Stancanelli dal Parlamento EU: “Ci vorrebbe più Sicilia in Europa”

L’eco di queste settimane di incontri febbrili, in vista delle scadenze politiche nell’isola in ambito comunale e regionale, giunge anche tra le pareti di cristallo del Parlamento Europeo di Strasburgo, dove sono riprese le votazioni in presenza dopo l’emergenza sanitaria Covid-19.

In occasione di una giornata negli uffici europei con l’On. Raffaele Stancanelli, che abbiamo incontrato a margine dei lavori della seduta in Plenaria del Parlamento Europeo, l’eurodeputato di Fratelli d’Italia in quota ECR (il gruppo Riformisti e Conservatori) alle richieste dei giornalisti siciliani su possibili pronostici e su un possibile coinvolgimento nelle questioni politiche locali, come nome ‘gradito’ a ‘pezzi’ della coalizione di centrodestra, glissa con eleganza e sorridendo si sbilancia sulla permanenza al Parlamento Europeo: “Resterei qui anche dieci anni. Di Sicilia, in Europa, ce ne dovrebbe essere di più”, dice. E in effetti sono diversi i lavori di interesse per la Sicilia in fase di svolgimento nelle discussioni che avvengono oltralpe.

L’ex sindaco di Catania è membro di due commissioni: pesca e giuridica. Per quest’ultima è vicepresidente, riconfermato a inizio anno. Per la commissione giuridica ha seguito numerose relazioni: sul piano d’azione sulla proprietà intellettuale, lotta alla contraffazione e proposte volte alla tutela delle imprese del territorio, sui report non finanziari delle aziende allo scopo di evitare di gravare ulteriormente sulle imprese da un punto di vista burocratico e amministrativo.

Stancanelli ha commentato con soddisfazione i recenti risultati raggiunti relativamente all’approvazione a larga maggioranza in Commissione giuridica della proposta di modifica della direttiva sulla comunicazione societaria riguardo le attività non finanziare e la sostenibilità che ha seguito in qualità di relatore ombra per il gruppo ECR. La direttiva riguarda l’obbligo per le aziende di presentare, congiuntamente al report finanziario, la relazione di tutte le attività non finanziarie con particolare riferimento agli aspetti sostenibili. La posizione dell’onorevole è di prevedere diversi livelli di obbligo per le imprese nel rendicontare le attività del bilancio di sostenibilità così da non gravare sulle piccole e medie imprese in termini di oneri burocratici e operativi. In questo modo verrebbe garantita l’extraterritorialità al fine di rendere applicabile la direttiva anche alle imprese dei paesi terzi ed extra UE. “In questo modo le imprese non sono soggette ad ulteriori obblighi burocratici e la competitività del nostro mercato è tutelata in quanto chiunque operi al suo interno deve attenersi obbligatoriamente alle stesse regole che valgono per le nostre aziende”, ha commentato.

on. Raffaele Stancanelli

Altra cosa su cui l’onorevole ha sempre lavorato sono la tutela della proprietà intellettuale declinata a tutti i prodotti. Ne è un esempio la lotta alla contraffazione da un punto di vista di produzione di prodotti falsificati, ma anche della vendita online. L’onorevole è stato relatore ombra della proposta dell’iniziativa sulla tutela della proprietà intellettuale a supporto del recovery plan. “Farò il possibile affinché si tutelino i nostri prodotti poiché ciò significa tutelare l’immenso patrimonio nazionale composto da eccellenze riconosciute a livello mondiale in tutti i settori. Le istanze dei nostri territori devono essere sempre prese in considerazione al fine di evitare situazioni che potranno avere risvolti negativi da un punto di vista economico e sociale”, ha dichiarato.

Altro tema importante, dal momento che la piccola pesca rappresenta oltre il 70% pesca italiana, la “sostenibilità del mare”. “Un obiettivo comune che non deve essere conseguito a scapito della sopravvivenza delle imprese del settore con forti ripercussioni socioeconomiche ed occupazionali nei nostri territori”, sostiene. “La pesca è uno dei settori produttivi più importanti ed è l’espressione di tradizioni millenarie che vanno tutelate ad ogni costo. La corretta attuazione della politica comune della pesca dovrebbe avere come obiettivo primario il raggiungimento del giusto equilibrio tra sostenibilità economica, ambientale e sociale”. L’onorevole ritiene sia opportuno un maggiore coinvolgimento degli attori locali e regionali nella produzione dei dati sulla situazione delle riserve ittiche, nonché la messa in pratica di un processo che tenga in considerazione tutti gli aspetti che influenzano lo stato degli stock e non più indicando le attività di pesca come le sole responsabili delle avverse condizioni in cui verte il mare mediterraneo. La volontà della Commissione di fissare elevati standard ambientali è assolutamente condivisibile e positiva, ma ciò non dovrebbe avvenire a costo di aumentare le importazioni e ridurre la produzione alimentare dell’UE.

“Un punto importante è il rispetto degli accordi internazionali sulle territorialità delle acque, affinché non si ripetano più le vicende che hanno pericolosamente coinvolto i nostri pescherecci”. Opportuno il riconoscimento della convenzione di Montego Bay in uno stato di diritto e reciprocità. Spesso le imbarcazioni soggette a restrizioni e poi altri soggetti sconfinano applicando arbitrariamente miglia di acque territoriali e vengono a depredare risorse ittiche, mettendo anche a rischio i nostri operatori”.

Inoltre l’Onorevole Stancanelli sostiene su come l’Europa, attraverso i fondi strutturali e adesso con i fondi del Pnrr, potrebbe essere uno strumento e un volano di ripresa per la nostra economia.

Servizio curato e gentilmente concesso dalla giornalista Giada Giaquinta

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