Mostra “posti | OPPOSTI” a Caltagirone, intervista a Serena Scuzzarella

Ci siamo fatti raccontare la mostra “posti | OPPOSTI – città metropolitane a confronto” da Serena Scuzzarella, fotografa calatina con un trascorso significativo in questo ambito a Londra, che fa parte della collettiva fotografica che ha realizzato questa singolare esposizione allestita all’interno della Galleria Luigi Sturzo di Caltagirone fino al 2 novembre e composta anche da Luca Altamore, Marco Angilello, Silvio Azzaro, Massimo Cervello, Salvatore Cusumano, Marina Messina, Michele Monteleone, Felice Privitera, Anna Romano e Vito Zingale.

Serena, partiamo dal titolo della mostra: spiegaci la scelta. “Ogni foto immortala un posto e quindi viene da sé la prima parte del titolo, ‘opposti’, invece, perché anche in linea geografica le diverse città in cui sono state realizzate le foto, e quindi tra le altre Londra, Sidney, New York, Parigi, Zurigo e non solo, si trovano veramente all’opposto le une dalle altre. Ma non solo, ‘opposti’ anche perché di uno stesso posto io e te possiamo avere due visioni diverse, opposte appunto”.

L’idea di questa mostra a chi è venuta? Com’è nata? “Anna Romano e Vito Zingale sono gli organizzatori della mostra, loro è l’idea e sono stata veramente felice di partecipare, di farne parte con le mie foto. Ve lo anticipo, faremo ancora parlare di noi, questa esposizione è solo l’inizio. A loro il merito di aver creato questo gruppo fantastico”.

Parlaci della scelta dei luoghi che hai fotografato. “I luoghi che ho scelto sono simboli di Londra visti e rivisti all’infinito, ma ho cercato di mostrarli sotto una prospettiva diversa, di notte, perché Londra è bellissima a qualsiasi ora, ma la notte diventa meravigliosa”.

In ogni mostra si vuole lanciare un messaggio, il vostro qual è? “Il nostro è un messaggio ma anche un auspicio, speriamo infatti di trasmettere emozioni, prospettive, visioni uniche e diverse allo stesso tempo in ciascun visitatore e che queste facciano apprezzare quello che realmente ha caratterizzato la particolarità di questi scatti e cioè l’occhio del fotografo, a prescindere dalle attrezzature utilizzate per realizzarli”.

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