Provincia di Ragusa, Fiera EMAIA. Necessario un piano industriale per rimodulare la gestione per ripartire dall’agroindustria. La CGIL disponibile ad un confronto sul merito delle questioni

La 52° Fiera EMAIA, c.d. campionaria d’autunno, si sta svolgendo tra le diverse difficoltà dovute non tanto all’attuale fase istituzionale relativamente alle vicende del Comune di Vittoria sotto commissariamento, bensì alle criticità ormai strutturali dell’ente da anni in balia di se stesso.

E’ positivo, tuttavia, il fatto che si stia svolgendo la 52° edizione per dare un segnale di continuità e di esistenza in vita, perché sappiamo quanto importante e riconosciuta sia l’EMAIA a livello regionale. Storicamente l’EMAIA nell’edizione di San Martino ha attratto visitatori da diverse parti dell’Isola rappresentando una delle maggiori, se non addirittura la prima, attrazione per la Città.

Per questo è fondamentale mantenerne la continuità e al tempo stesso il marchio riconosciuto ormai da decenni oltre i nostri confini territoriali. Non è per niente condivisibile l’idea che il marchio EMAIA abbia allontanato il 90% degli espositori storici.

Qualora fosse vera questa ricostruzione, avanzata degli attuali dirigenti di Vittoria Fiere, cioè che le negatività del passato avrebbero allontanato gli espositori storici, tutto ciò sarebbe da addebitare alle gestioni piuttosto che al marchio EMAIA.

La scelta del cambio del marchio da parte dell’ex Amministrazione Comunale ci sembra avere motivazioni più che altro di carattere ideologico.

In merito all’esclusione di molti espositori e della mancata concessione in subappalto di alcune zone della fiera riteniamo sia giusto aver chiesto la dovuta certificazione antimafia in un territorio dove è altissimo il livello d’infiltrazione mafiosa e d’inquinamento nei settori produttivi.

Il problema che la CGIL pone ormai da anni, ribadito nelle diverse occasioni di contrattazione aziendale, quando ci siamo occupati delle problematicità croniche relative ai pagamenti del personale, è che è mancato, e purtroppo manca tutt’ora, un vero “piano industriale”.

L’EMAIA negli anni non è riuscita a trasformarsi a seguito dei cambiamenti macroscopici che hanno investito l’economia, la società e la comunicazione. L’idea di una campionaria legata ai diversi settori non è mai stata rielaborata e resa moderna, restringendo il ruolo dell’EMAIA sempre di più verso una fiera generica a carattere locale.

L’idea è mancata alla politica e di conseguenza sono venuti meno gli assetti societari in grado di rispondere all’esigenza di un piano aziendale totalmente innovativo e a passo con i tempi.

Spesso si è utilizzata l’EMAIA, a parte qualche rara eccezione, come luogo di collocazione di poltrone in relazione alle esigenze della politica privandola delle possibilità di avvalersi di figure professionali competenti.

E’ venuta meno una rielaborazione a 360 gradi, che mette al centro il rilancio di un polo fieristico a partire dal tema delle  diverse fiere.

Bisogna ripartire dal nostro comparto primario per progettare un rilancio in relazione alle innovazioni del settore agroalimentare, alla serricultura, a partire dal coinvolgimento di altri enti istituzionali come la Camera di Commercio del Sud Est Sicilia e l’Università, ed in questa direzione proiettare l’edizione tradizionale di novembre a livello nazionale ed Euromediterraneo,  ancorata al settore agroalimentare.

In questo contesto è possibile allargare la programmazione ad eventi di carattere culturale come ulteriore attrazione per i visitatori. Inoltre lavorare per edizioni di fiere settoriali partendo dal territorio e dalle diverse specializzazioni presenti nel nostro  tessuto produttivo. Su questo speriamo possa esserci un confronto già dal prossimo futuro affinché si avvii una progettualità che vada in questa direzione.  La CGIL ribadisce la disponibilità al confronto istituzionale in tutte le diverse sedi,  affinché la Città di Vittoria possa tornare ad essere proiettata a livello regionale e nazionale, e nell’immaginario collettivo, come il luogo della grande vivacità economica e del lavoro.

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