Misterbianco, il Comune sarà parte civile contro “I Tuppi”

La Commissione straordinaria, con deliberazione adottata coi poteri della Giunta, ha autorizzato la nuova costituzione del comune di Misterbianco quale parte civile nel procedimento penale dinanzi al Tribunale di Catania. Un atto significativo dell’amministrazione prefettizia tuttora alla guida di Misterbianco, che vede accusati individui collegabili al clan Nicotra (“I Tuppi”) con richiesta di rinvio a giudizio depositata dal Pm il 23 Dicembre 2020, nei confronti di un imputato (“omissis”) – di cui prima era stata stralciata la posizione- “al quale risulta contestato il reato previsto dall’art. 416 bis per associazione di tipo mafioso vigente nel territorio del Comune di Misterbianco, oltre a tutti gli ulteriori reati meglio descritti nel decreto di rinvio a giudizio, contestati con l’aggravante di avere aiutato l’associazione mafiosa stanziale a Misterbianco del quale faceva parte ed avvalendosi delle condizioni previste dall’art. 416 bis (capi di imputazione da n.2 a n.14)”. Procedimento che è stato rinviato al 29 Ottobre prossimo.

La precedente costituzione del Comune come parte civile era stata ritenuta sostenibile, con il riconoscimento anche di una provvisionale. Nella nuova delibera, pubblicata all’albo pretorio e immediatamente esecutiva, si puntualizza come “il Comune di Misterbianco ha interesse a costituirsi parte civile nei confronti dell’imputato (I Tuppi), al fine di domandare il risarcimento dei danni a qualunque titolo subiti a causa dei fatti oggetto delle imputazioni “.

La difesa dell’ente è stata assegnata all’avv. Adele Maria Ollà, legale interno del Comune. L’organizzazione dei Nicotra è stata disarticolata nel 2019 dal blitz dell’operazione “Gisella”, con la ricostruzione in atto di un lungo trentennio di “attività” e movimenti delle “famiglie” mafiose – dall’omicidio del segretario della Dc misterbianchese, Paolo Arena, del 28 Settembre 1991- in cui un ruolo chiave nel procedimento è stato assunto dal collaboratore di giustizia Luciano Cavallaro (in foto).

(articolo scritto in collaborazione con Salvo Re)

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