Marcelo Pecci, pm antimafia, ucciso in luna di miele su una spiaggia

Marcello Pecci era il procuratore antimafia del Paraguay. Era di origine italiane e si era sposato con la giornalista Claudia Aguilera solo lo scorso 30 aprile, con cui era in viaggio di nozze nell’isola di Barù in Colombia: aveva rinunciato alla scorta per trascorrere un pezzo della sua vita in normalità.

Lo chiamavano “il Falcone dell’America Latina”: aveva messo la sua conoscenza delle mafie e del narcotraffico al servizio del mondo, catturando esponenti dei grandi clan dei cartelli che dominano il Sud America a livello internazionale. Gli stessi cartelli della droga dai quali i servizi hanno annunciato il pericolo di un attentato contro il nostro Nicola Gratteri. Era riuscito a sgominare i traffici internazionali. Era riuscito a far giustizia.

Marcello Pecci, procuratore antimafia di origini italiane in Paraguay, quarantacinque anni, nel suo ultimo giorno di luna di miele è stato raggiunto sulla spiaggia, sulla sua isola di normalità, da due sicari delle narcomafie.

Due killer si sono avvicinati al luogo in cui si trovava su una moto d’acqua, e hanno aperto il fuoco. Pecci è stato trasportato in un centro sanitario, dove è arrivato senza vita. La moglie del procuratore, Claudia Aguilera, è stata risparmiata perché, come vuole il codice d’onore dei mafiosi, aveva appena annunciato sui social che stavano aspettando il loro primo figlio.

Sono trascorsi trent’anni dalle stragi di Falcone e Borsellino ma ancora la giustizia vacilla ed è palese che la mafia si sta riorganizzando: ne sono testimonianza l’uccisione di Marcello Pecci e le minacce di morte ai principali esponenti dell’antimafia italiani Nicola Gratteri e Nino Di Matteo. Un abbraccio alla  moglie e ai familiari dalla nostra e “sua” Italia.

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