Natale, un’attesa lunga 2000 anni: riflessione sull’Avvento

Natale, un’attesa lunga 2000 anni: riflessione sull’Avvento. Siamo noi ad aspettare la Sua nascita o Lui ad aspettare noi?

Natale. Ormai il Natale si avvicina a grandi passi, e proprio ieri abbiamo celebrato la prima Domenica di Avvento, e contemporaneamente l’inizio del nuovo anno liturgico. Una riflessione siamo consueti porre alla vostra attenzione, visto questo 2020 che ha fortemente segnato la coscienza di tutti noi. Ci siamo affidati sempre a noi stessi e abbiamo sempre voluto razionalizzare la nostra vita. Un  piccolo virus, invisibile ad occhio umano ha sconvolto la nostra esistenza, le nostre certezze e le nostre prerogative. L’invito quindi in questo periodo favorevole per la nostra fede quale è l’Avvento, di riscoprire noi stessi affidandoci a Colui che porta la luce nel Mondo.

Siamo appena entrati nel nuovo anno liturgico con la prima domenica d’avvento che, come sappiamo, é il periodo che ci avvicina al Natale del Signore, che ci prepara ad accoglierlo nel nostro cuore. Forse non é già così tutto l’anno? Sì, ogni giorno il Signore da la possibilità a ciascuno di noi di poterlo incontrare, di poterlo vivere e gustare, e allora da cosa differisce questo periodo di attesa rispetto a tutti gli altri giorni?

Quotidianamente la Chiesa ci ricorda che é possibile non indurire i nostri cuori se ci mettiamo in ascolto, ma in questo periodo l’attesa più grande, più palpitante é di Gesù! È lui che aspetta noi, che ci cerca con maggiore fervore, che ci richiama e che ci usa maggiore misericordia, che ci vuole ricordare che Lui é nato e non ce ne siamo ancora accorti!

Ma é lì, non si é ancora stancato di noi, di essere innamorato dell’umanità e allora l’avvento é il periodo proprio in cui Gesù ci aspetta con infinita pazienza, e che dopo 2000 anni ci aspetta come se fosse appena nato.

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Foto articolo: particolare immagine di kiko arguello

 

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