Risolvere non solo le attuali emergenze, ma realizzare anche opere che nel futuro possano evitare ulteriori situazioni di criticità.
Con questo obiettivo, il presidente della Regione Renato Schifani ha convocato e presieduto a Palazzo d’Orleans un vertice sulla siccità al quale hanno partecipato i vertici dell’assessorato e della protezione civile e dell’Autorità di bacino.
Accelerare interventi per mitigare effetti crisi
Il presidente Schifani ha voluto fare il punto con tutti gli uffici coinvolti per conoscere l’attuale situazione degli invasi e lo stato di attuazione degli interventi finanziati e da finanziare. Ha sottolineato l’importanza di ricercare nuovi pozzi in tutta la Sicilia, stimolando i sindaci a farlo, e di utilizzare autobotti dove necessario, evitando che l’acqua si disperda. Ha anche evidenziato la necessità di grandi interventi strutturali, la cui attuazione è prevista nel medio e lungo periodo. Inoltre, ha detto che le previsione meteorologiche indicano che anche nel mese di ottobre non ci saranno molte piogge, pertanto è necessario accelerare sugli interventi immediati per mitigare il più possibile gli effetti della carenza di acqua negli invasi.
Nel corso del vertice è emerso che, attualmente, negli invasi siciliani ci sono circa 60 milioni di metri cubi di acqua disponibili rispetto ai 300 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Per poter utilizzare anche i cosiddetti “volumi morti”, visto l’aggravarsi della situazione, e quindi consentire un’autonomia idrica fino al prossimo mese di febbraio, la Regione, tramite l’Autorità di bacino, ha già chiesto ai gestori di ambito e di sovrambito (e in cinque invasi è già stato fatto) di adeguare i sistemi di prelievo attraverso l’ausilio di piattaforme galleggianti, per consentire un ottimale utilizzo delle risorse idriche residue. I gestori degli invasi, invece, sono stati già invitati, da tempo, a valutare l’attivazione del monitoraggio e del trasferimento della fauna ittica.
Con riferimento ai piani di intervento urgenti finanziati dalla Protezione civile nazionale e dalla Regione, i quasi 50 milioni di euro sono stati già tutti utilizzati e la “nuova” acqua immessa in rete è di circa mille litri al secondo e altri mille lo saranno prossimamente.
Adesso, si attende una seconda tranche di 20 milioni di euro che Palazzo Chigi aveva garantito al presidente Schifani in occasione della riunione del Consiglio dei ministri dello scorso 6 maggio. E un ulteriore finanziamento di 50 milioni di euro per investimenti, tra irriguo e potabile, sarà inserito dal governo regionale nel prossimo assestamento di bilancio, in corso di predisposizione.
Sta procedendo anche l’iter per la riattivazione dei tre dissalatori (Porto Empedocle, Gela e Trapani) che, dopo la richiesta, accolta, del presidente della Regione, saranno gestiti dal commissario nazionale per l’emergenza idrica, con un’accelerazione sui tempi previsti di realizzazione.
E mentre si discute sul da farsi…
Molti paesi dell’entroterra siciliano sono tornati a lavare nei lavatoi pubblici, come non si faceva più dalla seconda guerra mondiale, e come si sta facendo a Enna, che sta affrontando la più grave crisi idrica di sempre, visto che l’acqua viene fornita ogni 6 giorni.
La situazione ha raggiunto livelli critici, e alcune donne sono tornati a utilizzare i lavatoi pubblici, come si evince da un video che sta circolando sul web in questi giorni. La situazione è paradossale per i cittadini, come denuncia una signora costretta ad acquistare l’acqua a proprie spese per far fronte all’igiene personale del marito disabile al 100% .
La situazione richiede un’azione rapida e concreta per garantire un ritorno alla normalità
I cittadini hanno costituito un comitato chiamato “Senz’acqua Enna”, è stata organizzata un’assemblea e sono stati incaricati due avvocati di rappresentarli. Dal canto suo polizia municipale e protezione civile consigliano di contattare il gestore della rete idrica Acquaenna.
E mentre si danno i buoni consigli la gente continua a soffrire!