Nuovo Dpcm di Conte 25 ottobre: chiusure bar e ristoranti, coprifuoco TUTTE LE MISURE

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parlerà agli italiani oggi, domenica 25 ottobre, alle 13.30, anche in diretta Facebook come è solito fare sulla sua pagina ufficiale.

L’argomento è il nuovo Dpcm che dovrebbe entrare in vigore già da domani. Ma quali saranno le misure restrittive che verranno adottate? Bisognerà aspettare la conferenza stampa per saperlo con certezza. Intanto, di seguito, riportiamo le indiscrezioni delle ultime ore.

Bar e ristoranti chiusi dalle 18

Nell’ultima bozza del Dpcm si legge: “Le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite dalle ore 5.00 fino alle 18.00; il consumo al tavolo è consentito per un massimo di quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi”.

Chiusura palestre e piscine, ma anche teatri, cinema, casinò e sale giochi

Alla fine la chiusura è arrivata, l’impressione è che, per quanto riguarda palestre e piscine, la decisione sia stata presa non tanto perché queste realtà non hanno dimostrato di proseguire rispettando le regole, quanto piuttosto per l’esigenza di restrizioni a tutto campo nel Paese.

Aumento al 75% didattica a distanza nelle superiori

Nel nuovo Dpcm si istituzionalizza la didattica a distanza pari almeno al 75% per le scuole superiori, dovrebbero restare escluse dal provvedimento le elementari e le scuole medie che proseguirebbero con la didattica in presenza.

Coprifuoco a partire dalle 21 in alcuni luoghi

Nella bozza del decreto si legge: “Delle strade o piazze nei centri urbani, dove si possono creare situazioni di assembramento, può essere disposta la chiusura al pubblico, dopo le ore 21,00, fatta salva la possibilità di accesso, e deflusso, agli esercizi commerciali legittimamente aperti e alle abitazioni private”.

Spostamenti limitati

Nella bozza del Dpcm si legge anche che “è fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune”.

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