Scuola, “Grazie per aver reso lo studio una passione”: alunno alla sua prof

Scuola, “Grazie per aver reso lo studio una passione”: alunno alla sua prof. Lettera commovente all’interno di un sistema scolastico che delude gli alunni.

Scuola. Riceviamo e pubblichiamo una lettera molto commovente scritta da uno studente universitario alla sua professoressa delle Scuole Superiori. Un gesto davvero ammirabile e importante. Un raggio di luce in un periodo in cui il sistema scolastico spesso è messo in discussione sia dagli alunni e sia dai docenti. Pertanto, pubblichiamo in formato integrale la lettera:

“Buonasera professoressa. Mi scusi se la disturbo ma ci tengo davvero a dirle una cosa perché credo sia giusto e, soprattutto, che lei se lo meriti. Da qualche settimana ho lasciato Catania per andare a studiare giurisprudenza in un’altra città. E lei, adesso, penserà “e quindi?”, perché anch’io non vedo come possa importarle. Ci tengo soltanto a ringraziarla, anche se credo che nessun “grazie” possa essere abbastanza. Probabilmente non se n’è neanche resa conto, ma è anche grazie a lei che ho preso la decisione di prendere in mano la mia vita e lottare per il mio futuro. La prima volta che è entrata nella nostra classe, due anni fa, non le ho fatto molta simpatia. Non so se lo ricorda, ma io ho davanti agli occhi la sua faccia furiosa come se fosse successo ieri. E direi giustamente”.

“Lei è arrivata in un periodo abbastanza complicato, che univa i semplici drammi adolescenziali che tutti hanno con uno degli avvenimenti, negativi, che più mi hanno segnato. Non ero un ragazzo semplice e, probabilmente, non lo sono nemmeno adesso, con la mia testa calda e il mio, spesso immotivato, spirito di ribellione. Eppure, con mia enorme sorpresa, in qualche modo si è ricreduta e mi ha dato la possibilità di dimostrarle che io non fossi soltanto il tipico ragazzaccio che fa baccano in classe e disturba le lezioni, che ci fosse qualcosa di meglio sotto questa mia corazza. Ha creduto in me, in un certo senso. Non saprei dirlo meglio. Ed ha iniziato a seguirmi con un’attenzione che ho apprezzato tanto. Prima con la scuola, poi addirittura con il concorso a cui volevo partecipare (e per il quale mi sono inconsciamente aperto con lei in un modo che non credevo nemmeno possibile, conoscendomi), per finire con l’incoraggiamento che mi ha dato due minuti prima di entrare in sede d’esame per affrontare l’orale. Lei, su tutti i professori che sono passati per il corso da me frequentato in questi anni, è stata l’unica a vedere in me qualcosa che andasse oltre il tipico ragazzo da ultimo banco che non ha voglia di fare nulla, riuscendo non solo a farmi studiare ma addirittura a farmi appassionare alle sue materie, scoprendo quella che mi piace pensare sia una vocazione, rimasta dormiente per 18 anni”.

“Mi rendo conto di essere un po’ prolisso, ma lei più di tutti sa che, quando comincio a scrivere, difficilmente riesco a fermarmi prima di aver tirato giù due colonne di parole. Volevo soltanto dirle grazie, grazie di cuore. Grazie per aver creduto in me, perché è anche grazie a questo che adesso ci credo anch’io. Non è stata l’unica, è ovvio, ma lo ha fatto in modo diverso. Perché credere in me, da amico, è facile. Crederci da professoressa, che tra l’altro ha avuto un primo approccio notevolmente negativo, non lo è poi così tanto. Grazie infinite ancora, per essere riuscita, dopo 18 anni, a rendere lo studio una passione che ho finalmente deciso di continuare”.

“Mi scusi ancora, professoressa, per il disturbo e soprattutto per il papiro che le ho scritto.  Non so cosa mi abbia spinto a farlo, ho soltanto sentito la necessità di ringraziarla. Non solo per una questione di etica personale, ma perché voglio che anche lei conosca i suoi meriti. Per quanto mi riguarda, tutti i professori non dovrebbero fare altro che prendere esempio da lei. Grazie”.

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Fonte: La Sicilia

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