Turismo, il 2019 è stato l’anno del “turismo lento”. Ed il 2020?

Turismo, il 2019 è stato l’anno del “turismo lento”. Ed il 2020? Il turismo lento è un ulteriore modo per valorizzare tutti i territori italiani.

Turismo lento. Il 2019 è stato per l’Italia l’anno del turismo lento. Un ulteriore modo per valorizzare i territori italiani meno conosciuti dal turismo internazionale e rilanciarli in chiave sostenibile. Secondo alcuni studi, il turismo lento sarà anche per gli anni successivi il motore di sviluppo dei territori montani interni, con i loro borghi, i loro sentieri, i loro paesaggi e la loro artigianalità.

Un modo per conoscere questi luoghi a piedi, in bicicletta, a cavallo, a bordo di un treno che percorre tratti ferroviari recuperati, a contatto con la natura e soprattutto che permetta di viaggiare con lentezza. Un percorso che recupera luoghi, memorie, conoscenze ed artigianalità che esaltano l’unicità del territorio. Il turismo lento rappresenta sicuramente un trend in crescita. Forse anche per il 2020?

Questa forma di turismo è conoscenza del territorio dove si racchiudono le altre forme di turismo: l’enogastronomico, quello del turismo all’aria aperta, il cicloturismo, il turismo culturale, quello religioso, e va oltre questi. Il turismo lento è anche detto “slow tourism”. Una nicchia di turismo che si propone quale alternativa al tutto e subito e che presuppone anche di viaggiare con mezzi di trasporto, ma soprattutto con ritmi che consentono di vivere il viaggio, di guardarsi intorno concedendosi il tempo di osservare, di assaporare, di ammirare e di vivere l’esperienza di un luogo, di ascoltarne le storie.  Questa forma di turismo è regolamentata dall’articolo 6 della legge 158 del 2017.

Foto articolo: Immagine di repertorio

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