Rientro a scuola, tosse e febbre? Risponde la Società italiana di pediatria. 10 consigli utili per genitori e studenti al via delle lezioni.
Rientro a scuola. La Società italiana di pediatria prova a fare chiarezza su alcuni dubbi che oggi attanagliano migliaia di famiglie italiane in vista delle prossime riaperture scolastiche. Di seguito 10 consigli a domande assai frequenti, vediamo quali:
Il bambino la mattina ha qualche colpo di tosse, ma la temperatura è nella normalità? cosa fare? Dipenderà dall’entità della tosse. Occasionali colpi di tosse mattutini non comportano alcuna preoccupazione, differente sarà invece la continuità della tosse che di certo avrà bisogno di una visita medica.
La misurazione mattutina rileva una temperatura di 37.2, Si deve andare a scuola? Si, l’OMS ha identificato come soglia minima di febbre anche in relazione al Covid-19, 37.5, quindi con temperature più basse si potrà accedere alle scuole da parte degli studenti.
Il bambino ha 37.5 di febbre, quindi non va ha scuola e i genitori avvisano sia il pediatra che la scuola stessa, non si potrebbero creare disservizi anche con i pediatri e il tempo si allungherebbe prima dell’attuazione del protocollo? I genitori su questo restino tranquilli, infatti hanno l’obbligo di chiamare il pediatra e svolgere il cosiddetto triage telefonico per la valutazione clinica. Non essendoci urgenza si verrà contattati in tempi ristretti dagli organi competenti e dallo stesso pediatra qualora non rispondesse alla prima chiamata. Teniamo a precisare che la comunicazione con il medico può avvenire anche tramite telefono, sms, whatsapp, e-mail.
Dal triage telefonico risulta che con molta probabilità il paziente potrebbe essere affetto dal Covid-19, ci saranno indicazioni e guide precise su dove e come e quando fare il tampone?Certamente, sarà il medico che attiverà immediatamente tutta la procedura per far effettuare il tampone, in accordo con la Asl di competenza. Sara comunque rilasciata una guida ben precisa e dettagliata ai genitori dei nostri ragazzi.
Viene fatto il tampone e risulta positivo, come avviene la procedura per gli atri componenti familiari? Sarà il Dipartimento di prevenzione dell’Asl ad attivare immediatamente tutta la procedura inerente all’indagine epidemiologica sulla famiglia.
Il tampone dovrà essere fatto a tutti coloro i quali hanno avuto contatti con il bambino risultato positivo? Sarà sempre il Dipartimento ha interagire con l’istituto scolastico e ad attivare come con la famiglia l’indagine epidemiologica.
Se i genitori risultano negativi al tampone come devono comportarsi in funzione del loro lavoro e del datore? Dovranno avvisare il datore di lavoro, ma i regolamenti chiari emanati per le diverse categorie lavorative regolamenteranno il lavoro dei dipendenti nelle diverse fasi dell’ emergenza.
Se i genitori ruisultano positivi come si devono comportare? Il protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro prevede la collaborazione dell’azienda con le autorità sanitarie per la definizioni degli eventuali contatti stretti di un lavoratore riscontrato positivo al tampone al fine di applicare le necessarie misure.
Ogni volta che il bambino presenta i sintomi più comuni, quante volte deve fare il tampone, è necessario? Sarà sempre il dipartimento di prevenzione in accordo con il pediatra che dopo il triage telefonico, deciderà le modalità e se fare il tampone e quante volte.
Non si rischia di mettere sotto pressione, visto la varietà di casi e soprattutto la sintomatologia, il sistema sanitario di base tra medici di famiglia e pediatri? Il governo ha potenziato questo settore attraverso figure che dovranno essere in continuo collegamento con le strutture sanitarie di base, con il sistema scuola e con le risorse ospedaliere al fine di garantire celerità e precisione ed efficienza per la cura e serenità delle nostre famiglie.
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Foto articolo: Immagine di repertorio