Scandalo nel calatino, ruba l’identità ad un invalido civile per diventare bigamo e truffare vari enti pubblici e privati: arrestato insieme alla seconda moglie e la sorella, sue complici. GUARDA NOMI E FOTO

Su disposizione della Procura della Repubblica di Caltagirone i Carabinieri della Compagnia di Palagonia e della Stazione di Ramacca, con il prezioso contributo dell’Arma territoriale di Casale Monferrato (AL) e Riccione, hanno proceduto all’arresto del ramacchese Giuseppe DI SILVESTRO  cl.63, resosi responsabile di violazione degli art. 476 – 479 – 489 – 494 – 495 – 556 -557 e 640 bis del c.p.; l’ucraina Valentina Yuriyvina DYPTAN cl.66 e la sorella Anna DI SILVESTRO cl.56, resesi responsabili della violazione degli artt. 110, 81 e 379 del c.p.; in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale calatino.

 

 

L’incredibile vicenda è venuta fuori grazie alla denuncia presentata da un invalido civile di anni 57 del posto, ricoverato stabilmente in una struttura sanitaria a causa della propria patologia, il quale, presentandosi dinanzi i carabinieri della locale Stazione, evidenziava tre anomalie: nel rinnovare il modello ISEE, il C.A.F. gli aveva fatto notare come risultassero a suo nome diversi rapporti bancari (c.c. e libretti postali) che lui non aveva mai indicato, di avere ricevuto dalla Agenzia delle Entrate una cartella esattoriale che gli intimava di pagare una somma di circa 2.000 euro legata a dei mancati versamenti di contributi all’I.N.P.S., riferiti alla sua attività lavorativa come operario edile, nonché di avere appreso presso il locale ufficio anagrafe, al rinnovo della carta di identità, di essere coniugato da diversi anni con una cittadina ucraina mai conosciuta.

Gli approfondimenti investigativi avviati nell’immediato dai carabinieri di Ramacca e dai colleghi del Nucleo Operativo della Compagnia di Palagonia hanno scoperchiato la macchinazione posta in essere dal mefistofelico 55enne che da circa 15 anni viveva con l’identità sottratta al povero invalido, mediante la quale, seppur già coniugato con un’altra donna, aveva contratto matrimonio con la 52enne ucraina, ponendo in essere una serie di raggiri ai danni di vari enti pubblici e privati   percependo indebitamente anche varie indennità, tra le quali quelle di disoccupazione, il tutto con la fattuale complicità della seconda moglie e della sorella, da sempre a conoscenza del raggiro.

L’uomo, assolte le formalità di rito è stato associato al carcere di Rimini mentre le due donne sono state relegate agli arresti domiciliari.

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