Asp CT, incontro per cambiare la sanità penitenziaria nel territorio

Il modello organizzativo per l’assistenza sanitaria penitenziaria e il miglioramento dei servizi connessi sono stati i temi al centro dell’incontro, presso la Direzione generale dell’Asp di Catania, fra il manager dell’Azienda sanitaria catanese, dott. Maurizio Lanza, e i direttori degli Istituti penitenziari della provincia.

«Avvertivo la necessità di questo incontro – ha detto il dott. Lanza – per confrontarmi sul modello di sanità penitenziaria che stiamo realizzando, in modo da apportare, grazie al confronto con i direttori degli Istituti di pena, quei miglioramenti che saranno ritenuti necessari per rendere il modello ancora più confacente e utile ai bisogni delle strutture».

Intervenuti all’incontro: la dott.ssa Elisabetta Zito (direttore della Casa circondariale di Piazza Lanza), il dott. Giuseppe Russo (direttore della Casa circondariale di Bicocca), la dott.ssa Maria Randazzo (direttore dell’Istituto penale per minorenni di Bicocca), la dott.ssa Carmela Leo (direttore dell’Istituto penale per minorenni di Acireale), la dott.ssa Giorgia Gruttadauria (direttore della Casa circondariale di Caltagirone), la dott.ssa Milena Mormina (direttore della Casa circondariale di Giarre).

Presenti per l’Asp di Catania, il direttore sanitario, dr. Gaetano Mancuso, e la responsabile dell’UOS di Sanità penitenziaria, dr.ssa Salvatrice Riillo.

La riforma della medicina penitenziaria, con il conseguente trasferimento delle competenze al Servizio sanitario regionale, ha prodotto un cambiamento profondo del modello organizzativo e operativo dei servizi sanitari all’interno delle carceri.

L’Asp di Catania è l’azienda sanitaria che, in Sicilia, ha preso in carico il più alto numero di Istituti penitenziari.

Sin dal suo insediamento, il manager dell’Azienda sanitaria catanese ha voluto che si specificasse la scelta organizzativa aziendale per garantire e ottimizzare costantemente l’erogazione di livelli essenziali e uniformi di assistenza ai detenuti.

«Il modello assistenziale che abbiamo realizzato – ha spiegato il dott. Lanza – è quello di un poliambulatorio, di base e specialistico. Ogni poliambulatorio, sotto il profilo organizzativo, fa riferimento al direttore del Distretto sanitario di zona. Le linee di indirizzo operative vengono impartite dall’UOS di Sanità penitenziaria che assicura l’omogeneità degli interventi e la proporzionalità delle risorse in base ai bisogni di ciascuna Casa circondariale o Istituto penale».

Il dott. Lanza ha anche annunciato che nelle prossime settimane sottoporrà, all’attenzione dei direttori degli Istituti penitenziari, per le opportune valutazioni, un Regolamento per l’assistenza sanitaria penitenziaria.

Sono state discusse e affrontate, inoltre, alcune criticità, in ordine al potenziamento e a alla gestione delle risorse professionali, e all’incremento di alcune specialistiche ambulatoriali. Si è, in particolare, puntata l’attenzione sui servizi di psicologia, psichiatria e Sert, e sulla tutela dei diritti dei detenuti.

I direttori degli Istituti penitenziari hanno sottolineato la necessità di concentrare il bisogno di salute all’interno dei presidi carcerari, in modo da garantire maggiore sicurezza al sistema e hanno rappresentato l’urgenza di provvedere alla sottoscrizione di protocolli operativi, per ciascuna struttura, relativi all’assistenza sanitaria di base e alla prevenzione del rischio suicidario nelle carceri.

L’incontro si ripeterà a cadenza bimestrale per un costante monitoraggio di tutte le attività programmate e per l’implementazione di ulteriori progetti di miglioramento.

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