Omicidio Elena, ecco come è morta. Video ultimo saluto bimba all’asilo

Arrestata Martina Patti, nata a Catania il 16 gennaio 1998, ritenuta responsabile dei delitti di omicidio premeditato pluriaggravato della figlia Elena De Pozzo, di quasi cinque, nonché di occultamento del cadavere, a poche centinaia di metri dalla sua abitazione a Mascalucia, nel Catanese.

Le indagini hanno consentito di ricostruire, seppur in una fase procedimentale caratterizzata dall’assenza del contraddittorio, quanto successo e di definire la responsabilità personale a seguito della denuncia presentata dalla mamma stessa nel pomeriggio di ieri presso la Tenenza di Mascalucia, allorquando, suscitando un gravissimo allarme sociale, veniva segnalato il sequestro della piccola per mano di un gruppo di uomini incappucciati che, verso le 15 circa, dopo aver bloccato l’auto condotta dalla madre lungo la via Piave e minacciatala con armi, l’avrebbero rapita, preannunciandone la morte.

Nella circostanza, secondo quanto riferito dalla donna, l’episodio sarebbe una conseguenza del comportamento dell’ex compagno Alessandro Del Pozzo, 24enne, padre della povera vittima, per non aver ascoltato precedenti messaggi minatori fattigli recapitare presso la propria abitazione in ragione del tentativo posto in essere di individuare il reale complice di una rapina ai danni di una gioielleria di Catania al posto del quale venne arrestato il 15 ottobre 2020 e successivamente assolto nel settembre 2021 per non aver commesso il fatto.

Le prime risultanze investigative, anche grazie alla tempestiva acquisizione di idonee telecamere di videosorveglianza, hanno consentito di accertare la mancata corrispondenza al vero del fatto denunciato, attesa l’assenza di gruppi “armati” in via Piave nelle fasce orarie indicate e nonostante una strenua difesa ad oltranza della propria versione da parte della madre.

VIDEO – Ultimo saluto all’asilo della piccola Elena e luogo del ritrovamento del suo cadavere

La serrata attività di indagine dei militari del Nucleo Investigativo ha fatto emergere un triste quadro familiare costituito da due ex conviventi che a prescindere dalla gestione apparentemente serena della figlia Elena avevano allacciato nuovi legami e non apparivano rispettosi l’un l’altro.

In particolare, la donna, nei confronti della quale nel corso della nottata è stato contestato il reato di false informazioni al pubblico ministero, a fronte delle continue sollecitazioni da parte degli inquirenti e delle contestazioni alla inverosimile versione fornita, ha ceduto soltanto nella tarda mattinata di oggi allorquando i Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche si apprestavano ad effettuare i rilievi dell’abitazione presso cui la stessa risiedeva unitamente alla figlia.

Secondo quanto emerso, la stessa potrebbe aver posto in essere il gravissimo gesto anche per via di una forma di gelosia nei confronti dell’attuale compagna dell’ex convivente, non tollerando che alla stessa vi si affezionasse anche sua figlia.

Martina Patti, messa alle strette, ha inizialmente indicato ai militari il luogo presso cui rinvenire il corpicino della figlia (sotterrato in un campo vicino alla via Euclide di Mascalucia), quindi, sentita presso il Comando Provinciale dei Carabinieri alla presenza di Magistrati di questa Procura, ha confessato l’orrendo crimine, precisando di averlo portato a termine in maniera solitaria, dopo essere andata a prendere Elena all’asilo (era tra l’altro il primo giorno del GREST), utilizzando un coltello da cucina e dei sacchi neri per nascondere il corpo nella terra.

Il corpicino della bambina, all’esito dell’ispezione medico legale, ha evidenziato molteplici ferite da armi da punta e taglio alla regione cervicale e intrascapolare. La madre sarà associata presso la Casa Circondariale di Catania Piazza Lanza.

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