nuovo approccio culturale all’utilizzo dell’acqua. In questo quadro di siccità che stiamo vivendo in Sicilia, andrebbe immaginata una norma che preveda due condotte nelle nuove costruzioni, una per portare nelle nostre case acqua a uso potabile e un’altra per acqua non destinata a uso potabile, per esempio per gli sciacquoni dei bagni.
COME FUNZIONANO I DEPURATORI
L’acqua contaminata viene inviata a un impianto di depurazione e subisce svariati trattamenti per eliminare gli agenti contaminanti. Vengono effettuati i primi trattamenti fisici per rimuovere materiale grossolano attraverso la grigliatura, gli altri solidi in sospensione vengono fatti successivamente sedimentare con la dissabiatura e vengono separati oli e grassi. Seguono i trattamenti chimici: vengono inserite in acqua specifiche sostanze che, reagendo con gli elementi in sospensione, formano composti più pesanti che cadono sul fondo della vasca. Infine i trattamenti biologici si servono di microorganismi che, immessi in acqua, reagiscono con le sostanze presenti e le trasformano, permettendone l’allontanamento. Il suddetto processo avviene attraverso le vasche di sedimentazione: sono delle enormi vasche di forma circolare, con fondo conico. I fanghi si accumulano sul fondo e vengono raschiati da una lama in rotazione, per poi essere completamente separati dall’acqua. All’acqua ripulita viene fatta la disinfestazione e re-immessa in ambiente. Il fango viene in parte riutilizzato per il processo di depurazione e in parte riutilizzato, ad esempio a fini agricoli. Questi trattamenti sono regolamentati da una serie di leggi e Decreti Ministeriali.
IL PUNTO DELLA SITUAZIONE IN SICILIA
Un provvedimento innovativo, frutto di un anno lavoro congiunto con le Università siciliane, Ati, gestori del servizio idrico, Autorità di bacino, Arpa e Asl, potrebbe infatti segnare una svolta. Questa è la ragione per la quale si deve velocizzare il percorso, e anzi applicare le penalità nei confronti degli studi professionali che lavorano su diversi progetti e non riescono a mantenere le scadenze.
ACCELERARE SUL RIUTILIZZO AGRICOLO DELLE ACQUE DEPURATE
In Sicilia 13 sono le opere finite, 22 quelle in lavorazione. Il depuratore di Castelvetrano è il primo impianto in assoluto in Sicilia che consente di utilizzare le acque reflue depurate. Grazie ad una conduttura d’uscita le acque depurate vengono portate alla conduttura del vicino consorzio di bonifica e distribuite per le esigenze degli agricoltori. Questo è un primo esempio che deve costituire un modello.
A CALTAGIRONE SARA’ ADEGUATO L’IMPIANTO DI DEPURAZIONE
Il commissario Fatuzzo ha annunciato che anche l’impianto di Caltagirone sarà adeguato affinché le risorse idriche possano essere riutilizzate per uso agricolo e industriale, sull’esempio di Castelvetrano.
A PROPOSITO DI ACQUA… DIAMO ALCUNI NUMERI
424 litri per abitante è il prelievo giornaliero di acqua potabile (Italia terza in Europa nel 2022)
42,4% acqua potabile dispersa per inefficienza delle reti comunali di distribuzione (Anno 2022)
4,7 miliardi di metri cubi Acque reflue urbane depurate per riutilizzo non potabile (Anno 2020).