Rinunciare al Reddito di Cittadinanza: ecco quando conviene

Potrebbe sembrare assurdo, ma in certi casi conviene rinunciare al Reddito di Cittadinanza, vi riportiamo un caso esemplare. Pensiamo, ad esempio, a chi ha presentato una DSU sbagliata, come quando si esclude il genitore non convivente che invece a tutti gli effetti fa parte del nucleo familiare.

In questi casi l’INPS potrebbe comunque accogliere la domanda per il Reddito di Cittadinanza, anche se si riserva la possibilità di fare dei controlli ex post e verificare che quanto indicato nell’istanza sia regolare.

Nel caso in cui dal controllo dovessero emergere irregolarità, ci sarebbero delle gravi conseguenze per i beneficiari del Reddito di Cittadinanza, che vanno dalla decadenza della misura alla restituzione delle somme percepite indebitamente; consideriamo anche che scatta la sanzione penale descritta dall’articolo 7 del decreto 4/2019 (Chiunque, al fine di ottenere indebitamente il beneficio di cui all’articolo 3, rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, è punito con la reclusione da due a sei anni).

E anche se l’errore non è voluto, il beneficiario non avrebbe modo per sanare il pregresso e quindi la rinuncia del Reddito di Cittadinanza è almeno utile per far sì che non si continuino a percepire le mensilità successive a quelle in cui ci si rende conto dell’errore, evitando dunque una restituzione all’INPS ancora più corposa.

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