Ritorno a Scuola “complesso”, ultima ordinanza ministra Azzolina

“Le lezioni dell’anno scolastico 2020/2021 nell’intero territorio nazionale possono avere inizio a decorrere dal giorno 14 settembre 2020 per le scuole dell’infanzia, del primo ciclo e del secondo ciclo di istruzione, appartenenti al sistema nazionale di istruzione, ivi compresi i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti.

Le Regioni adottano le restanti determinazioni in materia di calendario scolastico, fermo restando che sono assegnati allo svolgimento delle lezioni almeno duecento giorni.

Le attività di integrazione e recupero degli apprendimenti relativi all’anno scolastico 2019/2020, si svolgono a decorrere dal 1° settembre
2020”.

Questa in sintesi l’ordinanza che riguarda l’inizio delle lezioni dell’anno scolastico 2020/2021. A corredo di quanto sopra riportato un post pubblicato dalla ministra all’Istruzione, Lucia Azzolina, sulla sua pagina Facebook: “Al Ministero lavoriamo tutti i giorni, senza sosta, per la ripartenza. E lo sta facendo anche tutto il personale scolastico, perché, al di là di quello che si dice, ad agosto le scuole non sono chiuse. A tutto il personale va il mio grazie e dovrebbe andare anche il sostegno di tutti gli italiani. A settembre tutti i ragazzi torneranno in classe, malgrado i toni apocalittici di queste settimane. E lo faranno in sicurezza”.

E come se non bastasse, la ministra ha ribadito più e più volte e in diversi programmi ed interviste che il ritorno in presenza a scuola ci sarà, difendendo questa intenzione a spada tratta contro ogni tentativo di disinformazione spesso indotto anche con “toni apocalittici”, per usare le parole della Azzolina.

Certamente è stata messa in moto una macchina complessa per il rientro a scuola il prossimo settembre, che prevede una governance a più livelli, coinvolgendo il Ministero dell’Istruzione e gli enti locali, provinciali e comunali.

L’obiettivo è il rientro per gli studenti, gli insegnanti e tutto il personale scolastico in sicurezza, rispettando le regole indicate dal Comitato tecnico scientifico. Sono stati già finanziati ed avviati lavori di edilizia leggera all’interno degli edifici scolastici, ma anche la ricerca di altri spazi che possono essere individuati in edifici scolastici dismessi, ma anche locali all’interno di musei, cinema, archivi, biblioteche; e ancora locali messi a disposizione dalle diocesi e le singole parrocchie.

Insomma, la didattica digitale ormai è diventata realtà e continuerà ad esserci (per gli studenti dai 14 anni in su), ma quella in presenza rimane quella cardine, almeno che la situazione sanitaria nelle prossime settimane non peggiori in maniera drastica.

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