Parisi, Segretario Regionale Uil Medici Sicilia: “Gravissima emergenza di personale alla Rems di Caltagirone servono tante figure professionali”

Abbiamo intervistato Fortunato Parisi, segretario Regionale Uil Medici Sicilia e Psichiatra, per parlare della situazione difficile che sta affrontando la Sicilia a causa della pandemia, ma anche delle forti carenze di personale nelle strutture sanitarie in particolare alla Rems di Caltagirone.

Il suo punto vista sulla pandemia? “Una vicenda che per noi sanitari, che dobbiamo garantire la salute della popolazione, ha portato a un particolare momento stressogeno, visto che oltre all’emergenza da Covid non dimentichiamo che bisogna curare anche le altre patologie e questa situazione ha creato forti difficoltà a operare dentro le strutture sanitarie. Quali sono queste difficoltà? Nella prima fase, il virus ci ha colti di sorpresa quindi non tutte le strutture erano pronte a affrontare questa crisi pandemica e si avevano ritardi per i tamponi e gli esiti, oggi questo lo abbiamo superato e lo stiamo affrontando con maggiore determinazione. Intanto tutte le strutture sanitarie sono dotate dei tamponi rapidi che ci consentono di fare un primo screening, considerato che il tampone biologico necessita di tempi dalle quattro alle dodici ore per avere i risultati. L’Asp di Catania si è dotato di un ulteriore macchinario che ci permette di avere gli esiti in tempi più celeri, ma nel frattempo quello rapido ci permette di dare un primo intervento per chi necessita di cure e poi successivamente in reparto si completa l’intervento sul paziente. Il problema vero è quello che dobbiamo individuare gli ospedali Covid in maniera da indirizzare il paziente e lasciare liberi gli altri nosocomi per curare le altre patologie. Abbiamo avuto difficoltà in questa fase a gestire il paziente psichiatrico, che si portava dietro anche il problema di essere positivo, e alcune strutture non lo prendevano perché andava sostenuto anche farmacologicamente e non dovremmo avere queste forme di ostruzionismo, bisognerebbe che ci fosse più collaborazione”.

Come è stata affrontata la nuova emergenza in provincia di Catania? “Autorevoli virologi avevano detto che con l’approssimarsi dell’autunno ci poteva essere una nuova accelerazione del virus e questo si è puntualmente verificato. Bisogna essere ancora più preparati, oggi si sta cercando di affrontare la questione in maniera adeguata e qualche settimane dietro, dal mio punto di vista, si dovevano reclutare più medici. Infatti era necessario reclutare più personale per ampliare lo screening e facendo più tamponi, infatti, si ha un dato più attendibile, sino a quando non avevamo le USCA questo non era possibile, oggi le USCA stanno facendo un ottimo lavoro. Diamo una serenità psicologica a chi apprende di essere positivo asintomatico e deve restare in isolamento domiciliare”.

Il DPCM emanato dal Governo servirà a abbassare la curva dei contagi? “Questo DPCM non è un capriccio, c’è stata l’esigenza di farlo perché si paventa una ripresa tendenzialmente in salita delle infezione, il problema è che c’è stata una sottovalutazione dei mesi precedenti, nel settore dei trasporti dove treni e metro erano sovraffollate e nelle grandi e medie città la sera nelle movida era come se niente fosse successo e questo ha creato un aumento dei casi, le misure attuate dovrebbero portare a una soluzione. Ma il rimedio più importante resta il vaccino, anche se passerà ancora qualche tempo per potersi effettuare”.

Parliamo di concorsi pubblici e carenze di personale in particolare nelle strutture sanitarie e di conseguenza alla Rems di Caltagirone? “Anche la pandemia ha portato a un freno delle assunzioni nelle strutture sanitarie. Stabilita in sede regionale per quando riguarda l’elaborazione della dotazione organica, che dovevano essere emanate da parte delle aziende ospedaliere e territoriali entro il 30 settembre, poi è stata rinviata al 30 ottobre e ora è stata ulteriormente posticipata al 30 novembre e vedremo se con l’emergenza Covid verrà rispettata”.

“Registriamo carenza di personale ovunque, alla Rems mancano i Terp e Educatori professionali che sono previsti in misura di dieci unità, è stata fatta una delibera per quattro Terp che poi è stata bloccata in auto tutela perché non sono stati inseriti nella dotazione organica e intanto si aspetta la revisione della dotazione per dare la possibilità di assumere”.

“Altri posti erano stati messi in bando con la mobilità e questi, non risultando nella pianta organica, non sono stati inseriti e stiamo aspettando la nuova dotazione per sbloccare i concorsi per tutte le figure. Questa è una situazione difficile e ci auguriamo che al più presto si trovi una soluzione per assumere queste nuove figure. In questo momento alla Rems di Caltagirone c’è solo il dottore Aprile e oltre a lui dovrebbero esserci altri cinque medici, poi nella pianta organica che prevede anche dieci Terp o educatori professionali e quelli che ci sono attualmente, che sono quattro, sono solo a tempo determinato, mancano anche gli Oss. Per ogni venti posti dovrebbero esserci presenti le seguenti figure: due Dirigenti Medici Psichiatra, un Dirigente Medico Psicoterapeuta, dodici infermieri, cinque Terp o Educatori Professionali, un Collaboratore Assistente Sociale, sei Oss e un Assistente Amministrativo”.

“Anche le figure degli educatori professionali vanno recuperate, in particolare quelli che hanno un bagaglio di esperienza in strutture sanitarie anche perché la Rems è una struttura riabilitativa, in Sicilia ci sono solo due Rems a Caltagirone e Naso. A Caltagirone ci sono quaranta posti di cui venti nella maschile e venti nella femminile, a Naso venti posti e poi ha anche una struttura di post riabilitazione che è una CTA per chi esce dalla Rems”.

“Di Rems ne dovevano nascere sei, Agrigento era pronta, Palermo e altre visto che la Sicilia Occidentale si trova scoperta. Un soggetto che commette un crimine, e viene dichiarato incapace di intendere e volere, la magistratura ha difficolta a trovare un posto con i tempi di attesa che superano i due anni. Diciamo che la Rems è una conquista di un sistema sanitario alternativo a quello di cui abbiamo assistito con gli Opg che non aveva nessuna possibilità di riabilitazione. La Rems è stata una grande intuizione, quella di Caltagirone fu fortemente osteggiata ma oggi è diventata un punto riferimento e modello riconosciuto da autorevoli professori a livello scientifico e il lavoro fatto qui consente a tante persone di essere immesse nella società o transitare in altre strutture e avere un destino diverso, cosa che prima non era possibile”.

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