Tor Vergata, prevenire l’infarto si può: il nuovo biomarcatore genomico

Tor Vergata, prevenire l’infarto si può: il nuovo biomarcatore genomico. L’infarto miocardico (IMA), è una delle principali cause di morte e disabilità.

Tor Vergata. L’infarto miocardico (IMA), è una delle principali cause di morte e disabilità sia nei Paesi sviluppati che in quelli in via di sviluppo. L’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e del Policlinico evidenzia la possibilità di giungere a diagnosi precoci. Si possono prevenire nuovi decessi grazie all’individuazione di un nuovo biomarcatore genomico, il MiR-423.

La comprensione delle relazioni tra variabili ambientali e genetiche/epigenetiche  offre l’opportunità di impostare un’analisi personalizzata del profilo del rischio del paziente con CAD. La CAD è una malattia multifattoriale: la sua eziologia è un mix fra componenti acquisite, come uno stile di vita non corretto ed ereditarie.

Lo studio di “Tor Vergata” coinvolge pazienti con malattia coronarica stabile ed è finalizzato all’identificazione di nuove varianti epigenetiche da validare come biomarcatori. La novità consiste proprio nella possibilità di poter individuare quei soggetti che potrebbero andare incontro ad un evento acuto in un breve tempo.

Lo studio è stato condotto analizzando l’espressione di piccole molecole di RNA non codificante (cioè non producenti proteine), chiamati microRNA. I ricercatori hanno identificato, tra un pannello di 84 diversi microRNA circolanti, cioè espressi nella circolazione sanguigna, un microRNA, il miR-423, che risultava avere dei livelli di espressione molto bassi in pazienti con malattia coronarica subito dopo l’infarto acuto del miocardio rispetto a pazienti con malattia coronarica stabile.

Il livello di espressione del miR-423, dosato negli stessi pazienti a 6 mesi dall’evento acuto (IMA), risaliva a livelli comparabili ai pazienti con malattia coronarica stabile, indicando che la sua espressione sia assolutamente specifica ed indicativa dell’evento acuto. L’identificazione di questo nuovo biomarcatore genomico, seppur da validare su casistiche di popolazione diverse, apre interessanti prospettive di medicina personalizzata e indirizzata ad identificare preventivamente gli individui a maggior rischio di sviluppare infarto acuto del miocardio.

Foto articolo: Immagine di repertorio

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