Noi, lungometraggio di Peele tra continui e repentini cambi di prospettiva

Noi, lungometraggio di Peele tra continui e repentini cambi di prospettiva. Poi le musiche di chiara ispirazione Kubrickiana.

Noi. Noi – Us” è la seconda fatica del regista premio Oscar per “Scappa – Get Out”, Jordan Peele. Un film visionario ma classico allo stesso tempo. Verte su una delle paure più profonde dell’animo umano: quella di se stessi. La sinossi non è complicata, piuttosto essenziale. Uomini che affrontano i propri doppelganger (doppioni), figure inquietanti e apparentemente diaboliche, che incarnano i più disparati, ma sempre pertinenti, significati metaforici.

Fluidità, scorrevolezza delle scene che non presentano mai banali momenti da “jump scares” ma che si articolano in una sorta di stillicidio sociale implacabile. Anche una componente umoristica demenziale, quasi bizzarra, che smorza il costante senso di angoscia a cui viene spudoratamente costretto lo spettatore. La genialità del lungometraggio risiede nei continui e repentini cambi di prospettiva che disorientano gli astanti e li spingono a riconsiderare ciclicamente l’intero significato del film.

Altro tocco di classe del regista americano, è la fervida rappresentazione del terrore derivante dal rovesciamento delle certezze legate al proprio “io”. A questo punto inizia la brutale lotta per la sopravvivenza dei protagonisti del film, obbligati a sopprimere la parte più remota della loro individualità per affermare la propria esistenza. La pellicola assume dunque connotati psicoanalitici, a tratti perfino filosofici. A rendere l’atmosfera ancora più disturbante, ci pensano infine le musiche di chiara ispirazione Kubrickiana.

Foto articolo: Immagine di repertorio

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