Single, il carovita aumenta del 90%: come gestire le spese quando si vive da soli

Non sono poche le persone che vivono da sole nel nostro Paese ed essere single non è certamente una passeggiata, nemmeno per i costi della vita che sono aumentati. Oggi, quindi, prenderemo in considerazione alcuni dati relativi al carovita dei single, con un focus sulle spese principali cui bisogna far fronte quando si vive da soli. Inoltre, tenteremo di dare qualche consiglio utile sulla gestione delle spese domestiche in questa condizione, in particolare quelle energetiche.

Vantaggi, svantaggi e costi dell’essere single

Ovviamente, come in tutte le cose, certe scelte portano a vantaggi e svantaggi. Da un punto di vista prettamente pratico, tra i pro dell’essere single si possono annoverare la mancanza di orari e vincoli di ogni genere, ad esempio sul mangiare o sull’organizzare viaggi, di piacere o lavoro che siano. Anche il poter scegliere liberamente con chi uscire rientra tra i vantaggi dello status di nubile/celibe. Ma non è tutto oro quel che luccica, direbbe qualcuno, perché i contro sono molto più pesanti di quanto non si possa credere. Specie in campo economico. La vita di un single è arrivata a costare circa il 90% in più rispetto a quella procapite di una famiglia di tre persone. Sul fronte spesa alimentare, per esempio, una persona che vive sola spende circa 300 euro, contro i quasi 190 a testa di un nucleo familiare: parliamo di una percentuale di poco inferiore al 60% in più. 

A tutto questo, poi, si va ad aggiungere la spesa per la casa, tra mutuo o affitto che sia, la quale non va a scendere praticamente mai sotto i 500 euro, con una media che sfiora gli 800, e che non può essere ammortizzata per forza di cose da nessun’altra persona. Per non parlare di tutte quelle uscite necessarie per poter entrare nella nuova casa, tra stipula del contratto d’affitto con caparra, o di anticipo del mutuo, trasloco e lavori vari. I circa 9 milioni di single, poi, si trovano a dover fare i conti con le spese condominiali (200 euro di media), le tasse sulla casa, le bollette, in particolar modo quelle di luce e gas (che in tutto possono arrivare a pesare anche 100 euro), internet e telefonia mobile (altri 50 euro come minimo) per un totale complessivo di 950 euro mensili medi. 1000 euro di stipendio, dunque, potrebbero non bastare, mentre già si riuscirebbe a cavarsela meglio con circa 1500-2000 euro al mese, attualmente cifre difficili da raggiungere subito nel mercato del lavoro italiano.

Vita da single, come ottimizzare le spese

Ma non tutto è perduto. Anche gli scenari che possono apparire catastrofici, in realtà possono essere gestiti con un po’ di impegno e un pizzico di furbizia. Per esempio, qualora si sia in procinto di iniziare un contratto d’affitto, sarà bene da subito mettersi dei soldi da parte, in modo tale da poter pagare la caparra e avere la giusta disponibilità per i mesi successivi. Anche per il trasloco, poi, è possibile agire in modo conveniente, ad esempio facendosi aiutare da parenti o amici o chiamando una ditta specializzata: questa scelta comporterà un bel risparmio nell’ordine di qualche centinaio di euro. Se la casa, poi, è provvista di tutto è un bel passo in avanti, ma qualora si decida di personalizzarla, si può spazio anche a qualche cosa di seconda mano, trovabile in mercatini specializzati, così da salvare denaro. 

Sul fronte della spesa alimentare, infine, il mantra deve essere quello dell’azzeramento dello spreco: comprare solo le quantità che saranno davvero consumate prima della scadenza è un bel passo in avanti. 

Per le passioni c’è sempre tempo, ma è giusto concedersi qualche sfizio solo quando davvero se ne abbia la possibilità, programmando le spese con anticipo (specie nel caso di viaggi) e con raziocinio. Infine, il tasto dolente: quello delle spese energetiche. Risparmiare sulle bollette si può assumendo dei comportamenti sostenibili e facendo le giuste scelte sul tema. Per raggiungere tale obiettivo è fondamentale dapprima documentarsi a dovere sul funzionamento del mercato energetico, così da riuscire ad individuare la soluzione più adatta alle proprie necessità. A tal riguardo, esistono alcune guide ad hoc come quella di VIVI energia sul mercato libero o tutelato cui poter fare riferimento. Poi, bisogna sempre valutare l’acquisto di elettrodomestici di classi energetiche elevate, da utilizzare in modo intelligente (temperature più basse, solo a pieno carico e con programmi eco), e di lampadine a LED da sostituire a quelle alogene. 

Spegnere gli apparecchi inutilizzati, magari staccando anche le prese da muro, invece che lasciarli in standby, consente di risparmiare qualche centinaio di euro in bolletta nel corso di un anno. La temperatura di casa dovrebbe sempre aggirarsi attorno ai 18-19 gradi di inverno, così da non usare eccessivamente il riscaldamento. Infine, è bene scegliere fornitori energetici che attingano da fonti rinnovabili, meno costose e più salutari anche per l’ambiente. Si potrebbe pensare anche di investire nell’installazione di un piccolo impianto eolico o solare a casa se si avessero le disponibilità. In questo modo saremmo autosufficienti a livello energetico.

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