“Natale in famiglia? Voli troppo cari”: storia di una studentessa siciliana

“Natale in famiglia? Non con questi voli troppo cari”: storia di una studentessa siciliana contro il “caro voli”. Si chiama Monica e studia in Emilia Romagna.

Caro voli. Oramai si sa! Per ritornare in Sicilia è diventato un’imprese anche a causa del “caro voli”. Infatti, molti studenti decidono di trascorrere Natale e Pasqua da soli poiché viaggiare è diventato molto difficile e poco accessibile da punto di vista economico.

Lo conferma la storia di Monica, studentessa catanese ma residente in Emilia-Romagna per motivi di studio. Nel corso degli ultimi due anni, la ragazza ha dovuto affrontare spese considerevoli per trascorrere il Natale nella sua terra. Monica ha divulgato una sua lettera in cui scrive la sua esperienza.

“Ero già entrata in contatto con il problema del ‘caro voli’ – scrive Monica – ascoltando i racconti di tanti amici. Ma la consapevolezza di quanto questo problema fosse reale mi è piombata addosso solo quando io stessa sono diventata una di loro. Una di quelli che decidono di lasciare la propria casa per inseguire il futuro. Era settembre, io e i miei genitori avevamo deciso di andare in macchina fino a Forlì per via dei numerosi bagagli. Mancavano pochi giorni alla mia partenza e più di 3 mesi a Natale. Si può immaginare la nostra sorpresa quando, guardando i prezzi dei voli Bologna-Catania per poter tornare a dicembre, ci siamo ritrovati davanti numeri a 3 cifre, per di più di compagnie che si auto-professano ‘low-cost’ e che magari pubblicizzano voli a 10 euro o meno per le città estere più disparate. Mi sono sentita truffata, discriminata. Mi sono sentita punita”

“Eventi simili hanno continuato a ripetersi – continua Monica – sanno quali sono i periodi più gettonati, sanno di dover alzare i prezzi pochi giorni prima delle festività o a settembre, quando dobbiamo rientrare a lavoro o all’università. Sanno quando abbiamo bisogno di tornare a casa, sanno che vogliamo passare la Pasqua e il Natale con le nostre famiglie e ne approfittano il più possibile“.

“Parliamo di ragazzi e ragazze che studiano – conclude la studentessa – ma anche di persone che lavorano. Parliamo di cittadini e cittadine italiane che vanno al Nord non per capriccio o per divertimento, ma per impegnarsi. Parliamo di gente che passa mesi e mesi lontano da quella che sarà sempre casa e che aspetta quei pochissimi giorni di festa per riabbracciare la propria famiglia. Parliamo di gente che vorrebbe solo vedersi riconosciuto il diritto di essere italiani in Italia”.

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