Sicilia, Scuole guida: scoppia il caos dopo l’aumento delle tariffe

“Se il Ministero dell’economia e delle finanze non trova al più presto una soluzione adeguata, il rischio di vedere scomparire a Catania più di un’autoscuola è concreto. E non possiamo quindi che essere fortemente preoccupati, perché ciò significa un danno per l’occupazione e l’inizio di un caos senza fine che, a cascata, coinvolgerà diversi settori a cominciare dalla Motorizzazione civile, creando notevoli disagi per l’utenza.”

Il pensiero del segretario generale territoriale della Ugl etnea, Giovanni Musumeci, dopo la serrata delle autoscuole avvenuta nei giorni scorsi per chiedere allo Stato risposte certe a seguito della risoluzione dell’Agenzia delle entrate che, di recente, ha chiarito una disposizione europea confermando l’aumento dell’Iva al 22% con il recupero retroattivo degli ultimi 5 anni.

“Una vera e propria ecatombe – tuona Musumeci – se pensiamo che solo in Sicilia il gettito da recuperare si attesta su 2 milioni e mezzo di euro (500 mila euro l’anno) da suddividere tra le circa 800 scuole guida presenti nell’isola. Centri che occupano almeno duemila persone. Solo a Catania e provincia ci sono 130 autoscuole che, ogni anno, esaminano una media pari a 20 mila candidati, numero che arriva a toccare i 150 mila per l’intera regione siciliana. Stiamo parlando non soltanto di lavoro e movimento economico, ma soprattutto dell’attività di insegnamento del rispetto delle regole legate alla sicurezza stradale. Non vi è alcun dubbio che l’incremento dell’Iva si manifesterà già nell’immediato sulle nuove iscrizioni, appesantendo ancor di più il costo della frequentazione per ottenere la patente che, quantomeno, in Sicilia fino a ieri era più economico rispetto al nord Italia (circa 600 – 700 euro di Catania, contro i mille euro di Milano). Un aumento che potrebbe scoraggiare molti giovani ad iscriversi ai corsi di guida, ma incentivarli a presentarsi agli esami in Motorizzazione da privatisti. Di conseguenza, le Motorizzazioni (già in gravi difficoltà per la carenza di personale) si troverebbero a gestire un flusso enorme di richieste di una platea di utenti che, non avendo chiaramente partecipato alle lezioni degli istruttori qualificati delle autoscuole, in gran percentuale si troverebbe ai quiz ed alle guide a tentare la fortuna. Un danno grave per le scuole che si andrebbero via via a svuotare, ed una beffa perché nel contempo dovrebbero restituire all’erario la differenza di Iva non versata. E poi c’è anche il problema di quelle società che hanno chiuso i battenti. Come farà lo Stato a riprendersi i soldi dovuti? Per questo invochiamo l’intervento dei parlamentari catanesi e siciliani, perché possano portare al tavolo del Ministro il disagio di un intero contesto che, per colpe non sue, non può permettersi di implodere a causa della solita ostile burocrazia statale – conclude Musumeci.”

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