Regionali, trionfa Schifani. A Scordia cadono Saitta e Barchitta

Il 25 settembre si è conclusa la tornata elettorale che rinnovato il parlamento italiano. In Sicilia si è votato anche per le elezioni regionali che ha visto trionfare Renato Schifani. Dietro all’ex presidente del Senato in ordine Cateno De Luca, Caterina Chinnici, Nunzio Di Paola, Gaetano Armao e Eliana Esposito. A votare sono stati il 48,62% dei siciliani, l’1,86% in più rispetto alle ultime regionali del 2017.

A Scordia l’affluenza per le elezioni regionali è stata più bassa della media siciliana, registrando 7.124 votanti, pari al 44,99% degli aventi diritto. Il candidato più votato è risultato essere Schifani con 3.171 voti, a seguire Di Paola con 1.381 voti, Chinnici con 1.190, De Luca in controtendenza alla media regionale ha preso 865 voti ed infine Armao ed Esposito rispettivamente votati da 62 e da 30 scordiensi.

Amaro in bocca per due scordiensi protagonisti tra l’elettorato passivo di queste elezioni. Eugenio Saitta, deputato eletto nel 2018, nonostante le 52.817 preferenze non è stato eletto nel nuovo parlamento, superato da Antonino Minardo della Lega. Su facebook Saitta scrive: «lascio per ora le istituzioni, ma non lascio il Movimento 5 stelle, anzi sono super motivato a ripartire dal territorio, dal mio Meetup. Bisogna potenziare il movimento nel territorio ed io sono pronto a dare la mia esperienza e la mia voglia di fare».

L’altro cittadino scordiense uscito sconfitto da queste elezioni è il sindaco Franco Barchitta, candidato alle regionali nella lista “Popolari e autonomisti”, lista risultata essere la più votata a Scordia. Il bottino raccolto dal sindaco è quello di 648 voti, di cui 490 proprio a Scordia. Non sufficienti per essere eletto all’ARS. «La città non ha votato in assoluto (i voti acquisiti, sono esclusivamente dei collaboratori) – dice amareggiato Barchitta – il forte affetto per la sindacatura, da parte dei concittadini non permette nessun altro incarico. Continuerò a dare il meglio di me, per la città, come vogliono tutti».

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